GALLERIA COMUNALE D’ARTE
- cosa: collezione di opere di artisti contemporanei
- motivi per una visita: la collezione Ingrao, 650 opere dei maggiori artisti italiani
- dove: Giardini Pubblici
- a chi rivolgersi: Personale del Comune
La collezione Ingrao
Ospita la Collezione Ingrao, prestigiosa raccolta d’arte otto/ novecentesca donata al Comune di Cagliari.
Si tratta di circa 650 opere, tra sculture e dipinti. Coprono un arco temporale che dalla metà dell’Ottocento attraversa tutto il secolo XX, documentando soprattutto i movimenti artistici della Capitale, dal Secessionismo degli anni Dieci ai travagliati anni della Seconda guerra mondiale.
Il percorso espositivo del nuovo museo è diviso in due blocchi; un primo itinerario, il principale, si compone di 13 sale dislocate sui due livelli della Galleria, piano terra e primo piano. In questi spazi sono esposte 250 opere, di cui 40 sculture.
Le altre 400 tra pitture, disegni, grafiche, terrecotte, bronzi, gessi, marmi, sculture lignee, sono invece ospitate in tre sale al piano terra, definibili come “depositi visitabili” o meglio “stanze del collezionista”: ambienti che, oltre a completare l’intero corpus di questa parte del lascito Ingrao, vorrebbero suggerire il caos tipico della quadreria dalla quale provengono, fitta stratificazione di opere accostate con criteri di gusto più che scientifici.
Un modus operandi, quest’ultimo, che ha caratterizzato i palazzi principeschi romani fin dal Rinascimento e che è all’origine degli attuali musei.
Nomi illustri, certo tra i sommi maestri del Novecento italiano, sono compresi in questa esposizione: GIORGIO MORANDI (14 opere tra dipinti e disegni), UMBERTO BOCCIONI (33 opere tra dipinti e disegni), MINO MACCARI (34 opere), PIO SEMEGHINI, MARIO MAFAI, GINO SEVERINI, FILIPPO DE PISIS, GIACOMO BALLA, CARLO CARRA’ (complessivamente 20 opere).
La struttura
La Galleria Comunale ha sede nel verde dei giardini pubblici, in una palazzina neoclassica, restaurata e riadattata alla fine degli anni ’20. I nuovi restauri hanno ampliato gli spazi espositivi, occupando interamente le sale del pianterreno che erano state adibite a sede dell’Archivio Storico e della Biblioteca comunale.