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DIETRO IL MARE

NATURA

  • Capo Testa
    Da qui un sentiero conduce al settore più settentrionale, presso il faro omonimo.
    Le rocce, erose dalla forza dei venti e delle acque che si infrangono violentemente, hanno forme incredibili e tondeggianti
  • Macchia mediterranea
    In cui gioca il ruolo di protagonista la grande e vistosa ginestra efedroide che in primavera copre le rocce di un bellissimo giallo intenso.
    Tra i massi granitici si nasconde, prudente e scattante, l’interessante lucertola di Bedriaga, un piccolo rettile di arcaica discendenza dalla bellissima colorazione verde cupo.
  • Gli antichi stazzi di granito
    Nascosti nel verde in passato usati dai pastori, ora sono esclusivi rifugi estivi immersi nella macchia mediterranea. Un’altra bellissima spiaggia è la spiaggia della Marmorata, situata più ad est.

ARKEO

  • La fondazione del paese, voluta da Vittorio Emanuele I di Savoia, risale ai primi dell’ottocento, ma la zona fu abitata fin dalla preistoria.
    Il primo insediamento risale infatti al periodo nuragico (4000 a.C): è possibile trovarne traccia in alcuni siti archeologici che si trovano nelle vicinanze del centro abitato.

    Poche, ma molto interessanti, le testimonianze di questo remoto passato: sulla strada per Capo Testa, un intero villaggio nuragico, di cui si possono vedere le fondamenta circolari delle capanne, i recinti per gli animali, e persino la base di una fornace.

    Durante il dominio romano della Sardegna esistevano nella zona due centri abitati: Longonis e Tibula. I Romani utilizzarono la zona per tagliare le pregiate rocce di granito che venivano utilizzate, una volta rifinite, per la costruzione di monumenti e di ville nobiliari della Roma antica: anche alcune colonne esterne del Pantheon sono state ricavate dal granito di queste scogliere.

    Durante il Medioevo fu fondato dai Pisani il borgo di Longonsardo con la finalità di costituire un avanposto strategico ad appena 11 miglia dalla Corsica allora dominata da Genova, acerrima rivale di Pisa.
    L’importanza logistica del porto favorì il rifiorire dell’industria estrattiva del granito e dei commerci.

    L’importanza di Longonsardo crebbe in modo considerevole tanto che diventò uno degli unici quattro porti della Sardegna assieme a Cagliari, Porto Torres ed Alghero, in cui era consentito imbarcare o sbarcare merci. Nel 1384 Eleonora d’ Arborea vi fece costruire un castello (del quale purtroppo oggi non ne rimane quasi più traccia), il quale venne poi nel 1420 distrutto dai genovesi, i quali ordinarono anche lo spopolamento della zona, che divenne così rifugio di banditi e pirati per i successivi due secoli.