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10 COSE DA NON PERDERE
Tra tacchi calcarei, gole profonde e aspre rocce, c’è una grotta ancora viva, lunga 850 m. e ricca di voragini, laghetti e splendide concrezioni.
Scavata nel massiccio calcareo a monte dell’abitato, è raggiungibile dal paese attraverso un percorso di intensa suggestione.
Nel cuore dell’Ogliastra uno spettacolo da non perdere.
È un candido e sterminato complesso calcareo che si estende dall’entroterra nuorese fino alle falesie del golfo di Orosei.
Ricco di fenomeni carsici, doline e forre, inghiottitoi e profondissimi canyons, è famoso anche per la Gola di Gorropu, il canyon più profondo d’Italia e forse d’Europa, e per la voragine del Golgo, o “Su Sterru”, dolina profonda 294 m.
È un vero e proprio paese fantasma, abbandonato a causa delle frane determinate dalle eccezionali piogge autunnali del 1951 e 1953.
Un villaggio che vi infonderà una particolare suggestione.
L’area del Supramonte è costellata dalle “pinnetas”, costruzioni in pietra grigio-bianca, murate a secco e coperte con tronchi e rami di ginepro.
Percorrendo le “codulas”, strette valli solcate da torrenti in secca, si può arrivare dal Supramonte alle bellissime cale del golfo (Goloritzé, Mariolu, Biriola, Sisine e Ilune).
Bellissime le falesie costiere e le guglie che le sovrastano, in particolare lo spettacolare pinnacolo di P.ta Caroddi, a cala Goloritzè, e l’imponente scoglio di Pedralonga.
Celebrato da Gabriele D’Annunzio, è il più noto dei vitigni sardi
Diffuso ovunque, trova, però, il suo habitat ideale in Ogliastra.
E’ un vino DOC rosso, bianco e rosato, dal gusto secco, caldo e morbido.
Pasta tipica della regione, sono dei ravioli costituiti da una sfoglia e da un ripieno a base di formaggio fresco di pecora, eventualmente arricchito con bietola o carne, oppure con cipolla o patate.
Possono essere conditi con un sugo di pomodoro o più semplicemente con olio d’oliva e pecorino sardo.
Immancabile nelle tavole di chi ama la cucina tipica, è un antipasto dolce e prelibato da accompagnarsi con del buon cannonau e con le sfoglie di “pane carasau”, il pane tipico della Sardegna.
Costituiva il companatico ideale nell’alimentazione dei pastori
Il latte cagliato di pecora e di capra veniva confezionato in un recipiente di sughero e consumato non prima delle 48 ore.
Il prodotto è delicato e rinfrescante e, benché raro e di solito non disponibile nelle aziende zootecniche, è possibile trovarlo rivolgendosi a qualche allevatore del luogo.
A Barì c’è una prestigiosa produzione tessile: tra i manufatti artigianali segnaliamo tende e cuscini in lino, ma soprattutto coperte, sempre di lino, lavorate con la pregevole tecnica detta “a pibiones”, a grani.