Home E CIRCUITO TEATRALE REGIONALE SARDO STAGIONE DI PROSA 2000/2001

CIRCUITO TEATRALE
REGIONALE SARDO
STAGIONE DI PROSA 2000/2001

BELLA E LA BESTIA
Produzione Teatro Del Carretto
Interpreti e personaggi: Elsa Bossi (Bella),
Pietro Conversano (Bestia), Marcello Prayer (il padre)
elaborazione drammaturgia e regia Maria Grazia Cipriani

debutto: Alghero, Teatro Civico, 8 dicembre  – inizio ore 21

repliche: sabato 9, Macomer, Teatro Costantino; domenica 10, San Gavino, Teatro Comunale; 18, 19 dicembre, Sassari , Teatro Verdi.

Dopo essersi avvicinato alla letteratura mitteleuropea più visionaria con una calligrafica elaborazione della Metamorfosi di Kafka e alla tragedia greca con Le troiane di Euripide, il Teatro del Carretto torna ad attingere al mondo della fiaba, da cui prese le mosse nel 1983 con Biancaneve. Per questo ritorno alle origini la formazione lucchese – che lavora principalmente sul teatro di figura con grande capacità di rinnovamento grazie all’inventiva di due animatori d’eccezione, la regista Maria Grazia Cipriani e lo scenografo Graziano Gregori – ha scelto Bella e la Bestia, storia crudele ed emblematica che tratteggia la lotta tra razionale e irrazionale. Per il Carretto, che nell’approccio con la fiaba tiene parecchio conto delle teorie di una cultrice dell’analisi junghiana come Marie Louise von Franz, la fiaba è innanzitutto un itinerario di redenzione se non addirittura di ascesi: nel racconto di Madame de Beaumont il Carretto scopre la parabola di una iniziazione amorosa che passa attraverso il rifiuto di un’apparenza (la mostruosità fisica). Magiche sorprese, attori che si sdoppiano, dolci carillon e atroci rumori, visioni terribili e attraenti, specchi che moltiplicano: la partitura scenica è notevole per l’ardimentosa visionarietà dispiegata da Graziano Gregori e raggiunge momenti di grande lirismo. Ma, se le immagini sono da sempre l’elemento portante nel linguaggio del Teatro del Carretto, Bella e la Bestia rivela una crescita della compagnia anche sul versante della parola: questa volta, infatti, è dato maggiore spazio al corpo e alla voce degli attori, espandendo quegli aspetti fortemente fantastici presenti nel tessuto narrativo della fiaba.