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Attualmente il patrimonio viticolo sardo si estende su una superficie di circa 35.000 ettari; la superficie media dell’azienda viticola sarda è inferiore all’ettaro.
L’attività di trasformazione viene attuata da 24 cantine sociali e da 30 cantine private, oltre ad una miriade di trasformatori di livello familiare o hobbistico.
La viticoltura sarda ha subito un profondo processo evolutivo, che ha portato ad un’importante crescita della produzione imbottigliata di qualità ed una rilevante riduzione dei vini commercializzati allo stato sfuso.

Nel 1998 la produzione di vino sardo è stata così ripartita:

-Vini a D.O.C. 26%
-Vini ad I.G.T. (Indicazione Geografica Tipica) 13%
-Vini da tavola 61%

  • Sulcis-Iglesiente
    3500 ettari di vigne

È l’area d’elezione del vitigno Carignano; in misura minore sono presenti anche Monica, Nuragus e Vermentino.
Si ritiene che esistano i presupposti per la diffusione di vitigni bianchi, sia di quelli presenti, sia di quelli di nuova introduzione: Chardonnay, Pinot B., Sauvignon, ecc.
Quest’ipotesi, tuttavia, si ritiene valida limitatamente a situazioni caratterizzate da un minimo di disponibilità idrica e da una media fertilità del suolo.
Anche nell’ambito delle varietà a frutto nero si auspica un allargamento della piattaforma ampelografica, introducendo i Cabernet, il Sangiovese, il Barbera, il Montepulciano ecc.

  • Parteolla-Campidano di Cagliari
    11.000 ettari di vigne

È un’area vasta ed eterogenea comprendente territori collinari e di pianura, caratterizzati da un patrimonio ampelografico molto variegato che comprende principalmente: Nuragus, Vermentino e Monica. Tra i minori si citano: Bovale Sardo, Barbera Sardo, Pascale di Cagliari, Alicante, Girò rosso, Malvasia, Nasco, Moscato.
Anche per quest’area vale il discorso dell’integrazione varietale con vitigni diversi sia bianchi che rossi.

  • Marmilla-Trexenta
    2000 ettari di vigne

Rappresenta un’area vasta e di grande interesse per la viticoltura; il territorio delle due aree presenta una morfologia collinare a diversa pendenza, ma compatibili con le esigenze della meccanizzazione.
La natura dei suoli è anch’essa variabile, ma idonea per la vite, pur segnalando al momento attuale una scarsa disponibilità idrica.
Può essere definita la zona classica di produzione del vino Nuragus, pur essendo presenti numerosi altri vitigni: Monica, Vermentino, Bovale Sardo, Pascale di Cagliari, Malvasia, Moscato, ecc.
Anche in questo territorio si presenta la necessità di rinnovare il quadro varietale.

  • Campidano di Terralba-Marrubiu-Mogoro
    1500 ettari di vigne

Area geografica vasta e variegata per la conformazione geo-pedologica.
È prevalente il vino Carignano (denominato nella zona Bovale di Spagna), ma sono presenti anche Monica, Bovale Sardo, Nuragus, ed inoltre Semidano, Sangiovese, Trebbiano, ecc.
Con le opportune integrazioni nelle aree collinari si può prospettare il mantenimento della tipologia produttiva dei vini rossi, riservando alle aree di pianura la coltivazione dei bianchi.

  • Ogliastra-Dorgalese-Barbagia-Costa Orrientale-Sarrabus-Gerrei
    7000 ettari di vigne

E’ l’area del Cannonau: comprende un vasto territorio, che dalla fascia litoranea orientale si estende all’interno della Barbagia di Nuoro (Oliena, Dorgali ecc.).
L’area nel suo complesso, può essere definita ad indirizzo monovarietale: in effetti solo nel Sarrabus il Cannonau è stato integrato con il Carignano.
Ciò potrebbe costituire un fattore limitante, data la scarsa flessibilità della materia prima, nella diversificazione delle tipologie produttive.
D’altra parte l’area risulta penalizzata da una conformazione orografica difficile e da disponibilità idriche ridotte, in definitiva necessita d’interventi tesi a ridurre tale situazione di svantaggio.
La coltivazione di vitigni neri potrà continuare ad essere prevalente, seppure con le opportune integrazioni varietali (Barbera, Sangiovese, Cabernets), mentre per i vitigni bianchi la loro diffusione, del resto auspicabile, potrà essere limitata a particolari micro-aree favorevoli riguardo, soprattutto, alle risorse idriche.

  • Gallura
    3000 ettari di vigne

Area d’elezione del Vermentino; per le favorevoli condizioni questo vitigno ha potuto esplicarvi al meglio le proprie potenzialità.
Bisogna riconoscere che il successo del Vermentino ha potuto realizzarsi grazie allo sviluppo turistico della zona, che ha dato un notevole impulso a tutta l’economia, nonché prestigio all’immagine dell’area.
Per rendere più flessibile l’utilizzo della materia prima Vermentino, si propone una moderata integrazione con vitigni cosiddetti nobili (Chardonnay, Pinot) utilizzabili, d’altra parte, anche per la produzione di vini spumanti, che trovano
in Gallura condizioni favorevolissime.
Contenuta appare la possibilità di sviluppo di vitigni rossi.

  • La Nurra Algherese e Sassarese
    4000 ettari di vigne

Area non vasta, ma caratterizzata da una qualificata immagine.
E’ prevalente il Vermentino; seguono Cannonau e altri minori, ad esempio il Torbato.
L’adeguamento della piattaforma ampelografica è già in corso grazie all’iniziativa di una grossa azienda privata.

  • Le Micro-aree
    3000 ettari di vigne

Sono comprese il Meilogu, l’area di Sorso-Sennori, il Mandrolisai, la Planargia e l’area della Vernaccia (Oristanese).
Sono caratterizzate in alcuni casi da produzioni enologiche di pregio che meriterebbero la giusta valorizzazione, come ad esempio il D.O.C. del Mandrolisai e la Vernaccia di Oristano.
Tuttavia al momento attuale, le migliori prospettive pare averle la Malvasia della Planargia, soprattutto nella rivisitazione in chiave moderna della produzione di spumanti.