Home E L’Anfiteatro di CagliariIII festival internazionale L’Anfiteatro di Cagliari”Le stelle arrivano nel Mediterraneo”Cagliari 23 luglio – 28 agosto 2002


L’Anfiteatro di Cagliari
III festival internazionale L’Anfiteatro di Cagliari
“Le stelle arrivano nel Mediterraneo”
Cagliari 23 luglio – 28 agosto 2002

RIGOLETTO
Melodramma in tre atti

Alberto Fassini, autentico erede della tradizione registico-musicale italiana e Alessandro Ciammarughi, scenografo-costumista, moderno interprete di una classica visualità, affrontano l’opera di Giuseppe Verdi attraverso un’ideale rilettura dello splendore della corte del Duca di Mantova, nella quale, fra intrighi e feste danzanti, nasce e si sviluppa,
fino al drammatico finale, la tragedia umana, sociale e familiare di Rigoletto.

Il nuovo allestimento scenico cagliaritano che abbraccia completamente il vasto palcoscenico dell’Anfiteatro, 30 metri di larghezza, 27 di profondità e 9 di altezza, riproduce, con sapiente fedeltà storica, lo splendore della Mantova cinquecentesca della corte del duca Federico II Gonzaga, mecenate illuminato e munifico protettore delle belle arti.

All’alzarsi del sipario sul quadro primo, uno stupendo ninfèo all’aperto con fontana centrale e due enormi porte del palazzo ducale, sulle quali troneggiano 4 ninfe dorate e
gli stemmi lignei dei Gonzaga, accolgono la festa, giunta ormai al suo culmine.

 L’aristocratico splendore del palazzo ritorna nel salotto del Duca dell’atto II, ricco di stucchi, oro zecchino, preziosi tendaggi e un grande quadro, al centro della scena, che riproduce la Danae di Tiziano, uno dei più celebri simboli pittorici del Cinquecento.

L’ispirazione manierista rimane intatta nel quadro secondo dell’atto primo con la casa di Rigoletto e la strada antistante e nell’atto III con la taverna di Sparafucile e la riva del fiume Mincio, ricche di riferimenti all’opera artistica di Giulio Romano e della sua scuola (l’uso del bugnato e del mattone).

La medesima ricerca storica ha interessato la realizzazione dei 120 costumi, dal vastissimo cromatismo e ampia varietà di tessuti, di questo nuovo allestimento di Rigoletto. Pregiati velluti, raffinate sete e preziosa passamaneria d’oro caratterizzano gli abiti dei protagonisti e dei cortigiani, completi di calzature, gioielli, guanti e cappelli abbinati di foggia olandese e tedesca.

Numerosi e precisi i riferimenti alla pittura del Cinquecento; Giovan Battista Moroni (1529 circa – 1578) per i costumi maschili, Agnolo di Cosimo detto il Bronzino (1503 – 1572) per quelli femminili, Lorenzo Lotto (1480 circa- 1556) per l’abito di Maddalena, mentre quello di fastosa seta bianca della Contessa di Ceprano è ispirato alla celebre tela L’Amor sacro e l’Amor profano (1515) di Tiziano (1490 circa -1576).

Dalle nature morte di Pieter Bruegel il vecchio (1526 circa – 1569), infine, proviene il riferimento pittorico per la complicata stiratura delle tovaglie di lino bianco che “vestono” le due piattaie a Palazzo Ducale.

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