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DA CAGLIARI A GAVOI
Sulle strade del Carnevale barbaricino
 

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Partiamo da Cagliari sulla S.S. 131 Carlo Felice: la strada attraversa tutto il Campidano senza mai incontrare un paese, ma il percorso è piacevole e ci permette di osservare i grandi spazi della pianura  più grande dell’isola. Lo sguardo nelle giornate di sole arriva sino ai monti più lontani.

Dopo aver lasciato Oristano sulla sinistra, attraversiamo il Tirso e continuiamo in direzione di Abbasanta.
Abbasanta
Al km 123,500 incontriamo la mole del bellissimo nuraghe Losa .

Una breve stradina conduce direttamente all’area archeologica. E’ un nuraghe complesso: il primo impianto risale al Bronzo Medio (1500 a.C.).
La struttura, trilobata, è “fasciata” da due imponenti antemurali realizzati con grossi blocchi di basalto.

La cortina più esterna racchiude anche il villaggio di capanne e altri ambienti realizzati nelle successive fasi punica, romana e alto-medievale.
Abbasanta produce formaggio, vino, olio, legno e sughero. Specialità: dolci di formaggio e di mandorle.

Dopo Abbasanta lasciamo la S.S.131 e continuiamo sulla 131 dcn in direzione Nuoro . Dopo aver attraversato una serie di altopiani continuiamo sino al capoluogo, poi entriamo nel Supramonte e arriviamo ad Oliena .

Oliena
Il paese si trova alle falde del monte Corrasi, la cui alta parete rocciosa, a picco sull’abitato, crea una spettacolare quinta naturale.
Nei tortuosi, stretti vicoli del centro storico si conservano numerosi esempi della tipica architettura spontanea che comprende piccole corti, muri biancheggianti di calce, scalette esterne, archi, pergolati, fumaioli dalle fogge insolite.

L’artigianato locale produce pregiati gioielli di filigrana, scialli di seta abilmente ricamati, che costituiscono l’ornamento più elegante del costume tradizionale femminile.

Fra le produzioni agricole, particolarmente rinomate sono quelle del vino Nepente, una sottodenominazione geografica del Cannonau, e dell’olio d’oliva.

Le località intorno al paese sono fra le più belle della Sardegna: la foresta di Maccione, la sorgente carsica di Su Cologone, la valle di Lanaittu e il monte Tiscali, solo per citarne qualcuna.

Attraverso il Supramonte continuiamo in direzione di Orgosolo , uno dei centri più caratteristici e conservativi della Sardegna.

E’ il paese simbolo del mondo culturale barbaricino. L’abitato sebbene alterato da recenti interventi edilizi, continua ad essere caratterizzato da ripidi e stretti vicoli e da rustiche case in pietra  a vista.

Ravviva l’ambiente un gran numero di murales  di contenuto politico-sociale, che documentano l’impasto tra la vecchia cultura pastorale e le nuove realtà del mondo.
Nell’abitato sorgono alcune chiese interessanti del XV e XVI secolo.

Anche i dintorni del paese, una delle aree più incontaminate d’Europa, meritano più di una visita: da segnalare le splendida foresta demaniale di Montes, ai piedi del monte Fumai, al monte Novo San Giovanni, un torrione calcareo da cui si gode un bel panorama dei monti del Gennargentu.

Da Orgosolo, in mezzo ad infiniti pascoli ovini, su un terreno ondulato di media e alta collina, ci dirigiamo verso Mamoiada  e rientriamo nella Barbagia di Ollolai.

Mamoiada
Il paese è famoso nel mondo per il suo caratteristico Carnevale . Come in altri paesi del centro dell’isola – Ottana e Orotelli – resistono antiche tradizioni che utilizzano richiami ad un mondo oggi quasi scomparso. Si tratta di riti incentrati su maschere dall’aspetto terrificante, ispirate ad animali e figure mostruose.

A Mamoiada i Mamuthones portano sul viso una maschera nera di legno – levigata e lucidata, dall’espressione tragica – un fazzoletto femminile in testa e sul dorso pesanti campanacci uguali a quelli che si appendono al collo dei bovini.

Intorno al collo hanno una collana di campanelle più leggere. Così addobbati i Mamuthones sfilano per le strade procedendo con una andatura saltellante e cadenzata.

Sono seguiti da altre figure: gli Issocadores, vestiti con abiti di foggia turca.
Hanno pantaloni larghi, corpetto rosso, scialle intorno alla vita. Sono provvisti di un laccio che gettano tra la folla per catturare e trascinare via i prigionieri.

E’ qui che toccherete con mano la civiltà pastorale, gusterete cibi tipici e metterete alla prova la ben nota ospitalità della gente.

L’itinerario continua e da Mamoiada ci spostiamo a Fonni , il comune più alto della Sardegna.
In paese troverete splendidi esempi di artigianato locale, dalle coperte, ai pani e dolci tradizionali.

Di grande interesse ai bordi dell’abitato il complesso della Madonna dei Martiri, con basilica e convento francescano del XVII secolo.
Da vedere all’interno un ciclo di pitture popolari del Settecento, che descrivono la prima cristianizzazione dell’isola.

Nei dintorni di Fonni meritano una visita il monte Spada, la tomba dei giganti di Bidistili, l’area archeologica di Gremanu e il nuraghe Lagomache, dall’originale e complessa struttura.

Da Fonni, dopo aver attraversato il lago di Gusana , ci spostiamo in direzione di Ovodda.
Interessante nel paese la parrocchiale di San Giorgio, con campanile di granito e statua lignea seicentesca di San Pietro. Nei dintorni segnaliamo il villaggio nuragico di Oseli e la chiesetta campestre di San Pietro.

Anche ad Ovodda è molto caratteristico il Carnevale: per la singolarità di concludersi il mercoledì delle Ceneri e per la chiassosa partecipazione degli abitanti.

Sos Intintos si aggirano per le vie del paese e mascherati con abbigliamenti fantasiosi anneriscono con il nerofumo il volto di tutti i presenti.

L’animato corteo trascina un pupazzo, detto Don Conte, responsabile di tutti i mali della comunità. Al termine della giornata, dopo un pubblico processo che si conclude con una condanna a morte, il pupazzo viene impiccato o dato alle fiamme.

Risaliamo verso nord e dopo 16 km giungiamo a Gavoi , per la fine dell’itinerario.
Da visitare nel paese la parrocchiale in granito di San Gavino: edificata nel XVI secolo, ha un rosone sulla facciata e battistero in legno all’interno.

In via Roma il palazzo Satta, esempio di casa padronale barbaricina, con arredi e oggetti d’arte di un certo interesse.
Qua e là per il paese incontrerete botteghe artigiane per la lavorazione del legno intagliato, di briglie e speroni, e per la tessitura di tappeti tradizionali. A Gavoi si produce anche il pregiato pecorino Fiore Sardo.

Nei dintorni consigliamo un’escursione al lago di Gusana, specchio d’acqua che, attorniato da fitti lecceti e alte cime, ha un aspetto quasi alpino.