Sorge nella Via Santa Maria e dà il nome all’intero quartiere.
Costituiva la chiesa del villaggio medievale di Cepola: la sua prima attestazione risale al 1089, anno in cui viene donata ai frati Vittorini dal giudice di Cagliari Costantino.
Si ipotizza che persino l’edificio vittorino fosse sorto su una preesistente costruzione: lo dimostrerebbe la presenza di due frammenti di colonne, ora collocate nel sagrato, e di un capitello tardo-antico, che funge, all’interno della chiesa, da mensola di supporto per una statuetta lignea raffigurante Santo Stefano protomartire.
Nel corso dei secoli l’impianto primitivo è stato oggetto di numerose e profonde trasformazioni.
Si ritiene comunque che anche l’originaria chiesa vittorina si dovesse presentare a navata unica, con la medesima larghezza di oggi, ma senz’altro meno lunga e più bassa: appartengono a questa fase il prospetto posteriore con l’abside, la porta murata sul lato destro, la sezione delle pareti laterali costruita in pietre squadrate e attraversata da una cornice.
Attualmente, della chiesa è visibile per intero solo la facciata principale, poiché gli altri prospetti sono nascosti dagli edifici adiacenti: essa si mostra molto semplice, di linea quadrangolare, sovrastata da un piccolo campanile a vela. I merli dentati, che ornano il terminate piatto, rivelano il gusto decorativo gotico-catalano che in Sardegna compare dalla fine del Trecento fino al XVII secolo. Una finestrella, di impianto recente, spezza la monotonia della superficie intonacata.
L’interno è a navata unica: sulle pareti sono visibili resti di affreschi, il che fa dedurre che la chiesa fosse riccamente decorata. La copertura, in travi di legno, è a capanna.
Gli arredi sono pochi e molto semplici: tra essi, ricordiamo i simulacri lignei di Santo Stefano (del ‘600) e di Santa Anastasia (del ‘700), importanti perché provenienti dalle omonime chiese di Quartu ora scomparse; infine, merita menzione una curiosa acquasantiera del Seicento, a forma di testa umana, opera di un artigiano locale.
In realtà, l’attrattiva di questa chiesetta non consiste tanto nella sua resa stilistica, quanto nell’importanza storica che essa ricopre. Il villaggio di Cepola infatti è sempre stato in rapporto con le vicine saline che, da tempi immemorabili, hanno costituito un’importante fonte economica.
Curiosità
Nel cortile della chiesa sono ospitati numerosi reperti archeologici di diversa provenienza: fra questi, particolarmente interessante è il sarcofago di Alberto Ferro, ritrovato nell’agro quartese e datato, in base allo stile gotico dell’iscrizione, fra il XIII e il XIV secolo.