24 marzo – 4 aprile
Galleria La Bacheca
ANTONELLO DESSI’
Dalle tele trasudanti brillanti accordi cromatici, a quelle prossime al “Bianco su bianco” di malieviciana memoria, passando per i rari sprazzi di nero, si è subito rapiti dalla sapiente cura di Antonello Dessì nel creare il Bello.
Trattengono, e incantano, lo sguardo sulla tela i grafemi che, ora incisi ora corposi, a gesti ampi o minimali, ma comunque sempre decisi e mai incerti, solo ad una lettura attenta si manifestano in tutta la loro forza significante.
Ecco allora apparire ai nostri occhi il numero 3, reiterato in tutte le sue valenze alchemiche ed esoteriche a cui si giustappone una vera e propria teoria di jota che complica ogni tentativo di decodifica del simbolismo segnico di Dessì. Complica ma non impedisce, giacchè l’ossessivo ripetersi dei segni, letto nel contesto pittorico, rivela forse un’ansiosa ricerca (spirituale?) che conosce vicendevoli momenti di serenità e cupe inquietudini.
Tuttavia, la forza evocativa dell’universo pittorico di Dessì è tale che non sarebbe azzardato accostare il suo alfabeto segnico-cromatico alle “Vocali” del poeta francese Arthur Rimbaud: “A nera, E bianca; I rossa, U verde, O blu: vocali/ dirò un giorno le vostre nobiltà latenti/ […]
visitata il 28 marzo 2001
Roberto Sanna