di Gianluigi Sassu
spiagge | dove dormire | dove mangiare
Oristano è il capoluogo della quarta provincia sarda.
Dista pochi chilometri dal mare.
Ha un ampio centro storico di sapore spagnolo, e conserva la memoria storica più prestigiosa dell’isola: quella dei giudici di Arborea, che per un secolo tentarono di opporsi all’espansionismo iberico e di unificare la Sardegna.
Nei pressi della città sono le vestigia delle più importanti antiche città sardo-fenicie, come Tharros, Othoca, Neapolis, Cornus.
Arrivare
>da Cagliari: S.S. 131 (ca. 90 km)
>da Olbia: S.S. 125 fino a Siniscola, poi SS.131 bis fino ad Abbasanta,
poi S.S. 131 seguendo le indicazioni
>da Alghero: S.S. 291 fino a Sassari, poi S.S. 131 e seguire le indicazioni
>da Porto Torres: S.S. 131
Da vedere
>>archeologia
|Tharros|
>>architettura
|Cattedrale di S.Maria Assunta|Chiesa di S.Francesco|
|Chiesa di S. Martino|Torre di Mariano II|
|Casa di Eleonora d’Arborea|Basilica di Santa Giusta|
>>musei e gallerie d’arte
|Antiquarium Arborense|
>>natura
|Stagno di Cabras|Parco del Sinis-Montiferru|
|Parco del Monte Arci|
Economia: turismo, terziario, industrie alimentari, artigianato
Abitanti: 32.000
Estensione: 84,63 kmq
Altitudine: 9 m s.l.m.
Posizione geografica: Oristano è situata nella pianura del Campidano, verso il suo margine settentrionale, presso la costa centro-occidentale dell’isola, ed è circondata dal fiume Tirso a nord, dallo stagno di Santa Giusta a sud e dal mare a ovest.
Paesaggio urbano
La città è a pianta radiale: grazie al terreno pianeggiante, infatti, si è sviluppata armonicamente in tutte le direzioni attorno al centro.
E’molto estesa in relazione al numero degli abitanti, perché molte case sono a un solo piano con giardino; i condominii e i palazzi sono relativamente poco numerosi. Grazie a questo, ha un aspetto particolarmente tranquillo e placido.
Il centro storico, medievale, di vaga impronta spagnola, vanta il Duomo più grande dell’isola, intitolato a Santa Maria Assunta; è del XIII secolo, ma dell’originario impianto gotico resta solo la cappella del Rimedio, mentre la costruzione odierna è barocca.
La Torre di San Cristoforo, detta Porta Manna, è quanto resta della cinta muraria medievale. Presenta spalti merlati, ballatoi aperti su tre piani, e s’innalza su di un basamento bugnato; fu edificata da muratori toscani al tempo dell’influenza pisana sulla città (XIII sec.)
Natura
Nei dintorni della città si ha uno degli ambienti naturali più unici d’Europa, il Sinis, una piccola penisola che si protende nel Mediterraneo, larga circa 20 km e lunga 10.
Si passa dagli stagni di Cabras e di Sale Porcus, che ospitano decine di specie volatili rare, alle distese di sabbia dietro Mari Ermi, veri e propri mini-deserti; dalle spiagge di Putzu Idu e Su Pallosu, ai boschi del Montiferru.
Cenni storici
l’antica Tharros, che sorgeva presso il capo San Marco, fu fondata dai Fenici e probabilmente era più antica di Roma e della stessa Cartagine; al tempo della conquista romana era una delle città più ricche e floride del Mediterraneo occidentale.
La fine del mondo antico e dei traffici mediterranei causò l’abbandono dell’antica città, i cui abitanti si spostarono gradualmente, a partire dal VI sec., a Maristanis (mare e stagni), nel più riparato entroterra.
Nel 1070 la nuova città (Maristanis) soppiantò Tharros come capitale del Giudicato d’Arborea.
Il Giudicato d’Arborea fu il più potente tra i quattro giudicati sardi: contese agli Aragonesi il dominio dell’isola e giunse, all’inizio del XIV sec., a controllarne quasi tutto il territorio.
Il merito fu della dinastia dei Bas-Lacon, che diede anche all’isola un codice giuridico (la Carta de Logu) molto avanzato per l’epoca.
Eleonora d’Arborea, a cui è dedicata a Oristano una statua e che promulgò la Carta, è entrata a far parte, nell’Ottocento, della “mitologia” del Risorgimento italiano.
Sconfitta nel 1409 e poi nel 1477, Oristano cedette la supremazia al Regno di Sardegna, creatura degli aragonesi, con capitale Cagliari.
Cominciò così una lunga decadenza, che nel Seicento portò la città quasi al totale spopolamento.
La rinascita, nel Novecento, ha portato all’abbattimento di molte architetture medievali, e dopo la promozione a capoluogo di provincia (1974) la città ha assunto un aspetto più moderno.