IL GRANITO GRIGIO DI CAPO TESTA
- tipo di roccia: granito grigio, a sud calcari
- dove: promontorio di Capo Testa, vicino a Santa Teresa di Gallura nella punta a nord est della Sardegna
- come arrivare: bivio segnalato prima di arrivare a Santa Teresa di Gallura (arrivare a Santa Teresa)
Caratteristiche
La grande distesa di granito di Capo Testa, dalla caratteristica forma rotondeggiante, riassume in se la grande storia delle pietre, del mare e del vento.
Questi tre elementi, infatti, hanno dato vita ad uno dei paesaggi più suggestivi dell’isola.
I massi granitici degradano sul mare o vi cadono a picco, hanno innumerevoli fogge: guglie, speroni, pinnacoli e torrioni e le mille forme che la natura ha voluto regalare all’uomo.
Gli agenti atmosferici nel corso dei secoli hanno reso plastico il caparbio granito, ogni roccia allora diviene tafòne, monumento e simbolo dei secoli.
Punta della Torre, roccia che raggiunge i 127 metri, divide il promontorio in due zone; l’accesso alla prima, quella più a nord, risulta più facile; al contrario, la zona a sud può dirsi riservata agli escursionisti più abili.
La storia delle pietre
nell’era Quaternaria (1.800.000 – 10.000 anni) Capo Testa era un’isola; in quest’epoca si andò formando la striscia di terra che oggi riunisce il promontorio alla Sardegna.
A sud sono presenti ammassi di calcare risalenti al Miocene (26.000.000-5.200.000 milioni di anni).
Vegetazione
lecci, ginepri, corbezzoli ed eriche si contendono il poco spazio che le rocce lasciano libero. La macchia mediterranea, più selvaggia e apra quella a sud della Punta la Torre, sopravvive in un suolo roccioso e arido, crescendo talvolta con piccoli fusti, quasi bonsai che poi il vento disarticola e piega.
Curiosità
nella zona nord si apre una striscia di terra, chiamata la Valle della Luna, di enorme interesse paesaggistico. Sorpassati i muraglioni di roccia che la limitano, si apre uno spicchio di terra che, grazie alla costante umidità del suolo, è ricoperto di erba anche nella stagione secca.
foto: climber a Capo Testa (M. Vacca)