IL PAESE E LA STORIA
Desulo (3700 abitanti; 886 m s.l.m.) è un tipico borgo montano a economia pastorale e turistica, che si erge sul versante occidentale del Gennargentu.
Numerose tracce di insediamenti preromani sono venute in luce nei dintorni del paese, mentre in una lettera del papa Gregorio Magno (fine VI sec.) la gente di qui veniva ricordata come non ancora cristianizzata né mai conquistata da alcuno.
Nel medioevo Desulo fece parte del Giudicato d’Arborea (curatoria del Mandrolisai); con l’avvento degli Aragonesi ottenne di essere governato da nativi.
Nel 1711 venne incorporato nella contea di San Martino, feudo dei Valentino, ai quali fu riscattato nel 1839.
Il paese era formato da tre distinte borgate, adesso riunite: Asuai, Issiria e Ovolaccio.
Nonostante il disordinato sviluppo edilizio degli ultimi anni, Desulo conserva ancora degli angoli caratteristici.
La tipologia edilizia delle vecchie case è una delle più interessanti dell’Isola: si tratta di abitazioni rustiche in scisto con lunghe balconate lignee.
Nell’abitato spicca la vecchia parrocchiale di Sant’Antonio Abate, dalle linee tardo-gotiche: la chiesa, risalente al XV secolo conserva all’interno uno splendido pulpito ligneo del Seicento. Da ammirare nella nuova parrocchiale è anche un crocifisso ligneo risalente al 1500.
Desulo è anche la patria di Antioco Casula Montanaru (1878-1957), uno dei più noti poeti in lingua sarda del Novecento.
Il Museo Etnografico Casa Montanaru è stato realizzato nell’abitazione dove nacque e visse il poeta. La struttura raccoglie materiali ed attrezzi utilizzati per il lavori agricoli, domestici e artigianali, una serie di tipici costumi desulesi e una biblioteca, composta da più di 1500 volumi.
Nei dintorni troviamo la chiesetta campestre della Madonna della Neve, presso il passo di Tascusì (1245 m) e il nuraghe Ura ‘e Sole, uno dei più alti della Sardegna (1331 m).
L’atmosfera del paese è resa ancora più suggestiva dalla presenza di gruppi di persone che indossano il caratteristico costume locale. Desulo è infatti uno dei pochi centri dell’isola dove perdura, soprattutto tra gli anziani, l’uso abituale dell’abbigliamento tradizionale.
Il vestito, in orbace, è ricamato con fili ricchi di colori vivaci, tra i quali predominano il rosso, il giallo ed il blu.
Secondo un’antica leggenda, i tre quartieri Asuai, Issiria e Ovolaccio rappresenterebbero le tre regioni barbaricine di Ollolai, Belvì e Seulo, simboleggiate nei colori rosso, blu e giallo che compongono l’elegante costume desulese
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