IL PIROSCAFO EGLE
dove
nel mare di Villasimius (Ca), sulla costa orientale del Golfo di Cagliari, a circa 50 km da Cagliari
IL RELITTO
>nome: EGLE
>tipo: Piroscafo da carico
>data di affondamento: 29 Marzo1943
>cause: silurato
>data di costruzione: 1893
>numero di matricola: 1352
>dimesioni: ca. 60 metri
>tonnellaggio: 1143 tsl
>localizzazione: al traverso di Cala Caterina, Villasimius (Ca)
LA STORIA
Il piroscafo da carico Egle apparteneva all’armatore Mario Zoboli di Genova, dove era registrato al Compartimento marittimo con la matricola n.1352.
Venne requisito dalla Regia Marina nel luglio 1942.
Il 29 Marzo del 1943 in navigazione da Cagliari a La Maddalena, intorno alle h. 10.17, a 1 miglio circa da Capo Carbonara veniva silurato da un sommergibile olandese Dolfijn ed affondato.
Ci furono sicuramente vittime come conferma il ritrovamento di un cranio durante un immersione del nucleo sommozzatori del Corpo dei Carabinieri.
L’Egle trasportava carbone, e parte del carico si può osservare attualmente in immersione.
SCHEDA IMMERSIOINE
>posizionamento: parzialmente distrutto, e affondato nella sabbia lungo l’asse da SE-NO
>tipo di fondale: sabbioso
>difficoltà: media
>profondità: 35 metri
>corrente: dipende dalle condizioni meteo
>visibilità: ottima in estate; variabile in inverno e primavera
>temperatura estiva: 18 °C
>temperatura invernale: 13 °C
- punti di interesse
prua insabbiata; lamiere della coperta, presenza del carico di carbone ancora sul fondo; verricello salpa ancora; un libro di bordo; cassetta di munizioni. - fauna
Saraghi (Diplodus puntazzo, Diplodus sargus), Triglie (Mullus surmuletus), Cernie (Epinephelus marginatus), Murene (Murena helena).
DESCRIZIONE DELL’IMMERSIONE
Il relitto è segnalato da un pedagno fissato nel verriccello di prua.
Scendendo lungo la cima
si intuisce la presenza o meno di corrente che deciderà l’impostazione del percorso da effettuare.
Il relitto è avvistabile già dopo 10-15 metri.
Giunti sulla coperta
è evidente la presenza del grosso carico di carbone che ha determinato lo schiacciamento del relitto durante l’affondamento.
La parte poppiera è completamente mancante, probabilmente a causa dell’esplosione del siluro.
Percorrendo la nave in senso orario
si giunge alla prua insabbiata e imbrigliata di reti e palamiti.
Qui si vedono delle piccole colonie di Gorgoniacei.
Girando attorno alla prua
si percorre la murata insabbiata in fondo alla quale si osservano grossi saraghi pizzuti.
Guardando al largo nel sabbione
si possono incontare grosse triglie di fango.
Arrivati alle lamiere di poppa
conviene spingersi a sinistra verso un grosso ammasso granitico (spostato di ca. 20 metri) che ospita grosse cernie e murene, per poi rientrare al centro della coperta e del verriccello.
Tra le lamiere si trova il libro di bordo saponificato e molto fragile: osservatelo senza toccarlo !!!.