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PER FARSI UN’IDEA
 

Una terra antica dalle mille attrazioni: 6000 ettari di stagni con una flora e fauna uniche, le case dei pescatori davanti ad un mare verde smeraldo, chilometri di spiagge alternate da alte falesie calcaree, la civiltà nuragica e le città punico-romane. E in mezzo alla pianura, Oristano, capoluogo di provincia e ultimo baluardo della resistenza dei Sardi all’occupazione spagnola.
La macroarea comprende il Montiferru, l’Altopiano di Abbasanta, il Sinis, l’Arborea, il Barigadu e la Marmilla.
I centri più importanti sono: Oristano, Cuglieri, Santu Lussurgiu, Cabras, Mogoro, Terralba, Marrubiu. Oristano fu il capoluogo del Giudicato di Arborea. Della cinta muraria antica restano brevi più alcune torri. Belli il Duomo, edificato nel XIII secolo e la chiesa di San Francesco. Cuglieri è l’antica Gurulis Nova romana, dove si rifugiarono gli abitanti di Cornus, per le invasioni barbaresche. Numerose le testimonianze del passato: tombe dei giganti, nuraghi, le rovine della punica Cornus e i ruderi del Castello di Montiferru. Santu Lussurgiu è un comune che sorge sul bordi un antico cratere vulcanico denso di colture ad ulivo. Interessanti testimonianze preistoriche. Bella la chiesa di Santa Maria degli Angeli (XV sec.) e la chiesa di Santa Croce. Cabras è un grosso borgo di pescatori, situato sulla riva orientale dello stagno omonimo. Da citare la Parrocchiale, risalente al Cinquecento e, lungo la costa, la città punico-romana di Tharros. Notevole anche la chiesa paleocristiana con impianto bizantino di San Giovanni di Sinis. Mogoro è un centro agricolo della Marmilla che presenta ancora le vecchie case in pietra. Il territorio conserva numerosi nuraghi; bella anche la Parrocchiale di San Bernardino, edificata nel XVII sec. Terralba è un importante centro agricolo del Campidano di Oristano. Nei dintorni i resti di un villaggio nuragico. Marrubiu, centro agricolo conserva numerosi insediamenti nuragici. Interessanti i ruderi di Sa Domu %u2018e S’Orcu, in località Santa Sofia.
L’Oristanese è un territorio molto eterogeneo, si passa dai rilievi calcareo-marnosi della Marmilla, alla piana di Arborea. A Nord della valle del Tirso si incontrano l’Altopiano di Abbasanta e i rilievi basaltici dell’antico cono vulcanico del Monte Ferru.
Le coste: bianche scogliere di calcare miocenico all’altezza di Santa Caterina di Pittinurri e poi spiagge sabbiose lunghissime e deserte. Da Punta S’Incodina riprendono ad innalzarsi le falesie. Arrivati a Capo Sturaggia la costa ridiviene bruscamente bassa. Qui inizia la bellissima spiaggia di Is Aruttas. Continuando verso Sud si raggiunge Turr’e Seu, piccolo promontorio che ospita un’oasi naturalistica protetta.
A poca distanza dalla costa, l’isola di Mal di Ventre e le sue splendide calette.
Numerosissimi i prodotti tipici della zona: l’Olio d’Oliva, l’Acquavite, la Vernaccia e gli altri vini Semidano, Nuragus, Moscato, Nieddera, i Novelli e il rosso Bovale. Tra le prelibatezze culinarie sono famose la Merca e la Bottarga. Ottimi anche i Malloreddus, Su Succu de Fa’ (una crema di fave con cotiche), Sa Giobarina e Is Lorighittas di Morgongiori. Squisiti i Formaggi di Samugheo. Tra i dolci spiccano i Dolci di Mandorle, Su Pane %u2018e Saba e i Mustazzolus, biscotti a base di mosto, farina di frumento, lievito e zucchero.
L’artigianato è fiorentissimo: ricordiamo il Filet di Cuglieri, i Canestri di giunco intrecciato di San Vero Milis, Simaxis e Villaurbana, i Mobili e le Cassapanche Nuziali di Santulussurgiu, Samugheo, Paulilatino e Mogoro. A Santulussurgiu vengono realizzati anche Tovaglie, Tende e Cuscini di lino ricamati,  inoltre sono attivissime la Lavorazione del Ferro (speroni, staffe, morsi), della Pelle (borse, selle, briglie e finimenti per cavalli) e del Coltello Artigianale a serramanico.
Mogoro è famosa anche per i Tappeti, per la realizzazione di manufatti di ferro e per i Tessuti multicolore. Anche a Morgongiori, Norbello, Seneghe, Samugheo, Busachi e Ales è fiorente l’arte della tessitura.