NUORO, CAPITALE DELLA BARBAGIA
abitanti: 38.000 | altitudine: 546 s.l.m.
Nel cuore della Sardegna, la capitale delle Barbagie. Città natale di Grazia Deledda, Nobel per la letteratura.
Il museo etnografico, le tradizioni agropastorali, le sculture di Nivola.
Posizione geografica
posta quasi al centro dell’isola, Nuoro si estende su un pianoro prevalentemente granitico, dominato dal monte Ortobene, Su Monte per i nuoresi.
Da vedere
Chiesa della Solitudine | Museo delel Tradizioni Popolari | Museo Man
Museo Archeologico | Museo Deleddiano | Chiese del quartiere Santu Predu: Su Rosariu, Su Serbadore, Santa Ruche, Santu Caralu, Sa Solidae | Piazza Sebastiano Satta, piazza dedicata a Sebastiano Satta con le sculture di Costantino Nivola
Paesaggio urbano
i quartieri più antichi, da cui probabilmente si originò la cittadina, sono quelli di Seuna e San Pietro, ai quali si aggiunge il più recente di Santa Maria.
Seuna, originariamente quartiere dei “contadini”, ha perso molte delle sue originarie costruzioni. Il suo cuore più antico è rappresentato dalla chiesa delle Grazie “vecchia”, ora in ristrutturazione. La chiesa della Madonna delle Grazie “nuova” fu costruita nel 1670, si trova nello slargo tra le due principali strade cittadine via La Marmora e il Corso Garibaldi.
San Pietro è l’antico quartiere dei “pastori”; tra le sue strettissime viuzze è possibile ammirare le vecchie costruzioni, alcune ristrutturate. In questo quartiere vide i suoi natali il premio Nobel Grazia Deledda. Al numero 28 dell’omonima via, infatti, è possibile visitare la casa-museo della scrittrice. Qui sono conservati oggetti personali, foto, lettere, prime edizioni delle sue opere e la riproduzione del diploma di conferimento del premio Nobel per la letteratura, attribuitole nel 1926.
Intorno al Corso Garibaldi e nelle vicinanze della Cattedrale di Santa Maria sorge il quartiere definito agli inizi del secolo “dei signori”.
Piccoli palazzi di due tre piani, si affacciano sul lastricato del Corso Garibaldi e mantengono l’antica fisionomia dei primi del ‘900.
Nelle vicinanze del Corso sorge la bellissima Piazza Sebastiano Satta, sistemata nel 1967 dallo scultore Costantino Nivola.
In mezzo alla pavimentazione bianca sono collocati grandi blocchi di granito; qui, in piccole nicchie, sono state poste alcune statuette che raffigurano il poeta nuorese in diversi momenti della sua vita.
In posizione sopraelevata, nell’omonima piazza, sorge la Cattedrale di Santa Maria della Neve, costruita tra il 1836 e il 1854 in stile neoclassico, oggi in ristrutturazione in occasione del Giubileo.
Poco distante, in posizione periferica, c’è il Colle di Sant’Onofrio, via Antonio Mereu; prima di arrivare ai bellissimi giardini pubblici, si incontra il Museo della Vita e delle Tradizioni popolari Sarde.
Su progetto dell’architetto Simon Mossa, il Museo, aperto dal 1976, contiene svariate collezioni: unica nel suo genere quella dei vestiti tradizionali.
Bellissime quelle su gioielli, utensili, tappeti e mobili.
Alla fine della lunga strada panoramica di Viale Ciusa, ai piedi del monte Ortobene si trova la Chiesetta della Solitudine. Edificata su disegno di Giovanni Ciusa Romagna, al suo interno conserva le spoglie della scrittrice Grazia Deledda.
La storia
i resti di un’antica tomba risalente all’VIII secolo circa confermerebbero la presenza umana nella zona già in epoca antichissima.
Le prime testimonianze scritte dell’esistenza di Nuoro sono del 1342.
Dopo questa data le notizie ci confermano la sua espansione, diviene così punto di riferimento economico e amministrativo per tutta la zona circostante.
Nel Settecento, con il passaggio della Sardegna ai Piemontesi, fu interessata da un’ondata di violenza e banditismo, tanto che l’intendente dei Savoia descrisse il centro barbaricino come un covo di banditi e assassini.
Nell’Ottocento iniziò il processo di urbanizzazione della città, riconosciuta tale nel 1836, ma continuarono anche gli episodi di tensione: le comunità rurali e le fasce di popolazione più povere furono danneggiate dalle scelte del governo relative ai terreni ademprivili. Questi terreni, sfruttati da contadini e pastori per far legna e raccogliere ghiande, furono concessi ad imprese per lo sfruttamento delle risorse boschive.
La decisione portò ad alcune sollevazioni, tra cui quella di “Su Connottu”, del 1868. Centinaia di persone si riversarono nelle piazze chiedendo un ritorno a “su connottu” cioè “alla tradizione” e quindi all’utilizzo comune di tali terreni. Il culmine della protesta sfociò nell’assalto al Municipio di Nuoro e l’archivio comunale fu dato alle fiamme; ne rimane testimonianza l’omonima piazzetta nel rione di San Pietro.
Durante il Novecento, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la città divenne un importante centro amministrativo-burocratico con un’accelerazione nel processo di urbanizzazione.
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