MONTE ALBO
il gigante bianco
dove:Nella sub-regione delle Baronie. Amministrativamente appartiene, per la maggior parte, ai comuni di Lula (NU) e Siniscola (NU); in minor misura a Lodè (NU), Loculi (NU), Irgoli (NU) e, per pochi ettari, a Galtellì (NU). (Foto M.Vacca, M.te Albo)
caratteristiche:
complesso montuoso, con Punta Catirina e Punta Turuddò raggiunge i 1127 metri.
La roccia è calcare del periodo Giurassico, Era Mesozoica (240 milioni di anni fa).
Biotopo di particolare interesse. Si erge maestoso in mezzo alla Baronia settentrionale.
È un magnifico massiccio calcareo, splendido anche solo nell’impatto visivo. Ricchissimo di vegetazione endemica (anche se gli incendi hanno danneggiato la flora in maniera irreversibile) e vivacemente abitato da una ricca fauna.
fauna:
alcuni decenni orsono, la montagna dava rifugio e sussistenza a cervi, daini e mufloni; allo stato attuale solo alcuni esemplari di muflone sono sopravvissuti all’opera devastatrice dell’uomo.
Si possono comunque vedere volpi, martore, cinghiali, conigli e lepri; tra gli uccelli: l’aquila reale, la tortore e la pernice, per citarne alcuni. Una cinquantina di anni fa sul cielo di Monte Albo, si ammirava anche il volo dell’aquila del Bonelli e del grifone, ormai scomparsi.
Specie endemica caratteristica è il geotritone del Monte Albo (Speleomantes flavus), anfibio che ama l’umidità delle grotte.
flora:
Il rapporto tra estensione del territorio e numero di specie endemiche presenti mette in risalto la ricchezza della flora di questa area.
Tra i fiori, l’elenco è lungo, ne ricordiamo solo alcuni: la peverina (Cerastium supramontanum), la sassifraga sardo-corsa (Saxifraga cervicornis), il limonio (Limonium morisianum presente solo in questa area), l’acino sardo (Acinos sardous), la campanula di forsyt (Campanula forsythii) e la specie rara del pero corvino (Amelanchier ovalis).
Sono presenti, inoltre, boschi di leccio, macchia prevalentemente costituita da fillirea, ginepro, lentischio, corbezzolo e olivastro e numerose le zone di gariga, tipiche delle aree degradate.
curiosità:
Molto interessanti e oggetto di studio, i toponimi presenti in questa area; molti, infatti, richiamano la vegetazione (fitotoponomastica) che un tempo doveva essere diffusa nella zona e che ora in alcuni casi si è ridotta se non addirittura scomparsa: S’iscala e su Tassu (La Scala del Tasso), Su Lidone (Il Corbezzolo), Sa Chessa (Il Lentisco).