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  Di Manuela Cuccuru

La cittadina di Sant’Antioco si trova sulla sponda nord-orientale dell’omonima isola, della quale è il capoluogo.
Anticamente il suo nome era Sulci , un nome fenicio, perché furono i Fenici a fondarla.
La sua economia è abbastanza varia: attività portuale, produzione salina, pesca, industrie chimiche, artigianato tessile, produzione viticola, turismo balneare; oltre al ricchissimo patrimonio archeologico, infatti, il centro offre spiagge incantevoli, buona cucina tradizionale, e, per gli appassionati del mare, regate di vela latina nel periodo estivo.

Provincia: Cagliari
Subregione: Sulcis
Abitanti: 13.000

Ambiente urbano
Il paese, esteso lungo la costa, ha l’ aspetto tipico dei borghi di pescatori: case basse e variopinte, tetti di tegole rosse, strade strette e acciottolate nel centro storico.
Situato alle pendici del colle di Castello ha una struttura urbana complessa, e solo in alcune zone assume un andamento regolare.
Il porto industriale, costruito nel 1936 per l’esportazione del carbone Sulcis, è oggi porto turistico e per battelli da pesca.
Il centro urbano ospita monumenti archeologici risalenti a differenti epoche.
L’istmo artificiale, opera dei coloni fenici, collega Sant’Antioco alla Sardegna.
Lungo la strada che porta al paese, si possono osservare due menhir del III millennio a.C.; poco più avanti, i resti della strada e del ponte romano a due arcate.
Altri monumenti di età romana e repubblicana sono, rispettivamente, la fonte Is solus in Piazza Italia e il mausoleo funerario Sa Presonedda.
La basilica di S. Antioco martire, edificata nel 1102 su una chiesa paleocristiana, conserva le reliquie e la statua del santo. Dal suo interno si accede alle catacombe cristiane del II-IV d.C. Secondo la tradizione qui S.Antioco si rifugiò e vi morì prima di essere arrestato.
Nella parte alta della città si trovano il Forte Sabaudo del 1812, i resti fenicio-punici e romani, tra cui l’acropoli punica, un tempio romano, la necropoli punica e il tophet fenicio-punico .

Territorio
Il territorio del comune di S.Antioco presenta le caratteristiche morfologiche e naturali dell’intera isola: rocce vulcaniche (basalti e trachiti), pietre calcaree, ambienti marini e lagunari.
Ad est dell’istmo che unisce l’isola alla Sardegna, si trova il complesso lagunare: oltre 660 ettari tra la laguna di S.Caterina e le saline di S.Antioco.
Durante la seconda guerra mondiale, fu riempito il canale che tagliava in due l’istmo.
La chiusura, durata un quarantennio, ha provocato gravi cambiamenti alla laguna: il progressivo spopolamento di pesci e il proliferare di alghe. Così, negli anni, si è favorito il più redditizio sfruttamento delle saline a danno delle peschiere.
Una conseguenza è stata il mutamento della fauna: avocette e gli splendidi fenicotteri al posto di anatre selvatiche e folaghe. Da segnalare la presenza di tarabusino, nitticora e airone rosso.
Per quanto riguarda la flora, l’originaria vegetazione a canneggiole e giunchi è stata sostituita dalla salicornia.

La storia
Il centro fu abitato già nel III millennio a.C. Si può dire che la sua storia abbia inizio nell’VIII sec. a.C. quando i Fenici fondano la città di Sulci.
La tranquilla vita della cittadina fenicia è sconvolta, nel VI sec., dalla conquista dei Cartaginesi.
Sulci assunse il ruolo di caposaldo punico in Sardegna, tanto che Annibale nel 258 a.C. scelse il porto antiochese come base della flotta.
Diventata romana alla fine del III sec.a.C., conserverà la lingua semitica e il culto degli dei orientali.
La cittadina ha fortuna anche nel periodo imperiale, I sec.d.C., infatti è elevata alla condizione di municipium.
Al II sec. d.C. circa si fa risalire l’arrivo nell’isola, dall’Africa, del medico cristiano Antioco: sotto l’imperatore Adriano, Antioco fu martirizzato e in seguito fu proclamato Santo. Da lui prendono il nome la cittadina e l’isola.
In età bizantina (705), si ha notizia del saccheggio di Sulci da parte del califfo egiziano Abd-Al-Aziz.
Godette di un lungo periodo di prosperità in epoca medievale, finché conobbe la fase del declino sotto gli Spagnoli.
Con il passaggio della Sardegna sotto Casa Savoia furono intrapresi dei tentativi di colonizzazione dell’isola dall’esterno.
Ebbe successo il trasferimento dei profughi di origine ligure dalla città tunisina di Tabarqa verso Carloforte, sulla vicina isola di S. Pietro, e Calasetta a nord di S. Antioco.
Questa contaminazione afro-ligure si può “apprezzare” ancora oggi in qualche ristorante del centro gustando un ottimo cuscus africano sardizzato dall’aggiunta della pancetta di maiale!!!

L’uomo
Le tradizioni artigianali di S.Antioco sono svariate: l’essicazione dei giunchi per i cesti, l’intarsio del legno, la produzione di nasse.
Ma soprattutto sopravvive oggi, grazie alla maestria di alcune artigiane antiochesi, la tecnica della produzione del bisso o seta marina: un pregiato e raro tessuto color rame realizzato con i filamenti di una conchiglia triangolare bivalve, la pinna nobilis.

Da vedere

  • Museo civico archeologico
  • Museo Etnografico Su magasinu e su binu
  • Basilica di Sant’Antioco Martire e catacombe
  • Necropoli punico-romana
  • Tophet punico
  • Mausoleo funerario Sa Presonedda
  • Forte Sabaudo Su Pisu
  • Il porto turistico

  Cosa comprare

  • Tessuti, tappeti, arazzi
    • Cooperativa tessitrici “S.Antioco Martire” c/o Centro Pilota I.S.O.L.A.-Lungomare A.Vespucci, 30.
  • Cuoio e pelle
    • EURPEL di Piras Anna Delia, Via Regina Margherita, 83
  • Vino
    • Cantine SARDUS PATER, Via Rinascita, 46

Feste
Quindici giorni dopo Pasqua si svolge la sagra del patrono S. Antioco, sfilata di gruppi folcloristici provenienti da tutta la Sardegna. E’ la più antica dell’isola. Dura 5 giorni circa.

Informazioni turistiche
arrivare:
da Cagliari: si segue la SS 130 per Iglesias quindi si prosegue sulla SS 126 per Carbonia – San Giovanni Suergiu fino a S.Antioco.

Numeri utili
Pro Loco: P.za Repubblica 078182031
Associazione Turistica 0781840592

Alberghi e ristoranti

  • L’Eden Hotel
    Spettacolare visione delle grotte puniche racchiuse all’interno dei locali
    Piazza Parrocchia ,15
  • Ristorante Il Cantuccio
    Piatti tipici come il cuscus e il pilau (fregola con aragosta)
    V.le Trento,16