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CASTELLO DI ACQUAFREDDA O DEL CONTE UGOLINO

  • dove: Siliqua (Ca)
  • posizione: a 4 km dal paese, lungo la strada Siliqua – Nuxis (statale 293)

Sulla sommità di una collina vulcanica si trova il castello di Acquafredda.

Il ritrovamento di una bolla papale fa ritenere che il castello sia stato costruito intorno al 1215. Nel 1257 passò alla famiglia pisana dei conti della Gherardesca e al famoso Conte Ugolino, citato da Dante nella Divina Commedia.
Il castello passo poi agli aragonesi e a diversi feudatari fino al Re di Sardegna Vittorio Amedeo, che lo riscattò nel 1785

Il castello è composto da 3 linee murarie disposte secondo l’andamento della collina.

nucleo fortificato, il mastio, abitazione del castellano.

Come era
due piani, una terrazza sovrastante e una cisterna interrata (ancora in buono stato di conservazione).

Cosa puoi vedere
i resti delle mura merlate, alti circa 10 metri.

Sul muro nord 5 stemmi: uno raffigura l’aquila imperiale, simbolo dello schieramento ghibellino dei gherardesca, un’altro è attraversato da una banda diagonale, gli altri sono stati tutti scalpellati.

A mezza costa alla quota di 200m s.l.m. svetta la poderosa struttura muraria della torre cisterna, avente forma quadrangolare. Essa non è collegata con le altre unità murarie e risulta essere un corpo isolato. Anche in questa struttura si possono notare l’utilizzo di pietre di medie e piccole dimensioni con presenza media di calce e materiali di rincalzo. Si nota la disposizione di pietrame a “spina di pesce”. L’acqua era un elemento fondamentale per la vita del castello, le cisterne consentivano un’ingente scorta d’acqua. Questa era costituita da tre ambienti collegati fra loro, visitabili internamente grazie ad una scalette predisposta durante la ristrutturazione del 1999.

La terza linea difensiva, a quota circa 154m s.l.m., è formata da una cinta muraria costituita forse da tre torri. Le due esterne sono andate completamente distrutte, in quella al centro ancora in piedi è possibile leggervi una struttura a tre piani con solai in legno. Nella cortina muraria è rintracciabile la presenza di merli di forma “guelfa”, essa proteggeva il borgo vero e proprio, dove si trovavano gli alloggi per i soldati, magazzini per le scorte alimentari, armi ed attrezzi. In questa parte del castello sussiste un enigma: la reale esistenza della chiesa di Santa Barbara. Per alcuni studiosi questa è in realtà la chiesa di S. Margherita, situata fuori dai confini del castello che col tempo ha cambiato nome.

La struttura muraria presenta almeno due fasi di costruzione, la più antica è realizzata con pietrame del luogo e notevole impiego di calce. La più recente impiega ciottolame fluviale probabilmente prelevato dal Cixerri.