OASI WWF DI MONTE ARCOSU
il regno del cervo sardo
Dove: a mezz’ora d’auto da Cagliari, fra i comuni di Uta, Santadi, Siliqua, Capoterra; nella sub-regione del Sulcis
Vincoli di protezione:
Oasi di protezione faunistica; vincolo paesistico e idrogeologico.
Segnalata come zona di protezione speciale dalla direttiva CEE 79/409.
La riserva è stata dichiarata dalla IUCN e dall’ICB area di estremo interesse naturalistico.
Estensione: 3600 ettari.
Ambiente:
La riserva comprende alcune vallate dominate da aspri picchi granitici che sfiorano i mille metri di altezza.
In tutta l’area si estende, per 450 kmq, un’antica e rigogliosa foresta di lecci e sughere: è la più vasta formazione “a macchia” del bacino del Mediterraneo.
La macchia rigogliosa comprende tutte le specie tipiche dell’isola.
Nelle profonde e strette vallate scorrono i torrenti e sulle sponde cresce una fitta vegetazione ripariale.
Nella riserva sono presenti anche alcune fresche sorgenti. Nella sorgente “Su Suergiu” l’acqua sgorga da un bel tronco di ginepro.
Fauna:
tra i mammiferi spicca la presenza del cervo sardo, il simbolo della riserva.
Il cervo sardo è il più grande mammifero della Sardegna: fino a pochi anni or sono era sull’orlo dell’estinzione, oggi ci sono 1500 esemplari di Cervo sardo in tutta l’Isola, 450 nella sola riserva di Monte Arcosu.
Un altro cervide presente nella riserva è il daino.
Il cinghiale ha colonizzato tutto il territorio, raggiungendo elevate densità.
Tra i carnivori sono presenti la donnola, la martora, il gatto selvatico sardo e la volpe.
Ricca è anche l’avifauna che comprende numerose specie tra le quali alcuni uccelli da preda rari e in via di estinzione: la poiana, il gheppio, l’astore, il falco pellegrino, l’aquila reale, il picchio rosso maggiore e il corvo imperiale.
Fra i rettili e gli anfibi segnaliamo la presenza del geotritone del Genè, del discoglosso sardo, della tartaruga comune, della biscia d’acqua e della biscia dal collare, l’ofide più raro e localizzato d’Italia.
Nei torrenti della riserva è presente la trota sarda, ormai rara negli altri corsi d’acqua dell’Isola.
Molto importante è la presenza della farfalla Papilio Hospiton, inserita nella Lista Rossa Internazionale degli animali in via di estinzione.
Flora:
i boschi sono essenzialmente di lecci e sughere, due specie di quercia.
La macchia è composta da corbezzolo, ginepro, erica, mirto, lentisco e fillirea.
Sono presenti esemplari di tasso (taxus baccata L.), una specie di conifera dalla corteccia bruno rossastra, dal frutto rosso e carnoso, relitto di antiche foreste.
Un’altra rarità botanica è il bagolaro (celtis australis L.): viene chiamato anche spaccasassi perché può crescere in zone aride e impervie, non deve stupire trovarlo tra cumuli rocciosi.
Lungo i corsi d’acqua prosperano salici, oleandri e ontani.
A chi rivolgersi:
Cooperativa “Il Caprifoglio” via Umberto I n.15 – 09010 Uta (CA); Telefax +39070968714.
Apertura:
aperto il sabato e la domenica, escluso il periodo nel quale si verifica l’accoppiamento del cervo sardo, dal 15/08 al 30/09.
Per le scolaresche e i gruppi apertura tutti i giorni della settimana.
Attività:
trekking, educazione ambientale, corsi di fotografia naturalistica, stage a tema, campi lavoro, settimane verdi, campi studio e ricerche.
Attrezzature:
percorsi-natura, centro visite, foresterie, aree faunistiche del Cervo sardo del Daino e delle Tartarughe.
Guide:
è possibile effettuare visite guidate.
Pernottare:
è possibile pernottare presso la foresteria