Home E Guida Turistica E ITINERARI IN AUTO E IN MOTO>DA CAGLIARI A MONTEVECCHIO 

 

km> 75
durata> 1 giorno

archeologia industriale> *****
natura> *****
arte> **
tradizioni> **
panorama> *****

Montevecchio: Roccia Leone

Partiamo da Cagliari e percorriamo
la S.S.131 (Carlo Felice);
dopo 44 km, all’altezza di Sanluri,
imbocchiamo la S.S. 197
che ci porta sino a Guspini.

Tappa 1 > GUSPINI: 14.000 abitanti; 137 m s.l.m.; in provincia di Cagliari, nella sub regione dell’Iglesiente.

Guspini è un centro agricolo con un recente passato minerario. Nel suo territorio, molto vasto, ci sono molte “cose” interessanti che meriterebbero una visita come i menhir, i nuraghi, e i resti dell’antica città di Neapolis.
Vi consigliamo di pernottare a Guspini e visitare la zona con più calma

Da vedere:
>arte
Nel medioevo il paese fu capitale della Curatoria di Bonorzuli, appartenente al Giudicato di Arborea.
Al periodo giudicale risale la chiesa di Santa Maria di Malta, situata nell’omonima piazza: fu eretta in stile romanico-pisano dai Cavalieri di Malta nel XIV secolo; venne rimaneggiata nel Settecento.
Nella seconda metà del 1400 il Giudicato di Arborea cadde in mano Argonese.
La chiesa di San Nicola di Mira, nella piazza principale del paese, è un edificio tardogotico-aragonese del XV secolo: bella la facciata con le merlature e un grande rosone traforato.
All’interno sono conservate alcune sculture lignee e pregevoli tesori sacri.

>natura
Dentro il paese il monumento naturale chiamato Canne d’Organo è una grossa cupola di natura basaltica detta “a fessurazione colonnare”.
E’ l’unica formazione del genere nell’Europa mediterranea e, in tutto il mondo, esistono solo altre 12 strutture simili. Si erge maestosa con i suoi 20 metri di altezza, affacciandosi alle porte del paese in località Cuccuru Zeppara, sul fronte di una cava abbandonata.
Per raggiungere il monumento è necessario attraversare un giardino privato: chiedete ai padroni di casa che vi facciano, gentilmente, passare nella loro proprietà.

Sardinia Point consiglia:
fra i prodotti dell’artigianato locale, c’è la guspinese, pregevole coltello a serramanico apprezzato dagli amatori.
Per gli estimatori della buona tavola, il paese offre la scelta di vari tipi di formaggi ovini e caprini, ottime salsicce e sa mustela, filetto di maiale messo a macerare nell’aceto di vino rosso, pepato e stagionato.

ripartiamo verso Montevecchio
Abbiamo visitato Guspini, ripartiamo, le miniere abbandonate di Montevecchio ci aspettano.
Usciamo da Guspini, in direzione San Nicolò d’Arcidano: svoltiamo a sinistra, di fronte al parco, all’altezza de sa boccia, un cippo in granito che ricorda la costruzione della strada Guspini-Montevecchio avvenuta nel 1867.
Percorriamo la Strada Provinciale 418; dopo pochi chilometri la strada inizia gradatamente a salire.

la Miniera di Levante
Aggiriamo la cava di Conca Mosu: ecco lo scenario della miniera di Montevecchio disposta nella vallata detta “di Levante”.
La prima opera che notiamo, sulla destra, è lo sbarramento della Diga Fanghi, dagli spettacolari scenari desertici, costruita per smaltire le sabbie sterili.
Sempre sulla destra, ai piedi della diga, vediamo il magazzino di Sciria, con la stazione dalla quale partiva il trenino carico di minerale.
Continuiamo a salire: le vasche rettangolari, ancora piene d’acqua dall’intenso colore verde, ci permettono di riconoscere, fra le varie strutture, la laveria Principe Tomaso (nella foto a destra), costruita nel 1896, posta proprio di fronte.
Più in alto svetta il castello di Pozzo Sartori (1941), l’impianto di estrazione principale.
Oltre la laveria intravediamo, in lontananza, fra le altre strutture, il castello in muratura del Pozzo maestro di San Giovanni (Miniera di Piccalinna): è una bella costruzione del 1876, in stile liberty francese.
Nei paraggi sono stata rinvenute alcune tombe di epoca romana, contenenti attrezzi ed utensili per l’escavazione del minerale.
Fa un certo effetto osservare gli enormi macchinari silenziosi, “divorati” dalla natura che si rimpossessa dei luoghi abbandonati, in uno scenario di selvaggia bellezza.
Saliamo di tornante in tornante: la strada sfiora quasi il cantiere Sant’Antonio riconoscibile per la torre merlata, dalle pregevoli linee architettoniche neo-gotiche.
Superiamo le abitazioni dei Cameroni Rossi e, dopo qualche tornante, la nostra ascesa termina: siamo arrivati a Montevecchio, nello spiazzo davanti all’Ospedale ( Spianamento).

Tappa 2 > MONTEVECCHIO: frazione di Guspini; 370 m s.l.m; 490 abitanti

Informazioni Turistiche-
La “Promoserapis- servizi turistici Montevecchio” organizza le visite guidate alle Miniere, alla Mostra di Minerali, al Palazzo della Direzione, all’esposizione Flora e Fauna e alla mostra Civiltà Mineraria; organizza, inoltre, escursioni a piedi e a cavallo e il noleggio di mountain bike.
Per informazioni: telefono 070 972537, oppure 0368 538997; fax 070 974188.

>il paese
si apre sul colle di Genna Serapis; il nome riecheggia quello della divinità greco-egizia Serapide, protettrice del mondo sotterraneo, invocata, probabilmente, durante la dominazione romana dai deportati che lavoravano nelle miniere di questa zona.

Montevecchio oggi è semispopolato, conta solo 490 abitanti, ma fino agli anni settanta abitavano qui alcune migliaia di persone.
Montevecchio è situato al centro di un bacino metallifero di piombo e zinco, per decenni tra i più produttivi d’Europa.
Ora l’attività estrattiva è stata abbandonata e tutto il complesso delle miniere è stato riconosciuto dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.

All’interno del paesino, completamente immerso nel verde e incastonato tra le montagne degradanti verso la Costa Verde, troviamo, sparsi, gli uffici della miniera e numerose strutture abitative.
Molti di questi ambienti hanno rivissuto nelle scene del film di Gianfranco Cabiddu Il figlio di Bakunìn, tratto dal romanzo omonimo di Sergio Atzeni.

Gli edifici mostrano una certa ricercatezza e originalità nello stile costruttivo: nel piazzale principale, di fronte all’Ospedale (fine 1800) ormai abbandonato, notiamo il Palazzo della Direzione che oggi è in fase di ristrutturazione ma comunque visitabile (vedi “a chi rivolgersi” a fondo pagina): ingloba nella sua parte terminale la piccola chiesetta dedicata a Santa Barbara, protettrice dei minatori.
La struttura imponente e lineare, sorta nel 1870, presenta all’interno bellissimi affreschi, un porticato a colonne e ballatoi protetti da vetrate.
Sempre nella Direzione sono allestite due esposizioni permanenti: la Mostra della Civiltà Mineraria, con attrezzi usati dai minatori, modellini e fotografie storiche; e la Mostra Flora e Fauna, con animali imbalsamati e varie fotografie.
Tra le altre architetture meritano una nota le interessanti forme tardo-liberty delle palazzine della Foresteria e le abitazioni dei dirigenti; queste, sorte nel 1930, sono situate nel suggestivo viale alberato, oggi via dello Stadio, parallelo alla strada che conduce a Marina di Arbus.
Le costruzioni più antiche sono i “cameroni” detti “a bocca di pozzo”, sorti nei diversi cantieri di lavoro, tra il 1850 ed il 1860, per permettere ai minatori di riposare durante le poche pause dell’estenuante lavoro.
Più tardi, nel 1870, furono costruite, nello spianamento, le palazzine a due piani con appartamenti,  che inglobano l’Ufficio Postale, tuttora aperto.
Il complesso che riuniva le Scuole Elementari, il Dopolavoro ed il Cinematografo fu costruito nei primi anni ’40 e venne inaugurato da Benito Mussolini.
Gironzolando per il paese ci imbattiamo nella struttura dell’albergo Al Cinghiale (nella foto a destra), ex-prima Foresteria, oggi purtroppo in un completo stato di abbandono e degrado; vicino all’edificio, in una aiuola, cattura la nostra attenzione un bellissimo lauro secolare.
Interessante anche l’Ufficio Geologico, sorto nel 1940 a lato dell’ospedale, che ospita una grande esposizione di minerali, visitabile con guida.

>la natura
Montevecchio è anche un autentico paradiso per gli amanti della natura. Il borgo è letteralmente immerso nel bosco. 
La flora circostante presenta un’infinita varietà di alberi: lecci secolari, querce da sughero, pini, eucalipti, e roverella.
Rigogliosa la macchia mediterranea con olivastro, lentischio, corbezzolo, euforbia, alloro, ginestra, perastro, cisto e oleandro; sorprendenti le fioriture della ferula, dei ciclamini, degli asfodeli e della lavanda…
Negli angoli più umidi trovano il loro habitat naturale rovi, muschi, felci e le smilacee.
Anche la fauna è molto varia ed interessante. La campagna circostante è il regno del cervo sardo (cervus elaphus corsicanus); lo splendido erbivoro, presente anche in altre zone montuose della Sardegna, è caratterizzato dal manto bruno scuro con parti inferiori più chiare; il maschio ha corna ossee caduche, mentre la femmina e gli individui più giovani ne sono privi.
La presenza di ampi spazi aperti nel bosco e fra la macchia mediterranea ne agevola l’osservazione. Spesso sono stati visti cervi risalire sino al limitare dell’abitato in cerca di cibo.
Nella foresta abbondano i gatti selvatici, le volpi, i cinghiali, le donnole e le martore.
In mezzo ad un’infinità di uccelli, ghiandaie, verdoni, passeri, pernici, civette, beccacce, picchi, upupe, merli; dominano le poiane, il gheppio, l’aquila di Bonelli e i falchi, mentre di notte è solito ritmare il suo canto l’assiolo.

Sardinia Point consiglia:
Ogni anno a Montevecchio, tra il 28 e il 30 di giugno, si svolge la “Sagra del Miele”.
Ogni due anni dal 27 luglio al 4 agosto è possibile assistere all’interessantissima mostra-mercato di coltelli “Arresojas”.
Dal 26 al 30 giugno ha luogo la mostra di prodotti dell’artigianato e agroalimentari “Artigianando”.
Nel mese di agosto, sempre in questa zona, viene organizzato un laboratorio teatrale a cura della compagnia cagliaritana Carpe Diem.

Montevecchio, grazie al suo incantevole territorio, è il luogo ideale dove iniziare tantissime escursioni, una più bella dell’altra.

!ATTENZIONE!
Se non conoscete la zona e volete avventurarvi senza una guida tra le strutture ed i macchinari della miniera potete correre alcuni rischi. Attenzione soprattutto ai “fornelli”, cioè ai pozzi verticali utilizzati nelle miniere che mettono in comunicazione due gallerie a livello differente, alcuni di essi potrebbero essere scoperti.
Possibili multe per gli animi più avventurosi.