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Associazione Culturale Rocce Rosse & Blues
TRENINO BLUES
Orroli, 13 – 15 luglio
Seui, 19 – 21 luglio
Arbatax, 28 – 29 luglio e 2 – 5 agosto

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Clarence “Gatemouth” Brown, Keb’ Mo’, John Hammond: è il tridente con cui Rocce Rosse & Blues scende in campo domani (domenica 29) ad Arbatax (Nu) per la seconda (e conclusiva) serata del festival, quest’anno alla sua edizione numero dieci.

Tre nomi, tre modi diversi di intendere ed interpretare il blues, per un apputamento che ha tutte le carte in regola per restare impresso a lungo nella memoria dei devoti alla “musica del diavolo”.

Si comincia alle ore 21.30 nel piazzale Scogli Rossi (biglietto a 20 mila lire). Introduce il tema Clarence “Gatemouth” Brown, un autentico protagonista, da cinquanta e passa anni, della scena blues e dei suoi immediati dintorni. Nato nel 1924 in Lousiana, ma cresciuto nel Texas, comincia da giovanissimo a vagabondare per il mondo e tra i generi musicali. Impara a suonare la chitarra e il violino dal padre, ma il debutto professionale lo vede a ventun anni alle prese con la batteria. Una sera del 1947 è tra gli spettatori di un club a Houston, dove si esibisce T-Bone Walker. A un certo punto, nel bel mezzo di un pezzo, il famoso chitarrista si sente male e lascia cadere lo strumento: il giovane Brown salta sul palco, lo raccoglie e attacca a suonare un suo brano: Gatemouth Boogie. E’ l’inizio di una carriera, perché l’estemporanea performance conquista l’attenzione del proprietario del locale, Don Robey, che è anche produttore discografico e manager.

Nel volgere di poco tempo, CLARENCE “GATEMOUTH” BROWN approda ai primi ingaggi importanti ed alla prima di una lunga serie di incisioni che conoscerà in seguito grandi successi come Okie Dokie Stomp, Boogie Rambler, Just Before Dawn, e Dirty Work at the Crossroads. Verso la fine degli anni sessanta, il Nostro prende una vacanza dalla musica: si trasferisce nel New Mexico e per qualche tempo lavora come vice sceriffo. Ma dura poco, perché la musica lo richiama sui palchi. E’ soprattutto l’Europa il teatro della sua attività negli anni settanta: la gira una dozzina di volte e vi registra nove album, dai quali verrà in seguito tratta l’antologia Pressure Cooker, che riceverà la nomination al Grammy per il “miglior disco” del 1986.

Brown diventa “ambasciatore” della musica americana, partecipando a un tour promosso dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti nell’Africa orientale. Sul finire del decennio partecipa al Montreux Jazz Festival e gira l’Unione Sovietica in tournée. Di ritorno in America, si trasferisce a New Orleans, e nel 1982 il suo Alright Again! Vince un Grammy come miglior disco di blues tradizionale.

Da allora in poi continuerà a deliziare il pubblico e ad aggiungere titoli ad una discografia ragguardevole per quantità e qualità, conquistando altre sette nomination, vari W.C. Handy Awards, ed un prestigioso Pioneer Award dalla R & B Foundation. Nel 1999 è stato inserito nella Hall of Fame della Blues Foundation, mentre l’anno scorso gli è stato conferito un Lifetime Achievement Award dalla New Orleans Big Easy Entertainment Awards.

Domani ad Arbatax, il settantasettenne chitarrista (ma anche cantante, armonicista, mandolinista, violinista…) salirà sul palco insieme a Eric Demmer al sax contralto, Joe Krown alle tastiere, Harold Floyd al basso e David Peters alla batteria.  

Si presenta invece in compagnia di un altro chitarrista (Klayton Gibb), il protagonista del secondo set della serata: KEB’ MO’, nome d’arte che Kevin Moore ha scelto per sé da quando ha fatto del blues la sua arte. Cresciuto a Compton, Los Angeles, comincia a suonare la chitarra a dodici anni, per passare poi alla tromba e al corno francese, non senza misurarsi anche con il basso e la batteria. Ma è con la chitarra in mano che lascia le prime tracce di sé in tre album di Papa John Creach, il violinista dei Jefferson Starship conosciuto nel 1973. Il disco del debutto a suo nome, Rainmaker, arriva nel 1980.

Tre anni più tardi inizia a suonare con la Whodunit Band, una formazione blues. E’ un’esperienza rivelatrice, che incanala il percorso di Kevin Moore in direzione del blues. Cambia nome e nel ’94 il disco Keb’ Mo’ suggella il nuovo corso, immediatamente accolto dal plauso della critica. Passano due anni ed esce Just Like You, vincitore del Grammy per il “miglior album blues contemporaneo”: un successo bissato due anni dopo da Slow Down. The Door, titolo dell’anno scorso, e Big Wide Grin, di quello corrente, proseguono e sviluppano il discorso di Keb’ Mo’: la sua è musica che viene dall’anima, appassionata e umana, che ha il potere di toccare nel profondo chi la ascolta.

Chiude la serata JOHN HAMMOND, un chitarrista-cantante che in quasi quarant’anni di attività ha seguito il sentiero tracciato da artisti come Woody Guthrie, Lightinin’ Hopkins e Sonny Boy Williamson. Nativo di New York, classe 1942, comincia la sua carriera a diciannove anni sulla West Coast. Arriva in autostop a Los Angeles, dove lavora in una pompa di benzina e gira per i club in cerca di un ingaggio, che trova al Satire Club. Ed è subito un successo. Lo troviamo quindi a Minneapolis, poi a Chicago, dove incontra Mike Bloomfield e Sonny Boy Williamson, infine di nuovo a New York.

Nella Grande Mela entra a far parte della scena musicale del Greenwich Village con Bob Dylan, Jose Feliciano, Richie Havens. Persino Jimi Hendrix, allora noto come Jimmy James, è con Hammond per un ingaggio di due settimane al Cafe Au Go Go. Rock e disco music, tra gli anni settanta e ottanta, non intralciano il suo cammino: nel 1984, l’album Blues Explosion vince il Grammy; altre due produzioni, Got Love If I Want It e Trouble No More, ottengono la nomination. Wicked Grin è il suo ventisettesimo disco: pubblicato lo scorso marzo, raccoglie tredici brani, dodici dei quali firmati da Tom Waits, suo amico di vecchia data, che è anche il produttore di questo lavoro che offre la materia di base per il concerto di Arbatax, dove la chitarra e la voce di John Hammond saranno accompagnate da Augie Myers alle tastiere, Frank Carrillo alla chitarra, Larry Taylor al basso e Stephen Hodges alla batteria. 

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Per informazioni:
Pro Loco Tortolì-Arbatax, tel. 0782 62 28 24 – 0782 66 79 60
web http://www.roccerosse.it