D R O M O S festival 2 0 0 4
VI edizione
Oristano, 2 – 17 settembre
Due settimane in piazza, con musica, cinema ed altre arti ancora. Anticipato, il primo agosto scorso, dal debutto italiano del Devil Quartet di Paolo Fresu, il festival Dromos entra nel vivo della sua sesta edizione con un cartellone ricco di appuntamenti culturali da non perdere.
Dal 2 al 17 settembre si articolano le iniziative che compongono il consueto appuntamento di fine estate a Oristano, organizzato dall’Associazione Culturale Dromos con il contributo dell’Assessorato allo Spettacolo e Attività Culturali della Regione Autonoma della Sardegna, e degli Assessorati alla Cultura della Provincia e del Comune di Oristano.
Come di consueto, anche quest’anno l’intento del Dromos non sarà solamente fare spettacolo: confermando il tradizionale impegno in ambito sociale ed umanitario, questa sesta edizione sarà dedicata alla sensibilizzazione sui diritti delle persone colpite da guerre e carestia, delle donne discriminate, dei bambini privati del diritto alla vita.
Sarà la musica a farla da protagonista, in conformità alla natura della rassegna: dal migliore jazz alla musica etnica sarda, i suoni più familiari saranno fiancheggiati da nomi di spicco del panorama musicale italiano.
Consumata la miccia accesa da Paolo Fresu il primo agosto, con l’esibizione del suo Devil Quartet, sarà Pino Daniele a dare fuoco alle polveri, venerdì 3 settembre (alle ore 22). Nello Spazio di Via Mariano IV il cantautore e chitarrista partenopeo si esibirà con il suo Ensemble per la prima data in Sardegna (l’altra sarà il 5, ad Alghero) del suo “The Volvo Music Tour”.
Un concerto che promette di spaziare fra l’anima blues che caratterizza l’intero universo di Pino Daniele, e quella Latin-jazz, così presente nel suo ultimo lavoro discografico, “Passi d’autore”, non senza toccare alcuni grandi hit, rivisitati nell’inedita veste “madrigalista” che ha caratterizzato il tour primaverile dell’artista napoletano.
Decisamente diversa la proposta che domenica 5 animerà la Piazza Corrias, sede di tutti i successivi appuntamenti dal vivo di Dromos. Sul palco, dalle 21,30 in poi, l’Orchestra di Piazza Vittorio, quindici musicisti provenienti da ben undici paesi di quattro continenti diversi si esibiranno in quello che sarà il segno vivente del significato del Dromos.
Guidati dal direttore Mario Tronco (Avion Travel), fonderanno le loro diverse lingue e culture in un unico, armonico insieme di note. La musica farà da potente collante a tutte queste esperienze, creandone una nuova che andrà a coinvolgere il pubblico. Niente blues, latin, o jazz. O forse tutto questo.
Sarà poi il turno di un trombettista eclettico, un artista unico nel panorama italiano. il 6 settembre (sempre alle 21,30), approda a Oristano il siciliano Roy Paci in compagnia dei magnifici sette della sua band, Aretuska. Autore di uno ska personale, in cui si riflette il suo vasto background musicale, Roy Paci è noto per le numerose collaborazioni, su tutte quella con Manu Chao.
Al Dromos, il gruppo presenterà l’ultima fatica discografica, “Tuttapposto”, album dedicato al grande clarinettista italo-americano Tony Scott.
Ritorno al jazz, il 15 settembre, con il concerto del trio formato dal chitarrista oristanese Giorgio Crobu, con il danese Jimmy Roger Pedersen al contrabbasso e il batterista americano Elliot Zigmund, già collaboratore del grande Bill Evans. E proprio le raffinate atmosfere del pianista americano (scomparso nel 1980), insieme a quelle di Wes Montgomery, sono richiamate, con la giusta dose di un calore tutto mediterraneo, dalla musica di Giorgio Crobu, chitarrista apprezzato per il tocco carezzato e la perizia esecutiva.
Mentre resta da definire il programma della serata del 12 – in sostituzione di Amalia Grè, già annunciata nei manifesti – a chiudere la settima edizione di Dromos sarà una festa che promette scintille, con la presentazione dell’ultimo disco dei Tancaruja, “Ballu Furiosu”.
Il 17 settembre, il concerto vedrà sfilare sul palco in piazza Corrias, oltre al gruppo di Pino Martini, anche i Cordas et Cannas, Tribù Mediterranea e Su Cuntrattu de Seneghe. Quattro diverse formazioni legate dal filo rosso che unisce tradizione e innovazione nella musica sarda, per una serata all’insegna dell’amicizia e della collaborazione.
In bilico tra musica e teatro, altre due proposte che si distinguono per la loro peculiarità all’interno della manifestazione. L’11 settembre, per la regia di Enrico Pau, il comico cagliaritano (e leader della compagnia Lapola) Massimiliano Medda presenterà “Il lupo, Pierino%u2026 la Nonna e il Telefonino”, uno spettacolo di prosa e cabaret ispirato alla favola musicale di Prokofiev “Pierino e il Lupo”.
Il 16, invece, è di scena Massimo Piras con “Se io fossi Gaber”, un omaggio al grande artista recentemente scomparso. Accompagnato da un’orchestra di undici elementi, lo spettacolo racchiude, secondo l’autore, “Gaber in tutte le sue sfaccettature”.
Non potevano mancare le arti visive, anche in questa edizione di Dromos, prima fra tutte il cinema. Stavolta, la settima arte trova spazio nella manifestazione con una rassegna di film a sfondo sociale.
Si va così dall’Israele contemporaneo di “Alila” di Amos Gitai (il 4 settembre), alla shoah di “Rosenstrasse”, di Margarethe von Trotta (il 7), dall’apartheid in Sud Africa con “In my country” di John Boorman (l’8), all’Argentina della dittatura militare e dei “desaparecidos” con “Garage Olimpo” di Marco Bechi (il 9), all’integrazione degli aborigeni australiani con “La generazione rubata” di Philip Noyces.
Anche le proiezioni si terranno in Piazza Corrias, e il ricavato dei biglietti sarà devoluto all’Istituto “Il Samaritano” di Don Giovanni Usai, uno dei pochi centri della provincia di Oristano per il recupero di ex carcerati e tossicodipendenti.
Per tutta la durata del festival il Chiostro del Carmine ospiterà la mostra fotografica “Hevi” di Antonello Carboni sul Kurdistan, un’intensa serie di scatti sulla geografia umana di una delle aree più tormentate del mondo, per cercare la dignità di un popolo velata di una triste felicità..