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GROTTA SU MERACULU
a Baunei (Nu)

Nel territorio di Baunei, tra scenari d’azzurro, boschi secolari e ripide falesie, c’è “sa rutta ‘e su Meraculu” (la grotta del miracolo), un’ampia cavità, inedita e bellissima.
“Sa rutta” guarda il mare, a ridosso dell’antico “portu Sisine”, la cala che apre alle corone rocciose del Supramonte di Baunei.
Per la sua posizione, per l’interesse e il fascino che suscita, la grotta ha davvero qualcosa di particolare, quasi di miracoloso. Notevole l’impatto scenico-paesaggistico.

I numeri
– temperatura media: 17°
– tasso medio di umidità: 80%
– profondità: 200 mt (la parte esplorata)
– altezza: una media di 4-6 mt (negli ambienti più ampi)

La grotta
Nel territorio di Baunei predominano i calcari del Mesozoico.
“Lungo le coste, in conseguenza di una sommersione recente, si trovano cavità a prevalente sviluppo orizzontale”, tra queste, estremamente interessante dal punto di vista naturalistico e speleologico, c’è sa rutta ‘e su Meraculu.
Milioni di anni per plasmare le rocce: il pianeta Supramonte, dall’entroterra fino alla costa orientale, nasconde un mondo sotterraneo segnato dal lavoro paziente dell’acqua.
Il disciogliersi dei calcari genera anfratti, doline e grotte come quella de su Meraculu, ricca di forme di calcite.

Concrezioni e ambienti
La cavità si affaccia sull’ampia lingua sabbiosa di Sisine e consta di più ambienti ricchi di concrezioni, vere e proprie opere artistiche, rese ancora più singolari da giochi di ombre e colore.

Il camerone centrale
Dall’ampio atrio, dove la roccia non è più “viva”, passando per una strettoia facilmente praticabile (1 metro e più di altezza, 2-3 di lunghezza) ricchissima di formazioni “a cavolfiore”, si accede al camerone centrale, lungo circa 100 mt e alto dai 4 ai 6.

La sorgente dei pastori
Andando oltre, dopo altri 20-30 metri ci sono dei vani ulteriori, difficilmente accessibili, e una sorgente, ben nota ai pastori che lì andavano a bere.
Di lì, seguendo il condotto, si intravedono ambienti ancora
tutti da esplorare, studiare e mappare: oltre le pieghe calcaree, il ritmo lento del buio e dell’acqua procede indisturbato.

Le forme del calcare
L’interno segue uno sviluppo lineare lungo il quale un agevole camminamento consente di ammirare figure, profili e particolarissime formazioni, veri miracoli della natura.
Una scenografia bellissima, ricamata su una vasta gamma di concrezioni: possenti colonne (una delle quali ricorda la Torre di  Pisa), stalattiti, stalagmiti e pisoliti, splash e vaschette, pavimenti puntellati da emergenze di un bianco e un ocra lucidissimi.

L’aula, le cromature, e l’anfora
Alcune di esse sembrano dar vita ad un’aula in cui una robusta stalagmite fa la parte del maestro mentre i piccoli cumuli tutt’intorno sembrano gli scolari.
Altre ancora hanno uno sviluppo verticale ingrossato da strane cromature e improvvise concrezioni che conferiscono alla roccia un aspetto cangiante.
Infine, bellissima, quasi un gioco apparente traarcheologia e geologia, una grossa emergenza che sembra raffigurare un’anfora seminascosta.

La stanza del tesoro
Le pareti e della grotta sono colorate di grigiorosso a causa di fenomeni ossidativi.
Le altissime volte sono costellate di esili ramoscelli calcarei trasparenti, un vero e proprio “cielo stellato” i cui lineamenti si possono apprezzare salendo su un soppalco di scisti, una sorta di “stanza del tesoro”.
La calcificazione della roccia, unitamente all’accumulo di residui, dà luogo a formazioni stravaganti che richiamano figure quali la clessidra e, addirittura, un rettile come il ranocchio (ma l’occhio, anche disattento, potrebbe scorgervi ulteriori dimensioni).

Curiosità
“Sa rutta ‘e su Meraculu”, un ambiente magico di cui si raccontano aneddoti.
Come quello del pastore assetato che inoltratosi nella cavità in cerca d’acqua, riuscì a fare ritorno affidandosi al suo intuito e senza l’ausilio della luce.

Consigli
di ritorno dalla grotta, fate tappa all’ombra di qualche leccio e approfittatene per un buon pranzo tipico, a base di arrosti e prelibato vino locale.
Quando prenotate una visita guidata, chiedetelo per tempo alle guide e loro sapranno offrirvi questo ulteriore servizio.

A chi rivolgersi
La tutela e la valorizzazione della grotta, l’allestimento delle vie e le visite sono affidate a un gruppo di giovani di Baunei.
Per informazioni e prenotazioni: Incollu Vincenzo tel. 0782 615326; mob. 339 5268954

  • visite guidate dalle ore 10,00 alle ore 17,00, su prenotazione
  • trasporto via terra: le guide dispongono di un fuoristrada
  • trasporto via mare: pacchetti-offerta che includono biglietto d’ingresso alla grotta, biglietto del barcone e pranzo al ristorante di cala Sisine (ottima soluzione, quest’ultima, anche per chi arriva dall’entroterra)

Per informazioni su Baunei e il suo territorio può rivolgersi a:
Uff. Informaz. Turistiche, c/o Municipio, tel. 0782 610823.

Come arrivare
Puoi arrivare a Sisine dal mare o dall’entroterra.
Se scegliete il mare e non avete una barca, potete affittare un gommone oppure prendere un battello per Cala Sisine, dai porti di Arbatax-S.Maria Navarrese e Cala Gonone.
Partite di buon mattino e, dopo aver costeggiato i contrafforti rocciosi e le cale del golfo (Goloritzé, Mariolu e Biriola le più note), arrivate in poco tempo a Cala Sisine.

Se scegliete l’itinerario via terra, dovete partire da Baunei verso l’altopiano del Golgo (13 km dal centro abitato). Giunti sull’altopiano, andate oltre la chiesa campestre di S.Pietro e in località “Ololbizzi” imboccate la sterrata verso Sisine. Dopo circa un’ora di macchina (preferibile, in ogni caso, il fuoristrada), arrivate a “Planu ‘e Murta”: lasciate l’auto e procedete a pied. La spiaggia di Sisine è a 15-20 minuti.

Raggiunta la spiaggia, seguite le indicazioni e risalite la china verso la grotta. Il viaggio si fa escursione: il sentiero è segnato dal rosa floreale degli oleandri e dal grigio perla dei ciottoli de “sa codula” (stretta gola incassata). Attraverso un sentiero piano che sale gradatamente, arrivate all’imboccatura in un’ora circa. L’imboccatura si trova a circa 300 m s.l.m.

testo di Salvatore Corrias
foto di Vincenzo Incollu e Mattia Vacca
informazioni gentilmente concesse da
 Vincenzo Incollu e Rossano Lai
web editing SP