km>16,5
durata>1 giorno
archeologia industriale>*****
natura>*****
arte>**
tradizioni>**
panorama>*****
raggiungiamo Montevecchio da Cagliari
>prendiamo la S.S. 131 direzione Sassari
>dopo circa 40 km all’altezza di Sanluri imbocchiamo la S.S. 197 verso Guspini
>usciamo da Guspini in direzione S. Nicolò d’Arcidano
>imbocchiamo la strada provinciale 418 verso Montevecchio
>usciamo da Montevecchio in direzione Piscinas Ingurtosu
INIZIA L’ITINERARIO…
…verso Ingurtosu, attraverso la miniera di Ponente
La strada è sterrata, ma facilmente percorribile.
Di fronte a noi si apre la vallata “di Ponente”. Giriamo attorno ad una collina tra boschi di lecci, sughere e macchia mediterranea.
- Stiamo attraversando la Miniera di Ponente, sempre nel territorio di Montevecchio.
Il territorio mostra chiari i segni delle mine, fatte esplodere per la ricerca del filone metallifero, in quel punto ricchissimo. - Oggi il luogo è meta di cercatori e collezionisti di minerali.
- Sulla destra, in basso, si scorge l’impianto della centrale Minghetti, polmone artificiale che riforniva d’aria pulita le gallerie e aspirava quella viziata dai fumi e dalla polvere.
- Dopo qualche curva si arriva all’imponente struttura dell’albergo Sartori, oggi in completo abbandono, costruito per ospitare gli operai dei paesi lontani.
- Sulla destra, a fondo valle, notiamo il grande cantiere Sanna dove si trattavano minerali solforati e semiossidati.
Il cantiere è dominato dalla torre in muratura del Pozzo Sanna, profondo 404 m. - Superata una galleria ad arco ed alcune abitazioni abbandonate, arriviamo in località Zely, al confine tra il comune di Guspini e quello di Arbus.
Dopo il valico di Arcu sa Tella, la strada comincia a scendere. - In mezzo agli arbusti di cisto, intravediamo le acque della diga Zerbini e quelle della attigua e più grande Donegani.
La strada, da questo punto in poi, diventa via via sempre più dissestata.
Procedete lentamente; arriverete senza problemi a Piscinas!!
Vi consigliamo di proseguire, non ve ne pentirete, ma se siete dei fanatici dell’auto lucida tornate indietro.
- Davanti a noi si apre la vallata del rio Mannu; qui sono visibili i ruderi della laveria La Marmora, dove fin dal 1875 il minerale era separato dagli sterili. Poco più in là c’è la miniera di Telle, sovrastata dalle case degli operai.
- Tra gli spazi aperti del bosco non è difficile avvistare dei cervi, molto numerosi in queste colline
- Poco prima della laveria Telle, sulla destra, una strada percorribile a piedi, porta al Pozzo Amsicora (1938) profondo circa 300 m
- Ritornati sulla Provinciale sterrata per Ingurtosu proseguiamo in mezzo alla fitta vegetazione. Arriveremo alla miniera di Casargiu, dominata dal castello del Pozzo Fais (1934). Qui, in una vallata dove crescono rigogliosi corbezzoli e ginepri, il rio Mannu si perde nel rio Irvi.
Tappa 1>INGURTOSU
antico borgo minerario; 250 m s.l.m.; quasi disabitato
Superato il secondo pozzo di Casargiu arriviamo ad Ingurtosu: la miniera di Ingurtosu produceva piombo, zinco e argento.
Poco dopo, immerso nel verde e quasi totalmente abbandonato, si apre il borgo di Ingurtosu.
E’ uno degli esempi più significativi di borgo minerario in Sardegna; l’insediamento ottocentesco è disposto a blocchi sparsi in un ripido pendio coperto da una fitta pineta. Nel centro dell’abitato, lungo la strada che riporta sulla S.S.126 in direzione Arbus, vi segnaliamo alcune ville d’epoca, destinate ai dirigenti della miniera.
Notevole la palazzina in stile neo-gotico francese che ospitava la Direzione. Le sue linee seguono il gusto introdotto dalla società multinazionale Pertusola, prima proprietaria della miniera.
Sardinia Point consiglia:
per visitare il palazzo della
Direzione, rivolgersi al custode
che abita in una casa in prossimità
della struttura
La strada passa sotto un arco ricavato nella palazzina; pregevole, sulla destra, il meraviglioso ballatoio ligneo, con finestre chiuse da archi ogivali.
…verso le dune di Piscinas
per proseguire verso Piscinas, torniamo indietro.
Arrivati al bivio, giriamo a sinistra in
direzione Piscinas (svoltando a destra si torna
a Montevecchio) e continuiamo il nostro itinerario.
Per circa 400 metri la strada è molto ripida ma asfaltata;
subito dopo ricomincia lo sterrato, in alcuni tratti
decisamente sconnesso.
- Poco più giù, lasciata sulla destra la torre
del Pozzo Gal, inizia un percorso che porta all’impianto estrattivo di Pozzo Pireddu. - Continuando sulla strada principale, il paesaggio, ci offre scenari lunari, con le montagne di detriti originate dall’accumulo dei materiali sterili.
- Subito dopo arriviamo a Naracauli. Imponenti colline degradanti verso il mare incorniciano la bellissima
laveria di Lord Brassey (foto a destra), nobile
inglese che nel 1900 fece costruire la struttura. - La strada prosegue nella boscosa valle del rio Naracauli che, in prossimità della colonia penale di Is Arenas, incontra il rio Bau e poco più avanti il rio Sciopadroxiu.
- È questo il punto dove la macchia mediterranea cede
il posto a ginepri coccoloni secolari e alle
ammofile; qui iniziano a delinearsi incantevoli
e gigantesche formazioni sabbiose paraboliche: le famose dune di Piscinas.
Tappa 2>IL “DESERTO” DI PISCINAS
Probabilmente formatesi già a partire dalle ultime glaciazioni, le dune disegnano un paesaggio unico per la Sardegna ed eccezionale per l’intera Europa.
Dune “in movimento” e dune “ferme”con radici di sabbia che il maestrale ha creato e che muove, con mille piccole onde che le dita del vento disegnano giorno dopo giorno.
Le montagne di sabbia e vento vincono la terra per circa 5 chilometri verso l’interno, con altezze che superano i 250 metri sopra il livello del mare. Le uniche piante che si adattano alle dune sono i secolari ginepri.
La strada ad un certo punto si biforca.
La strada a sinistra porta direttamente al grande
spiazzo-parcheggio antistante la spiaggia.
Sempre sulla sinistra notiamo la struttura
dell’albergo-ristorante “Le Dune”, aperto tutto
l’anno, costruito su una preesistente
struttura e valido esempio di integrazione
edilizia con l’ambiente circostante.
Avanzando sulla sabbia la mente è investita dai grandi spazi e dal silenzio circostanti e tutto sembra assumere un aspetto quasi irreale.
La spiaggia gode, per gran parte dell’anno, di uno splendido isolamento; infatti i collegamenti disagevoli, , e la presenza della vicina colonia penale di Is Arenas, hanno contribuito a proteggerla e custodirne i tesori.
Il litorale vastissimo è limitato a nord dalla foce del rio Piscinas, mentre a sud si estende a perdita d’occhio sino a Capo Pecora.
Sulla spiaggia di sabbia finissima, spesso
battuta da onde impetuose, nelle notti di
giugno vengono a deporre le uova le tartarughe marine.