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Quartu Sant’Elena:
la terza città della Sardegna, una città dal volto moderno,
ma in cui pulsa ancora un cuore antico.
Tradizione ed innovazione in un connubio ricco di fascino.

arrivare:
>da Cagliari: sttravverso viale Marconi oppure attraverso viale Poetto 

economia: turismo, edilizia, commercio, industrie vitivinicole, agricoltura.
abitanti: poco meno di 70.000
estensione: 96.028 Kmq
altitudine: 6 m. s.l.m.
posizione geografica: situata all’estremità meridionale della Sardegna sud-orientale, a 6,5 Km a NE rispetto a Cagliari.

paesaggio urbano
dalla metà del secolo scorso la popolazione di Quartu è cresciuta di molto.
Parallelamente è cresciuto il numero di abitazioni. L’espansione edilizia ha interessato non solo il litorale, ma anche il centro storico, tanto che l’antico assetto urbano ne è rimasto fortemente alterato.
Ma il cuore dell’antico villaggio si può ancora scorgere nelle bellissime case costruite in terra cruda, con corte e loggiato (lolla), che fanno bella mostra di sé quando vengono spalancati i severi portali: è bellissimo il contrasto esistente fra l’austerità della visione esterna della casa, così impenetrabile dietro gli alti muri ciechi, e l’interno della corte, lussureggiante di piante e di luce.
Queste abitazioni tradizionali erano in realtà case-fattoria: non solo una sedi residenziali, ma anche laboratori. Alcune di esse conservano ancora il pozzo, gli annessi rustici, le stalle, elementi indispensabili per il lavoro agricolo.
Talune di queste case sono state destinate dall’amministrazione comunale ad accogliere manifestazioni pubbliche: Casa Olla, situata in via Eligio Porcu; la più esemplare di tutte è Sa Dom’e Farra, di fronte al Municipio, che ospita un museo etnografico (purtroppo attualmente chiuso).
Risalgono invece all’Ottocento-Novecento alcune dei più interessanti palazzi di Quartu: ricordiamo fra questi Villa Fadda, opera di un allievo dell’architetto Cima, purtroppo attualmente in stato di abbandono.
Notevoli anche alcuni esempi di architettura liberty: fra tutti, ricordiamo Palazzo Todde, in via Vittorio Emanuele, che offre la visione di una bellissima altana completamente affrescata.

la natura
Quartu è uno dei comuni più vasti della Sardegna, il suo territorio va dalla montagna al mare e il paesaggio naturale risulta molto vario.
Lungo litorale – 24 km di costa – il meraviglioso spettacolo di un mare sorprendentemente trasparente: tratti rocciosi ed aspri (Terra Mala, Is Mortorius, Cala Regina) si alternano a spiagge di sabbia candida e finissima (Capitana).
Sul versante montuoso il panorama cambia radicalmente: le pendici dei monti Sette Fratelli sono ricoperte di boschi, habitat naturale di aquile reali, cervi, cinghiali, gheppi.
I Sette fratelli sono un massiccio granitico: il tempo e il vento hanno creato vere e proprie sculture di roccia davvero singolari.
La cima più alta, Punta Serpeddì, raggiunge i 1069 metri.
La laguna di Molentargius, nella periferia ovest della città, costituisce una delle zone umide più importanti d’Europa: in quest’area è ospitata un’avifauna particolarmente varia e ricca.
I bellissimi fenicotteri rosa (sa genti arrubia) hanno scelto di vivere e riprodursi proprio in questo luogo.

cenni storici
la presenza dell’uomo nel territorio è molto antica: lo dimostrano i ritrovamenti d’età preistorica effettuati nell’area di Is Arenas (fra le saline e lo stagno di Molentargius) e nei pressi di viale Colombo.
La civiltà nuragica è ampiamente attestata dai circa 40 nuraghi che sono localizzabili nel versante nord-orientale del territorio: essi sembrano formare una specie di contrafforte di protezione rispetto all’area dell’attuale città.
Il nome Quartu è di origine romana: Quartu era infatti l’abbreviazione della formula Ad Quartum lapidem, che indicava la distanza in miglia rispetto al miliario stradale di riferimento, dislocato a Cagliari.
Alla tarda età romana risale una villa (purtroppo sotto forma di rudere) ancora visibile in località Sant’Andrea: era una struttura di tipo complesso, sia con funzione di abitazione che di sede lavorativa, come dimostrano gli ambienti annessi. Si pensa addirittura che fosse dotata di un impianto termale; dagli ultimi scavi sono venuti alla luce frammenti di mosaici.
Nel periodo giudicale, Quartu era costituita da più villaggi: Quarto Josso, Quarto Susso e Quarto Donnico, a cui si aggiungeva il villaggio di Cepola, che sorgeva attorno alla chiesa di S. Maria di Cepola.
Dall’agglomerarsi di questi nuclei si ha la costituzione della “villa” vera e propria, che, come tale, ottiene il riconoscimento ufficiale nel 1327, col il Regio Diploma di Giacomo II d’Aragona.
Nel 1426 viene concessa in feudo, col titolo di baronia, ad Antonio de Seta, per poi rientrare nel patrimonio regio aragonese alla fine dello stesso secolo.
In seguito agli attacchi barbareschi, perpetrati per tutto il XVI secolo (di cui uno dei più terribili nel 1582), per la difesa del litorale vennero costruite le torri di difesa di Carcangiolas, Foxi, Sant’Andrea, Is Mortorius.
Nel corso del Seicento il suo territorio venne martoriato da carestie ed epidemie: la pestilenza più violenta si scatenò nel 1652 e fu tale da decimare gran parte della popolazione.
Nel 1711 la villa di Quarto venne concessa in feudo ai Pes di Villamarina, sotto cui rimase fino al 1839.
Da segnalare che nel 1793 il litorale quartese fu teatro dello sbarco delle milizie francesi, capitanate dall’ammiraglio Truguet: le truppe sarde combattendo valorosamente, ottennero la vittoria sugli invasori.
Il 14 settembre 1862, con Regio Decreto, fu aggiunto al toponimo Quarto il qualificativo di Sant’Elena, per distinguerlo dall’omonima città in Liguria da cui partirono i Mille di Garibaldi.
Nel corso degli ultimi cinquant’anni, Quartu ha registrato un aumento demografico veramente eccezionale: attualmente, con i suoi quasi 70.000 abitanti, è la terza città più popolosa della Sardegna.