Home E Cagliari, 6 settembre 2002TORA! TORA! FESTIVAL

Cagliari, 6 settembre 2002
TORA! TORA! FESTIVAL

leggi l’intervista ai Subsonica 

Era considerato l’evento musicale dell’estate cagliaritana, e non ha tradito le attese. E’ il Tora! Tora! Festival, sbarcato in città venerdì 6 settembre, penultima tappa della kermesse itinerante prima del gran finale di Asti.

Ben sei gruppi si sono alternati sul palco, per complessive 5 ore di musica. L’area grandi eventi di Monte Claro, sede dei concerti, è stata presa d’assalto fin dalle prime ore del pomeriggio, e quando alle 18,45, puntuale come un orologio, la prima artista (Fiamma) si è presentata sul palco, sono già migliaia i giovani pronti ad applaudire e ballare sulle note della cantante emiliana.

Strumenti acustici e atmosfere elettroniche accompagnano l’esibizione di Fiamma, accompagnata sul palco da alcune musiciste, tra cui la dj Medhin Paolos alle programmazioni e computer.
Inizia con il folk, con tanto di fisarmonica, di “3 sorelle” per poi proseguire con l’elettronica alla Bjork di “Mantra”, ultimo singolo uscito nel marzo scorso, e con una cover dei CCCP, palpitazione tenue, assai apprezzata dal pubblico, già intento a pogare sotto il palco.

Dopo l’esibizione di Fiamma, durata circa mezzora, spazio al rock tecnologico dei Francesco – C, bizzarro gruppo techno-punk nato nel 1999 con un album all’attivo, Standard, uscito su etichetta Mescal nel 2001.

Il gruppo, che può vantare collaborazioni eccellenti con Subsonica e il guru dell’elettronica Roberto Vernetti, viene accolto bene dal pubblico, e presenta un set composto da filastrocche cantate in italiano e composte da suoni elettronici, rock e psichedelici.

Sei le canzoni presentate, tra cui l’ultimo singolo “Amore a corrente alternata”. Assai originale la band, con uno spirito punk e glam a farla da padrone. Il leader, Francesco Cieri (da qui il nome del gruppo), valdostano, si presenta con tanto di cravatta e calzoni corti con anfibi, e se è vero che un look shockante è essenziale per sfondare, la band avrà sicuramente un futuro.

Un veloce cambio di palco ed è il turno dei torinesi Linea 77, che si ripresentano a Cagliari dopo l’esibizione invernale all’F.B.I. di Quartu. Urla e chitarre sparate al massimo per questa band hard-core che dal vivo è assolutamente travolgente, forte dell’esperienza maturata nel corso degli anni in concerti tenuti in tutta Europa.

Infatti i ragazzi sul prato si dimenano come forsennati, e fra tutte le esibizioni della serata questa è senza dubbio la più energica. Sebbene siano un prodotto dell’underground torinese e sconosciuti al grande pubblico, i Linea 77 sono uno dei pochi gruppi italiani che possono vantare un contratto con una importante etichetta inglese, la Earache Records, per la quale hanno pubblicato l’album Ketchup Suicide, nonché la presenza nelle classifiche indie d’oltremanica.

L’album succitato infatti è arrivato al n. 5, aprendo loro le porte al prestigioso Festival di Reading del 2001, dove è stata la prima band italiana a parteciparvi nella sua storia ventennale.
Il set dei Linea comprende una incredibile cover di “Walk like an egyptian”, tormentone eightees cantato dalle Bangles e qui riproposto in una veste nu-metal assai riuscita. Non potevano mancare “Moka”, unica song cantata in italiano, e l’omonima “Ketchup Suicide”, il cui video andò in rotazione, al momento dell’uscita, su tutti i canali musicali nazionali e su grandi network come MTV Europe.

Intorno alle 20 entrano in scena gli Shandon, band punk-ska-core milanese con all’attivo numerosi dischi e migliaia di concerti in tutto il continente europeo. Nati nel 1994 come gruppo rock, col passare degli anni hanno mescolato generi e stili diversi, dando vita a una musica del tutto originale che ha colpito nels egno, se è vero che gli Shandon hanno fatto da spalla ai più grossi gruppi della scena punk e ska (Rancid, Offspring, Blink 182) e partecipato a grossi festivals di richiamo internazionale.

Fetish e Not So Happy To Be Sad gli ultimi lavori, e anche quelli più fortunati, dai quali viene estratta la scaletta del concerto. “Evoluzione”, ska-core leggero e scanzonato, “Placebo effect” e “Janet” le song più applaudite, e il gruppo termina la sua esibizione con un inno alla marjiuana, “che non fa mai male”!.

Sul parterre l’atmosfera diventa incandescente, ormai gli spettatori sono almeno 6.000 e mostrano di gradire moltissimo i gruppi che si avvicendano sul palco. Tra questi i Punkreas, combo storico della scena punk italiana. Dopo il clamoroso successo di Pelle, del 2000, con oltre 30.000 copie vendute, i Punkreas presentano ai fans il loro ultimo lavoro, Falso, che nei suoni si presenta come una novità rispetto ai 5 che lo hanno preceduto.

Funk e hard-rock infatti, oltre al marchio di fabbrica tipicamente ska-punk, pervadono i solchi dell’album, completamente autoprodotto dal gruppo dopo le collaborazioni esterne di Pelle.

Il repertorio proposto al Tora! Tora! spazia dalle canzoni nuove, come “Canapa” (il cui video è stato censurato da MTV, un’enorme pubblicità gratuita per la band), che narra la recente disavventura di un componente della band, arrestato per possesso e coltivazione di maria, e il funk di “Dividi e comanda”.

Ma non mancano brani storici del repertorio Punkreas, come “Elettrosmog” e “Aca Toro”. Durante l’esibizione gli spettatori sono invitati a salire on stage e ballare insieme ai musicisti, e i tecnici hanno il loro bel daffare per sgombrare il palco dalle decine di fans entusiasti che addirittura si impossessano del microfono. Un connubio gruppo – pubblico che non si ripeterà neanche con l’applauditissimo show finale dei Subsonica.

E finalmente è il turno dei gruppi più attesi: gli Afterhours di Manuel Agnelli, ideatore e mente organizzativa del Tora! Tora! e appunto i Subsonica.

I primi sono attivi sin dagli anni ’80 e da sempre si caratterizzano per il loro rock raffinato, sognante e tagliente, caratteri ben presenti anche nell’ultimo disco Quello Che Non C’è, uscito qualche mese fa e arrivato direttamente al 4° posto della classifica italiana.

E con l’omonima canzone si apre il concerto, che vede ben rappresentati i dischi migliori della band, da Non E’ Per Sempre (“Milano circonvallazione esterna” e “La verità che ricordavo”) a Hai Paura Del Buio (“Male di miele”) per concludere con “Dentro Marilyn”, molto applaudita e reinterpretata anni fa da Mina.

Per la prima volta in formazione manca Xabier Iorondo Gemmi, che dopo 9 anni ha lasciato la band per motivi personali, sostituito alle tastiere da Giorgio Ciccarelli. Nel complesso un’esibizione molto sentita e apprezzata a gran voce dai fans, ai quali Agnelli rivolge più volte calorosi ringraziamenti.

20 minuti per sistemare il palco e finalmente escono i Subsonica, headliner della serata. Dopo un intro strumentale, on stage si materializza Samuel e provoca un’autentica ovazione tra i presenti (che ormai sono saliti quasi a 10.000). La potenza dal vivo della band torinese è eccezionale, e l’acustica per una volta rende onore ai suoni e ai ritmi del quintetto, dopo i problemi avuti nell’esibizione primaverile al palazzetto.

La scaletta non lascia spazio a episodi più ricercati e brani più intimi, e di seguito vengono proposti i più grandi successi (anche perché il tempo a disposizione è appena di 40 minuti). Si inizia con “Nuvole rapide” e si prosegue di getto con “Albascura”, “Discolabirinto”, “Nuova ossessione”, frutto della collaborazione coi mitici Krisma, la sanremese “Tutti i miei sbagli”, “Liberi tutti” e “Strade”, per concludere con la splendida “Sole silenzioso”.

Rimane sacrificato il primo disco della band, dal quale non viene estratto alcun brano. La gente balla e si dimena come impazzita, e il feeling è grande.
Rimane la certezza che un concerto più lungo avrebbe reso meglio giustizia alle capacità di Casacci e soci. Al termine, a mezzanotte in punto, c’è spazio per uno stage diving di Samuel e Boosta, che rischiano fratture multiple pur di gettarsi dal palco sui fans delle prime file.

Si va via stanchi (d’altra parte pogare per 5 ore ammazzerebbe un toro!) e soddisfatti, sperando che happening del genere a Cagliari possano diventare una realtà consolidata e non un isolato avvenimento di fine estate. 

Mauro Caproni
mausynth@libero.it