Home E ITINERARI IN SARDEGNA>DA CHIA A SANT’ANTIOCO>L’ARTICOLO 

DA CHIA A SANT’ANTICO
Lungo le rotte dei Fenici

[dormire e mangiare a fondo pagina]
 

Articolo
Foto 
Telefoni 
Info uitli 
Link 

home 

Un percorso affascinante lungo spiagge e scenari naturali meravigliosi.
Nel territorio i Fenici fondarono numerosi insediamenti, affascinati dalla mitezza del clima e dalla facilità d’approdo. Rimarrete colpiti dai magnifici litorali sabbiosi di Chia e dagli stupendi panorami della strada costiera per Teulada. Superati gli stagni del Golfo di Palmas arriverete infine a Sant’Antioco, dove visiterete le vestigia dell’antica Sulci.

Verso la costa del Sud
La strada corre parallela al mare rasentando lo stagno di Chia, posto davanti alle spiagge della Colonia e di Porto Campana.
Raggiungiamo il promontorio di Capo Spartivento, caratterizzato da emergenze rocciose granitiche e dal faro che lo sovrasta.

La costa cambia improvvisamente, assumendo il suggestivo aspetto della costa a “rias”. La vista si apre su tre splendide insenature: Perda Longa, sassosa, Tuerredda, magnifica e sabbiosa con l’isolotto omonimo e Porto Malfatano.

La strada comincia a salire tagliando il Capo Malfatano, che reca sulla punta una torre spagnola. Alla successiva selletta si apre uno splendido colpo d’occhio: la costa è frastagliata, con scogli affioranti e in lontananza la granitica Isola Rossa. Dopo qualche km arriviamo a Capo Piscinnì, dove ci attende un’altra torre litoranea del Seicento.

Proseguiamo e dopo un breve tratto di costa, movimentato da baie e piccoli promontori, arriviamo a Porto Teulada, profonda insenatura chiusa dalla torre del Budello.

Teulada
La strada si innesta sulla S.S. 195, arrivati al bivio giriamo per Teulada. Dopo 3 km arriviamo al paese. Interessante la chiesa di San Francesco, di forme tardogotiche.
E’ fiorente l’arte del ricamo (tovaglie), della tessitura (arazzi e tappeti) e l’artigianato della pelle.

Verso gli stagni del Golfo di Palmas
Abbandonata sulla sinistra la penisola di Capo Teulada, occupata quasi interamente da strutture militari, continuiamo, parallelamente ai numerosi stagni della zona. Raggiungiamo prima Sant’Anna Arresi e poi Giba, rinomata per al produzione di vini, formaggi, carciofi e pomodori.

Villaperuccio
Prendiamo la S.S. 293 e giriamo allo svincolo per Villaperuccio. Lungo la strada che porta a Santadi troviamo la Necropoli di Montessu.
Scavata in un anfiteatro roccioso, è costituita da numerosissime domus de janas, alcune delle quali con planimetria complessa. In alcuni casi le tombe presentano le pareti con simboli legati al culto e alle divinità protettrici dei defunti. Tra tutte si notano due sepolture di grandi dimensioni, forse considerate tombe-santuario.

Santadi
Da Villaperuccio raggiungiamo Santadi, dove in Agosto si celebra il famoso matrimonio Maurreddino, cerimonia in costume che riprende un’antica usanza, propria di alcune popolazioni della Mauritania, che in epoca romana si traferirono nel Sulcis.

Nel territorio del paese è possibile visitare la fortezza fenicio-punica di Pani Loriga. Fondata nel VII secolo a.C. alla sommità di una fortezza tabulare si articola in un’acropoli, un quartiere di abitazioni civili e un santuario. Una cinta muraria continua orla il ciglio del colle, mentre una linea difensiva esterna è disposta alla base dell’altura.

L’area cimiteriale è localizzato sul lato sud dell’altura: sono presenti circa 150 tombe a fossa (a cremazione) risalenti al periodo fenicio della fortezza. La necropoli cartaginese presenta tombe a camera con accesso a dromos dotato di gradini, alcune delle quali vennero riutilizzate in età bizantina.

Presso la località Su Benatzu, a circa 5 km a sud di Santadi, segnaliamo due grotte: Is Zuddas, di notevole interesse speleologico per le splendide concrezioni, e la grotta di Pirosu, utilizzata come santuario nella prima età del Ferro.

A sud di Nuxis, frazione di Santadi, merita una visita la chiesa di Sant’Elia. Di epoca tardo-bizantina (X sec.), ha pianta a croce greca con cupola ogivale. Poco distante si trovano le cumbessias del’700, utilizzate dai fedeli durante le feste.

Riprendiamo il cammino tornando verso Giba e ci dirigiamo verso Tratalias, costeggiando il lago artificiale di Monte Pranu.

Tratalias
Di particolare interesse nel paese vecchio è la Chiesa di Santa Maria. Il monumento, edificato nel XIII secolo in trachite grigia, è in stile romanico-pisano. Ha la facciata divisa da una cornice ad archetti pensili. Il portale è incorniciato da lesene ed ha un rosone nella parte superiore. Dal timpano sporge una scala a sbalzo, che serviva da accesso alla copertura. Nelle fiancate si aprono due portali; l’interno a tre navate è diviso da pilastri.

Proseguendo verso l’antica Sulci
Da Tratalias seguendo per un tratto il rio Palmas e costeggiando lo stagno di Santa Caterina, attraversato l’istmo artificiale costruito dai cartaginesi arriviamo a Sant’Antioco.
Prima di arrivare nella cittadina, lungo la strada incontriamo due menhir di età prenuragica, Su Para e Sa Mongia (il frate e la monaca). Dopo la deviazione per il porto, sulla destra notiamo i ruderi del ponte romano a due arcate.

Sant’Antioco
Gli edifici dell’antica città fenicio-punica e poi romana di Sulci sono stati in gran parte coperti dalle strutture moderne. Nella via Eleonora D’Arborea si trovano i resti di un mausoleo funerario in pietra: Sa Tribuna, o Sa Presonedda.
Di età repubblicana, con persistenze decorative puniche presenta una camera sepolcrale dotata di gole egizie.

Presso il settecentesco fortino sabaudo, alla sommità di via Castello troviamo l’acropoli punica, poco distante si trovano i resti di un anfiteatro romano e l’Antiquarium, che raccoglie una scelta dei reperti sulcitani.

Il museo è allestito nei locali dell’ex monte granatico. Significative alcune sculture calcaree raffiguranti dei leoni, in origine legati al tempio localizzato sull’acropoli.

Nel declivio sottostante osserviamo le necropoli con tombe a camera ipogeica, utilizzate fino al III sec. d.C. Continuando ancora per 400 metri, si raggiunge sopra un’altura trachitica, il Tophet, il santuario dove venivano sepolte le ceneri dei bambini nati morti o morti subito dopo la nascita. Articolato in spazi recintati da muri in pietra, ha restituito numerosissime urne cinerarie e stele in pietra con raffigurazioni delle divinità fenicio-puniche.

Nel punto più alto dell’abitato, in piazza De Gasperi è situata la parrocchiale: l’edificio fu eretto nel 1102 dai monaci Vittorini di Marsiglia, sopra una chiesa a croce greca paleocristiana. All’interno le due navate hanno copertura a botte, mentre dal transetto di destra si accede alle catacombe, realizzate sfruttando precedenti ipogei punici a camera. Sono articolate in vari ambienti e presentano ancora resti di pitture murali.

Dove dormire: Hotel Del Corso, tel. 0781 82378; L’Eden, tel. 0781 840768; Moderno, tel. 0781 83105; Su Giudeu, tel. 070 9230002;
Chia Laguna, tel. 070 9230143;
Dove mangiare: Il Cantuccio, tel 0781 82166; La Rosella, tel. 0781 964029; Mirage, tel. 070 9230249; Crar’ e Luna, tel. 070 9230056;
Il Chiostro, tel. 070 9230334; L’Airone, tel. 070 9285153; L’Antica trattoria del Vicolo, tel. 070 9270701; La Mezza Luna, tel. 070 9270440;
Piras e Addari, tel. 070 9273043; Casti Giovanna, tel. 0781 967177;
Fulgheri, tel. 0781 967016