Home E Nuovi Stili di Turismo E ITINERARI ENOGASTRONOMICI>LA GALLURA 

GALLURA
Sul monte Limbara tra le strade del vino

Un itinerario tra i sapori di Gallura attraverso boschi di lecci, dolci colline a pascolo, nuraghi e chiese medievali: è il paesaggio che incornicia le vigne del Vermentino di Gallura. L’itinerario prevede il periplo del monte Limbara, disegnato in picchi e guglie fino a 1359 metri di quota, e una sosta nei tre centri che lo attorniano, protagonisti del Consorzio tra cantine sociali Città del Vino che ha il grande merito di far arrivare il Vermentino in ogni parte d’Italia.

>Km: 75 circa
>Durata: una giornata
>Natura: @@@@
>Archeologia: @@@
>Arte: @@@
>Artigianato: @@@@

Raggiungiamo Tempio Pausania
– da Cagliari: S.S. 131 sino a Codrongianus, poi S.S. 127 per Tempio Pausania
– da Olbia: S.S. 127 sino a Tempio Pausania

Si parte
Punto di partenza del viaggio è Tempio Pausania che si incontra su un altopiano granitico alle falde settentrionali del monte Limbara. Città insigne per storia e monumenti Tempio è anche la località più attrezzata per il turismo. Segnaliamo l’agriturismo l’Agnata che, oltre al soggiorno in una suggestiva cornice agreste, offre cucina casalinga con maccheroni al sugo di cinghiale, maialetto arrosto e formaggi di fattoria. Oltre al Vermentino, Tempio vanta una specifica produzione di Moscato di Sardegna, spesso spumantizzata. Tra le etichette della Cantina Sociale Gallura, spicca l’inatteso Nebbiolo dei colli del Limbara Karanà, uno dei nuovi prodotti dell’enologia locale.

Tempio Pausania è una pittoresca e panoramica cittadina situata presso il monte Limbara tra boschi, vigneti e ciclopiche rocce tafonate. La città presenta architetture tipiche, con i suoi palazzetti in granito grigio, ornati di balconate in ferro battuto e le strade lastricate. La cattedrale conserva il portale e il campanile quattrocenteschi; all’interno altari lignei del Settecento.
Di fronte si trova l’Oratorio del Rosario, interessante struttura che custodisce un bell’altare policromo del Settecento.

Tempio è famosa anche per il suo carnevale – su Carrasciali – con sfilata di carri allegorici, balli, feste e rogo finale di un grande pupazzo di cartapesta chiamato “Re Giorgio”.
Interessante a nord dell’abitato è il nuraghe Magghjori, il meglio conservato dei nuraghi dei dintorni.
Oltre che per i suoi vini Tempio è famosa per la produzione di oggetti in sughero e per gli insaccati, in modo particolare la suprissata, salame insaporito con aceto, pepe e sale.

… verso Berchidda
percorrendo la spettacolare strada del lago del Coghinas, si arriva a Berchidda e al suo museo del vino. La zona è molto bella, con la vetta boscosa del monte Acuto, sormontata da un castello medievale, e numerosi siti preistorici. Assai favorevole il quadro gastronomico, con i piatti dell’entroterra, dalla zuppa berchiddese (pane, ragù di vitella e pecora, formaggio e brodo) ai maccarrones furriados (sorta di spaghetti amalgamati nel pecorino fuso), ai ravioli con ripieno di cinghiale, dalle carni alla brace agli spiedi di selvaggina, dai formaggi pecorini al miele di corbezzolo. Quanto al Vermentino siamo in una dei suoi santuari grazie ad una realtà pedoclimatica che naturalmente favorisce rese limitate d’uva e concentrazione di zuccheri superiore alla media. Della locale cantina sociale citiamo l’etichetta Vigne Storiche, alfiere di una produzione che conta anche buoni rossi come il Nastarré, che abbina uve tradizionali all’importato Nebbiolo.
Il Museo del Vino è una struttura unica in Italia per modernità d’architettura e approccio alla sua funzione. Dalle sue terrazze lo sguardo spazia dal paese alla montagna, sorvolando il vigneto didattico che comprende i ceppi isolani più celebri, dal Cannonau alla Malvasia, ma anche quelli ormai desueti come il Torbato e il Cagnulari. All’interno vi è un’ampia sezione espositiva destinata a mostre temporanee e alla presentazione di reperti etnografici concernenti gli aspetti pratici e sociali della civiltà del vino. Il museo dispone di immagini filmati, documenti sonori e connessioni informatiche con centri studio di tutto il mondo. Al termine del percorso museale si giunge alla cantina che presenta centinaia di etichette isolane e funge da enoteca regionale. Anche in questo caso l’approccio è innovativo con una sorta di sommelier interattivo che guida l’appassionato alla scoperta delle singole produzioni. Alla fine del virtuale si torna al reale con la degustazione secondo i canoni classici.
Berchidda, nota per i vini e la splendida posizione geografica, deve la sua fama al festival estivo “Time in Jazz” organizzato dal musicista Paolo Fresu. La manifestazione ospita ogni anno i più bravi jazzisti mondiali, attirando nel paese migliaia di appassionati e curiosi.

… proseguendo verso Monti
Ultima tappa dell’itinerario è Monti, dove nella prima metà di agosto si svolge la Sagra del Vermentino. Della locale cantina, una delle più antiche ed apprezzate della Sardegna, si segnalano il Funtanaliras, un vino equilibrato dalla struttura possente, e il più tradizionale Aghiloia, mentre il rosso Abbaia sarà gradito agli estimatori del Cannonau che ne rappresenta la base.
siamo nel regno del granito, popolato da giganteschi macigni, rocce, guglie, creste, muraglie e bastioni, che fanno da quinte a campi, pascoli e boschi di sughere e lecci.
Posto su un’ampia depressione chiusa da una catena di colline Monti è anche un importante centro sugheriero. Nell’abitato merita una visita la parrocchiale di San Gavino, con campanile risalente al Seicento. Sotto la cella campanaria si può osservare un curioso fregio di archetti, ornati agli angoli da primitive figure antropomorfe.

.:Tappa
A 21 chilometri da Monti (deviazione al km 7,1 della SS 389 per Alà dei Sardi) in unavalle verdeggiante di lecci e lentischi si trova il santuario di San Paolo Eremita, dove il 15 agosto si svolge una delle feste religiose più frequentate e importanti del nord della Sardegna, occasione di pellegrinaggi e di riti di antica origine, animati dall’euforia pagana tipica delle feste popolari isolane. La piccola chiesa, costruita in pietra di granito nel caratteristico stile gallurese, non presenta particolari pregi architettonici, ma trae la sua suggestione dal paesaggio circostante.