RELITTI IN SARDEGNA, di Salvatore Corrias
tratto da “Tragedie di guerra e di pace” di Egidio Trainito.
Decine di relitti giacciono sui fondali del mare sardo.
Raccontano storie di uomini, tragedie, battaglie e naufragi.
Scheletri metallici tornati in vita grazie all’azione della natura: il grigio del ferro si colora, colonie di gorgonie abitano sopra le lamiere. Gli scafi corrosi dal mare offrono riparo a molte spcie di pesci.
Lungo la costa
Il mare della Sardegna conserva numerosi relitti di imbarcazioni risalenti a epoche varie.
Sono più di cento i relitti delle imbarcazioni affondate nei mari sardi durante il XX secolo.
Relitti che raccontano di tempeste e di naufragi, di drammi, morti e guerre.
La maggior parte degli inabissamenti risale al periodo tra il 1940 e il 1944,
anni di guerra anche per i mari della Sardegna.
105 unità navali (quasi tutte imbarcazioni da pesca e da carico) affondate da aerei
e sommergibili inglesi o olandesi.
Dal largo dell’Asinara al sud ovest dell’isola, una corona sommersa di ferri rugginosi punteggia i fondali verdeblu del mare sardo.
I nomi fantasiosi ci permettono talvolta di identificare la provenienza dell’imbarcazione:
Sogliola, Angelika, Clan Ogilvie, Klearchos, Oued Yqem, B17, Corsair, KT 12, Nasello, Levante, Valdivagna, Egle, Entella e tanti altri ancora tra piroscafi e motonavi da carico, bettoline e pirovelieri, golette e bombardieri, corazzate e rimorchiatori.
Motivi di interesse
Quello che ti colpisce nei relitti è l’integrazione tra l’opera dell’uomo (che costruisce e distrugge) e la natura che rigenera, con la bellezza dei colori e la pazienza del tempo.
Gorgonie rosse e gialle ricoprono il lato destro del Loredan, appoggiato sul lato sinistro, a 50 mt. di profondità, nel mare di Torre delle Stelle (lungo la costa sud-est, a 30 km da Cagliari).
Anche lo scafo del piroscafo Entella, affondato al largo di Torre delle Stelle,
è ricoperto in larga parte da rigogliosi ciuffi di posidonia e da fronde di sargassi.
Così il relitto si confonde con il fondale.
Le spugne prosperano sopra le lamiere dell’Entella e le colorano di azzurro e arancio, di giallo, rosso e viola. Dentro gli anfratti metallici del piroscafo trovano riparo polpi e cernie.
La lussureggiante vegetazione e i molti e vari organismi hanno colonizato completamente il relitto: è la natura che rigenera quello che l’uomo distrugge.
Sulle lamiere dell’LT 221, nei fondali del Golfo di Cagliari, luccicano i colori vivaci degli anemoni gioiello.
Immergiti a Porto Zafferano (vicino a capo Teulada)ed entra nel ventre del Dino, una nave da trasporto: giochi di luce acquorea, un azzurro soffuso che illumina il soffitto forato
e una ringhiera che accompagna una scala verso le stive.
Il relitto della nave Chrisso è poggiato sugli scogli di Punta La Greca.
Una parte dello scafo sbuca dall’acqua. Il sole del pomeriggio rimbalza fra una lamiera e l’altra creando suggestivi giochi di riflessi.
I relitti
Ripercorrere la storia di queste imbarcazioni significa tentare di ricostruire
vicende sommerse e piccole storie sconosciute o dimenticate.
- Safari: il killer dei mari
Dietro il tragico epilogo di molte imbarcazioni, più o meno grandi,
c’era un micidiale sottomarino della Royal Navy inglese, il Safari
(classe S, unità per pattugliamenti a medio raggio) di stanza ad Algeri.
Tra il luglio del ’42 e il luglio del ’43, durante le sue operazioni di pattugliamento e di intercettazione, il sommergibile inglese silurò ben 18 navi.Altre imbarcazioni furono affondate dai sommergibili inglesi di stanza nel Mediterraneo, altre ancora da eventi naturali, mareggiate e tempeste che sacrificarono al mare la vita di molti equipaggi.
- KT12, costruito nei cantieri livornesi e ultimato nel maggio del 1943.
Era una nave militare da carico a fondo piatto adibita al trasporto di automezzi e vettovagliamenti. Nel giugno del 1943, il Safari ne colpì la prua, mandandolo alla deriva e affondandolo. Oggi giace a un miglio da Osalla, nel Golfo di Orosei. - Nasello, costruito ad Amburgo nel 1924. Era un piroscafo da pesca.
Nel 1943 la Regia Marina italiana lo requisì e lo iscrisse nel ruolo
del naviglio ausiliario dello Stato.
Nell’aprile di quello stesso anno fu affondato dai cannoni infallibili
del Safari nelle acque di fronte a Cala Luna, nel Golfo di Orosei - Levante, costruita nel 1930. Era una motonave da carico.
Trovò una tragica fine nei pressi delle falesie ventose del Golfo di Orosei.
Di proprietà della Compagnia Marittima Sarda, partì da Genova il 17 gennaio del 1963 con un equipaggio di dodici persone, fece scalo a Tunisi dopo tre giorni e ripartì verso Marsiglia.
Costeggiando la Sardegna orientale, a causa delle difficili condizioni meteorologiche e della scarsissima visibilità, il Levante si scagliò violentemente contro le scogliere di Portu Quau (Cala Tramontana).
Era la notte tra il 23 e il 24 gennaio del 1943. Morirono tutti i membri dell’equipaggio. - Egle, un piroscafo adibito al trasporto di rifornimenti.
Fu silurato e affondato nel marzo del 1943 dal sommergibile Dolfjin, a circa un miglio da Cala Caterina di Capo Carbonara, mentre era in navigazione da Cagliari a La Maddalena. Ci furono, con ogni probabilità, diverse vittime. - Entella, Isonzo e Loredan, tre vittime del Safari.
All’altezza di Torre delle Stelle, il 10 marzo ’43, il Safari, puntuale e impeccabile, colò a picco tre imbarcazioni di piccole navi da carico. Trovarono la morte alcuni uomini dell’equipaggio. I relitti giacciono a circa 50 m di profondità. - Romagna, piroscafo adibito a cisterna.
Il 2 agosto del 1943, nel Golfo di Cagliari, il Romagna, urtò contro la mina di uno sbarramento difensivo, andando alla deriva e inabissandosi a cieca 800 m dal punto dell’impatto. - LT 221, rimorchiatore adibito alla posa di mine e allo sminamento.
Affondò in seguito all’urto contro una mina. Era l’agosto del 1944. - Chrisso, nave da carico di provenienza cipriota.
Nella notte di capodanno del 1974 la Chrisso, andò ad incagliarsi sugli scogli di Punta La Greca. Parte del relitto (a poppa) è ancora emersa. - Altri relitti interessanti:
– la nave da carico Omega (affondata il 17 febbraio del 1974 dopo aver sbattuto, a causa di una forte mareggiata, contro gli Scogli dei Fratelli);– il piroscafo Monteponi (silurato, nel giorno 28 Luglio 1941, dal sommergibile inglese Olympus) e alcuni aerei;
– il Caproni-Reggiane RE 2001 (un caccia monoplano);
– un Boeing B17 (un bombardiere americano);
– il Chance Vought F4U Corsair, un altro caccia monoplano.
testi di Salvatore Corrias
foto: Egidio Trainito
editing web SP
Tratto da “Tragedie di guerra e di pace”
di Egidio Trainito, Edizioni Taphros