L’affascinante geometria amorosa di Così fan tutte di Mozart al Teatro Lirico di Cagliari
Per la Stagione lirica e di balletto 2001 del Teatro Lirico di Cagliari va in scena Così fan tutte, dramma giocoso in due atti, su libretto di Lorenzo Da Ponte e musica di Wolfgang Amadeus Mozart, in un allestimento del Teatro Lirico di Cagliari, andato in scena per la prima volta a Cagliari, al Teatro delle Saline, nel gennaio del 1995.
L’Orchestra e il Coro del Teatro Lirico sono diretti da Ottavio Dantone. Maestro del Coro, Paolo Vero. La regia è affidata a Daniele Abbado, le scene e i costumi a Luigi Perego, le luci a Claudio Coloretti.
L’opera si avvale di un cast prestigiosissimo: la contegnosa e austera Fiordiligi è interpretata dal soprano Dagmar Schellenberger, l’arrendevole Dorabella dal soprano Enkelejda Shkosa, il focoso Guglielmo dal basso Ildebrando D’Arcangelo, il sentimentale Ferrando dal tenore Roberto Saccà, che sostituisce l’indisposto Juan Diego Florez, la cameriera Despina dal soprano Giovanna Donadini, il cinico scapolo Don Alfonso dal basso Natale De Carolis.
Così fan tutte o sia La scuola degli amanti, rappresentata per la prima volta a Vienna al Burgtheater il 26 gennaio 1790, ultima delle opere mozartiane su libretto di Da Ponte, dopo Le nozze di Figaro (1786) e Don Giovanni (1787), e ultima opera buffa di Mozart, fu commissionata dall’imperatore Giuseppe II in seguito al successo delle riprese viennesi di Don Giovanni (maggio 1788) e delle Nozze di Figaro (agosto-novembre1789).
Gaia, frivola, ma anche asciutta, volontariamente meccanica in un perfetto gioco di simmetrie, la musica di quest’opera esprime il trionfo della dissimulazione, in un gioco dell’essere e del parere che diventa il meccanismo stesso dell’azione. La musica imita l’espressione delle parole e degli atti e allo stesso tempo è consapevole della loro finzione.
In quest’opera, definita da Massimo Mila come “una grandiosa commedia della menzogna”, la vicenda è presentata con quel senso di pudore, di profonda comprensione per la debolezza umana tipico della mentalità mozartiana.
La trama.
Nella Napoli del XVIII secolo gli ufficiali Ferrando e Guglielmo scommettono con il cinico Don Alfonso che le loro fidanzate, le sorelle Fiordiligi e Dorabella, rimarranno loro fedeli. Don Alfonso vuole dimostrare che le ragazze sono, come tutte le altre, pronte al tradimento. Fiordiligi e Dorabella apprendono da Don Alfonso che i loro fidanzati stanno per partire, richiamati in guerra. Le due donne vengono convinte da Despina, pagata da Don Alfonso, ad accettare la corte di due albanesi che altri non sono che i loro fidanzati travestiti. Secondo il piano concordato con Don Alfonso, i finti albanesi corteggiano le dame, ma Guglielmo si rivolge a Dorabella e Ferrando a Fiordiligi, scambiandosi i ruoli e mettendo alla prova la fedeltà delle fidanzate. Sulle prime, l’atteggiamento virtuoso delle ragazze desta il compiacimento degli ufficiali. Ma dopo tante lusinghe, le sorelle, ormai attratte dai due albanesi, cedono accettando di sposarli. Nel bel mezzo del banchetto nuziale viene annunciato il ritorno degli ufficiali. Gli albanesi si eclissano e al loro posto tornano i fidanzati delusi. Guglielmo e Ferrando svelano l’intrigo e alle ingannate e ingannatrici, Don Alfonso riassume la morale della vicenda: alla scuola degli amanti il disinganno può solo portare saggezza. Si celebrino dunque le nozze: Fiordiligi con Guglielmo, Ferrando con Dorabella.