10 COSE DA NON PERDERE
- Piazza Satta a Nuoro
La bella piazza del capoluogo sistemata dallo scultore Costantino Nivola
Nel 1967 Nivola fece dipingere di bianco gli edifici e ricoprire di lastroni di granito il piano di calpestio. Vennero distribuiti grandi blocchi di granito, impreziositi da statuette entro nicchie che raffigurano il poeta nuorese Sebastiano Satta, in diversi momenti della sua vita. - Il Villaggio Nuragico di Tiscali
Uno sperduto villaggio nel cuore del Supramonte
All’interno di una gigantesca rupe calcarea, nello sprofondamento tettonico che l’ha in parte vuotata, si trovano i resti di un villaggio nuragico, con capanne circolari, in pietre cementate con malta di fango, parzialmente coperto dalle pareti aggettanti del cratere. - I Mammuthones di Mamoiada
Più che una festa un rito, che si tramanda da secoli
Legata alla più antica tradizione pastorale, la sfilata dei Mammuthones e degli Isshoadores di Mamoiada nel giorno di Sant’Antonio Abate e durante il carnevale, richiama turisti e curiosi da ogni parte della Sardegna. Vestiti di pelli e con maschere lignee orrifiche, i mammuthones eseguono una danza ritmica accompagnata dal suono dei campanacci che portano addosso; intorno, gli Isshoadores acchiappano al lazo, tra la folla, le ragazze più avvenenti. - Il Villaggio Nuragico di Serra Orrios a Dorgali
Il grande abitato di epoca nuragica a due passi da Dorgali
In mezzo ad alti ulivi e macchioni di lentischio troviamo il villaggio nuragico meglio conservato dell’isola. Sono oltre 70 costruzioni, quasi tutte circolari, con basso muretto sul quale si impostava il tetto conico di frasche. Molto interessanti tre tempietti a megaron ritrovati nella parte ovest del villaggio. - Il Torrone di Tonara
Dolce, nutriente, è il tipico dolce di mandorle e miele
Secondo la più antica ricetta, dal miele di montagna in aggiunta a bianchi d’uovo, mandorle o noci, con un lungo lavoro di abili mani, si ottiene il torrone sardo. La morbidezza e l’intenso profumo di miele sono le caratteristiche che maggiormente lo distinguono dagli altri torroni d’Italia. - Il Pozzo Sacro di Su Tempiesu ad Orune
Lo splendido gioiello dell’architettura nuragica sacra
Scoperto nel 1953 rappresenta uno degli esempi più alti dell’architettura nuragica. Costruito in basalto, è costituito da un vestibolo rettangolare, comunicante mediante una scaletta con il vano coperto da una piccola tholos che nasconde la fonte sacra. Una singolare copertura ricopre il monumento in tutte le sue parti. - La Chiesa Romanica di San Pietro a Bosa
Fuori dall’abitato una splendida costruzione medioevale
L’edificio è di impianto romanico. Nella facciata si notano archi decorativi, con altorilievi che rappresentani i simboli degli evangelisti. Sul portale si notano rilievi di influenza bizantina. L’interno è a tre navate diviso da pilastri. - La Spiaggia di Cala Luna
Un angolo di paradiso lungo la costa orientale
Probabilmente la spiaggia più bella del Mediterraneo. Set dei film di Lina Wertmuller e Paolo Villaggio negli anni ’70, la spiaggia è stata minacciata sino a qualche anno fa da un invadente turismo di massa. Raggiungibile solo in barca o attraverso un non facile trekking, è formata da un arenile di sabbia chiarissimo a ridosso del quale si trova un bel boschetto di oleandri. - La Riserva Naturale del Gennargentu
Un enorme territorio dagli straordinari valori paesistici, ambientali, naturalistici e panoramici
Una vegetazione arbustiva con rarità botaniche di estremo interesse e una fauna particolarissima, specie da quando le cime più alte sono diventate l’ultimo rifugio di numerosi branchi di mufloni. Qui sopravvivono ancora il gatto selvatico, il ghiro, l’aquila reale e qualche raro esemplare di avvoltoio monaco. - I Costumi di Desulo
In tanti usano ancora l’antico vestito tradizionale dove spiccano i colori giallo, rosso e blu
Desulo è uno dei pochi centri dell’isola dove perdura, soprattutto tra gli anziani, l’uso abituale dell’abbigliamento tradizionale. Il vestito, in orbace, è ricamato con fili ricchi di colori vivaci, tra i quali predominano il rosso, il giallo ed il blu, colori che simboleggierebbero le tre regioni barbaricine di Ollolai, Belvì e Seulo.