A TU PER TU CON I BARRACUDA | foto gallery
di Efisio Pinna
Un’immersione come tante si trasforma in un’avventura indimenticabile, dove il pericolo è in agguato. L’amore e il rispetto per la natura, nel racconto intenso ed emozionante
di Efisio Pinna, un maestro della fotografia subacquea.
Ci immergiamo
Solita immersione, una delle tante.
Detto cosi sembrerebbe che le immersioni siano tutte uguali, ma non è cosi.
Devo dire che, ogni volta che ci si immerge, le emozioni sono sempre nuove, il mondo sommerso offre uno scenario diverso da un momento all’altro, c’è un continuo variare di colori, di luce, di vita. Si può quasi dire che è sempre la prima volta e ci si trova sempre in un posto diverso.
L’estate è ormai al termine, con il prezioso, e utile, compagno decidiamo di fare una serie di immersioni sulla secca di Torre Delle Stelle, poco distante dalla costa su un fondale massimo di -33 m.
La giornata è soleggiata, c’è una leggera brezza di maestrale e la temperatura dell’acqua è di 20° con assenza totale di correnti subacquee.
Condizioni ottime per fare un’immersione in tutta tranquillità.
Tra Coralli e gorgonie
E’ nelle nostre intenzioni fotografare la Gerardia savaglia, volgarmente chiamata corallo nero: è un bellissimo Antozoo dai politeti espansi carnosi di colore giallo oro.
Chi ha avuto in passato la brillante idea di strapparne un rametto si è ritrovato nel giro di poco tempo un inutile souvenir, perché, contrariamente al corallo rosso che è lavorabile, quindi commerciabile, il corallo nero a contatto con l’aria si sfalda.
Ho voluto precisare la cosa per risparmiare inutili amputazioni a questo animale, oramai raro per via della poca profondità in cui vive, giacché solitamente si trova a profondità superiori.
Iniziamo l’immersione, l’acqua è limpidissima.
I banchi di castagnole si muovono sul cappello della secca in direzioni diverse, ho la sensazione che siano spaventate: c’è qualcosa di strano…nell’acqua.
In pochi minuti raggiungiamo la profondità massima e già vedo il mio compagno di immersione intento a riprendere dei grossi saraghi in compagnia di qualche orata.
I barracuda !!
Io sono alla ricerca del corallo nero, e nel frattempo faccio una decina di scatti a delle bellissime gorgonie bianche (Eunicella singularis).
A un certo punto vedo il mio compagno che cerca di attirare la mia attenzione per indicarmi qualcosa.
Giro lo sguardo e vedo ciò che in 35 anni di immersioni non mi è mai capitato di vedere: 100, forse 200 pesci nuotano, con molta tranquillità, sopra la mia testa !!
Si tratta di un grosso banco di barracuda del Mediterraneo (Sphyraena sphyraena), chiamati anche lucci di mare, nuotano a circa 20 m. di profondità quasi incuranti della presenza dell’uomo.
Qualche attimo di inevitabile stupore, e capisco che l’obiettivo fotografico che ho a disposizione non mi permette una ripresa valida.
Infatti, guardando attraverso il mirino ottico vedo che non dà la giusta dimensione del grosso banco di barracuda, facendomeli sembrare dei cefali.
E’ chiaro che se voglio fare belle foto devo avvicinarmi il più possibile senza spaventarli.
A poco a poco riduco la distanza e faccio i primi scatti, ma non sono soddisfatto, i 4-5 metri di distanza sono ancora tanti.
Visto che i barracuda non si dimostrano impauriti continuo ad avvicinarmi seguendo la loro scia fino a trovarmi in mezzo a loro.
Sono in mezzo a loro
Con grande stupore vedo il banco di barracuda prima dividersi e subito dopo riunirsi intorno alla mia sagoma: sono in mezzo al banco.
Sarà una mia impressione ma ho la sensazione di fare meno fatica a nuotare, come se i barracuda mi tagliassero l’acqua.
Solo in quell’attimo vedo che al centro del banco ci sono gli individui più grossi, raggiungono quasi il metro di lunghezza, e forse qualcuno lo supera.
Per niente impaurito esaurisco il mio rullino con una frenesia ed un’eccitazione di un subacqueo di primo pelo, forse consapevole che quest’attimo possa finire da un momento all’altro.
Il flash illumina questi bellissimi pesci dal corpo allungato, capo grosso e appuntito, con delle grosse mascelle munite di numerosi denti robusti, dorso grigio bluastro, che varia sul verdastro, e ventre bianco argenteo.
Un predatore perfetto che si ciba di pesci, molluschi e crostacei, e che vive su fondali sabbiosi prossimi alla costa, in profondità che variano dai pochi metri fino a -100 m.
La risalita
Una volta risaliti in superficie il mio compagno di immersione, anche lui meravigliato per l’eccezionale incontro, mi dice che a un certo punto non vedeva più la mia sagoma ma solamente la luce dei miei flash.
Stento a credergli, ma ne ho conferma rivedendo le sue riprese.
Evidentemente ero cosi eccitato mentre stavo in mezzo ai barracuda che non mi rendevo conto del potenziale pericolo.
Forse perché non ne avevo la minima sensazione o, probabilmente, perché mi sono inserito nel banco con molta cautela e rispetto.
Una mossa vincente che mi ha permesso di avvicinarmi cosi tanto.
Ancora oggi, a distanza di 8 mesi, ricordo quell’incontro ravvicinato, e credetemi è stata una cosa bellissima.
Dopo questa esperienza sono quasi certo che quelle macchine perfette, nate per la caccia, sono anche dei pesci curiosi.
Riescono a intuire quando c’è o non c’è pericolo, lo stesso pericolo
che intuirono il banco di castagnole viste all’inizio dell’immersione…ma non ero sicuramente io a spaventarle.
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