Associazione Figli d’Arte Medas
FAMIGLIE D’ARTE
VIII edizione
Quartu S. Elena 26 ottobre – 15 dicembre 2002
Si rinnova l’appuntamento dedicato alle Famiglie d’Arte promosso dall’Associazione Figli d’Arte Medas e giunto alla sua ottava edizione, con l’importante riconoscimento, quest’anno, del Ministero della Cultura. Tale riconoscimento permette di realizzare la svolta tanto attesa ed attribuisce, anche formalmente, la giusta gratificazione a un’iniziativa ancora unica in Italia.
Compito di questa rassegna, resa possibile oltre che dal contributo del Ministero per i Beni e le Attività culturali, da quelli del Comune di Quartu Sant’Elena – Assessorato alla Cultura – e della Regione Sardegna – Assessorato pubblica istruzione, sport e spettacolo – è quello di ricostruire un universo sommerso, di indagare i luoghi comuni e quelli sconosciuti, di esplorare il mestiere e le tecniche delle Famiglie d’Arte.
Molte espressioni nell’arte sono il frutto di un percorso che ha origini più antiche dell’artista che le propone.
In Italia molti artisti sono figli d’arte, pertanto la loro strada è ricca di continue contaminazioni fra la vita e la finzione. Dalla Duse a Novelli, dai De Filippo ai Maggio ai Rota, numerosi sono i figli d’arte che hanno popolato le scene del teatro italiano, divisi tra le compagnie e sparpagliati tra i generi.
Dalla storia di un figlio d’arte, dai rapporti con il pubblico, personali e familiari, dagli itinerari seguiti nella maturazione artistica, viene fuori un affresco entusiasmante che permette a chi ascolta di ricostruire i gusti e le abitudini culturali di più generazioni di artisti.
Attraverso racconti ed aneddoti, sulla falsariga delle passate esperienze, si riesce ad assorbire e a condividere una vita eccezionalmente lunga e singolare, fatta di astuzie e di invenzioni sedimentate dalla storia.
Dall’esperienza di un figlio d’arte è possibile trarre una visione materiale e concreta, piuttosto che meramente retorica, di quello che era il teatro di una volta.
Dalla bocca di un figlio d’arte si può imparare cosa sia il teatro vero, quello che si attacca addosso, si fa patrimonio dello spettatore e, nello stesso tempo, patrimonio di chiunque.
Si naviga infatti sulla rotta di un teatro popolare d’arte che si nutre della vita ed offre nutrimento alla vita, esplorando geografie comuni a tutti.
Dietro al teatro popolare c’è la tensione degli artisti per creare un terreno particolare di incontro con gli spettatori, senza che il loro accesso sia condizionato da appartenenze o conoscenze particolari.
Si tratta di una tensione diversa da quella dalla cultura di massa, in cui ognuno è ridotto alla media dell’insieme.
L’idea che l’esperienza dell’arte sia qualcosa di utile e piacevole per tutti, singolarmente e per una comunità nel suo insieme, è in grado nella sua caparbia ingenuità ancora di entusiasmare.
Quest’anno la rassegna Famiglie d’Arte, che comincerà il 26 di ottobre e proseguirà fino al 15 dicembre con l’alternarsi di incontri e spettacoli , allarga la propria natura, fino ad abbracciare le parentele che uniscono non solo gli artisti, ma pure i personaggi che tramite essi prendono vita sul palcoscenico.
nella foto Peppe Barra
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