Farsi sedurre dai sapori e dalle tradizioni a “La Montagna Produce”
Sapori prelibati, densi profumi e fragranze, antiche usanze, questo e tanto altro, in vetrina a Desulo, centro di 3250 abitanti che sorge su un verde costone del Gennargentu, nei giorni 1-3-4-5 Novembre, in occasione della decima edizione de “La Montagna Produce”.
A Desulo, mani sapienti, continuano a preparare il tipico “pane cicci”, un disco rotondo come il sole, non troppo sottile, che oggi come un tempo si mangia a tavola o si porta in campagna nel sacco del pastore, perché si infila facilmente nella bisaccia senza occupare troppo spazio e senza arrecare troppo peso. E’ un pane che si presta ad accompagnare i più diversi piatti o ad essere farcito col prosciutto, i salumi o il formaggio.
I salumi nascono dalle carni dei suini montani e sono lavorati con una tecnica tramandata da secoli, poi grazie ai venti che lambiscono le vallate e che trasportano gli aromi delle erbe che crescono solo qui, si ottengano risultati ottimi., e prodotti ricercatissimi dagl’intenditori.
Così è per il formaggio pecorino, forse il più antico formaggio, vanto dei tanti pastori locali. Per farne una forma occorrono da 6-7 litri di latte fresco di pecora. Quello stagionato dai venti ai sessanta giorni, è più dolce e può essere impiegato in dolci o piatti vari. Quello stagionato oltre i sessanta giorni, ha un gusto più piccante e si sposa meglio con la pasta o eco un vino robusto. Sono poi prodotti il formaggio con i vermi, “su casu marciu”e il caglio di capretto, fatto dallo stomaco del capretto pieno del latte appena succhiato.
Dalla antica tradizione nascono poi tanti dolci, il pane e saba, le pardulas e il torrone, che non è solo tradizione di Tonara, ottimo, sapientemente lavorato con il miele di questa montagna, che sciami di api che hanno succhiato ai fiori di castagno, erica, asfodelo..
Questa infinità di bontà è possibile gustarle e acquistare a Desulo, anche in questa occasione, nei tanti stand allestitì, secondo itinerari guidatì, all’interno del paese.
Per l’occasione rivive il centro storico, con le sue antiche abitazioni in scisto e legno, dove vengono esposti oltre i vari prodotti della gastronomia quelli dell’artigianato, ed è particolarmente piacevole percorrere le sue vie animate, dove è facile incontrare le donne che ancora indossano il costume di orbace rosso, ricamato a mano in seta secondo un rigida successione simmetrìca di colori vivaci. Qui è bene anche visitare la casa- museo “Montanaru”, del famoso poeta in lingua sarda, oggi diventata museo etnografico che ospita una accurata ricostruzione delle abitudini e della vita del passato.
Dopo la visita al paese, non può mancare la passeggiata per ammirare una montagna unica, tanto è vero che questo territorio è stato scelto per realizzare un Parco naturale.
Salendo sulle alte vette è possibile osservare il maestoso volo dell’aquila reale, della poiana e del falco e avvistare branchi di mufloni. Sulle pendici è possibile ammirare piante di straordinaria bellezza e rarità, dagli agrìfogli ai tassi plurisecolari alle piccole ma profumatissime orchidee e alle tante altre essenze. E’ anche possibile raccogliere i vari frutti di bosco che in questo periodo crescono generosi, come le castagne, le nocciole, le noci o i funghi, tra cui il prelibatissimo porcino reale.