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ITINERARI: RAID A TUVIOIS di Vittorio Serra
un anello di 35 km in una zona selvaggia

  • lunghezza: 35 km
  • tempo percorrenza: 5 ore (1 e mezzo a piedi)
  • fondo: asfaltato e sterrato
  • periodo consigliato: tutto l’anno tranne agosto
  • grado di difficoltà: medio 

La zona
Tuviois è un remoto angolo della Sardegna meridionale incuneato tra due valli ai piedi del monte Serpeddì, nel suo versante nord.
Ci troviamo nel Sarrabus, di fronte al Genis: intorno ad una splendida foresta di alberi secolari troviamo alcune miniere d’argento, ormai abbandonate, risalenti alla fine dell’800.
Giuridicamente ultimo lembo del comune di Sinnai, la zona è di fatto utilizzata dagli allevatori di Burcei, che tengono il loro bestiame allo stato semibrado.
La presenza dell’uomo è rara, i pochi che vi lavorano lo fanno con discrezione, difficilmente vedrete qualcuno. Voi sarete, comunque, sempre osservati, per cui comportatevi bene.

La strada che da Burcei vi porterà all’entrata di Tuviois è una di quelle vecchie carrareccie mai sostanzialmente modificate nel corso degli ultimi 100 anni. E’ veramente piacevole percorrerla in bici. Nulla a che vedere con le nuove strade sterrate di montagna aperte di recente – sventrando la montagna – con ruspe e trattori, piatte e polverose e con pendenze poco ossequiose dell’andamento altimetrico del suolo.
I 12 km che dovrete percorrere serpeggiano incastonati seguendo i fianchi della montagna: strada facendo osserverete i bellissimi ulivastri secolari plasmati dal vento.

Tuviois
Arrivati alla fine della strada inizia la zona di Tuviois vera e propria: ancora poche centinaia di metri e poi dovrete portare la bici in spalla.
Il sentiero diventa sempre più incerto: in prossimità della fine sembra quasi che scompaia.
Con un po’ d’occhio, comunque, non correte alcun pericolo di smarrirvi.

Consiglio: non allontanatevi mai troppo dal greto del rio Tuviois, che vi darà sempre la direzione.

Mentre risalite il rio, tenetevi alla sua destra, fino a quando non arriverete agli ingressi delle vecchie miniere d’argento.

Le vecchie miniere d’argento
Potrete osservare i resti degli alloggi dei minatori: il sentiero, ben tracciato, è in parte pedalabile.

Alberi e maiali
Subito dopo ha inizio una bellissima vallata “popolata” da centinaia di alberi monumentali, dalle forme talvolta impressionanti.
Attenzione: probabilmente verrete avvicinati da frotte di maialetti allo stato brado: è preferibile non lasciare qualcosa in giro, perché curiosi e affamati assaggiano e azzannano tutto quello che gli riesce, commestibile o meno.
Addirittura sono stati in grado di tranciare con un solo morso la sella Flite in titanio di un biker.
Se desiderate fermarvi per ammirare la vallata, quindi, ricordate di appendere la bici ad un albero.
Prima di proseguire rifornitevi d’acqua: più avanti non sarà così semplice incontrarne.

Dentro la foresta
Ora vi aspettano 4 km da risalire a piedi all’interno della foresta: bici in spalla, delle due vallate che si affacciano nella radura principale, prenderete quella di destra.
Il sentiero, a tratti, è abbastanza ripido e sembra dover sparire da un momento all’altro.
In realtà non correte alcun pericolo di perdervi:

Consiglio: state sempre nei pressi del fondo della gola che state risalendo e seguite il sentiero più battuto (dagli animali naturalmente, perché qui non passa mai nessuno).

Con un buon passo percorrerete il sentiero in 1 ora esatta.
L’ultimo strappo è particolarmente ripido, ma potrete tirare il fiato subito dopo aver raggiunto la cresta del monte.
Risalendo, osservate sulla destra il roseo massiccio roccioso del Monte Genis: proseguite in discesa in quella direzione per circa 2 km.
Raggiungerete una buona strada sterrata in località S’Isca de S’Arena: qui incontrerete 1’omonimo ovile. Continuate sulla stessa strada a sinistra e continuate per circa 5 km.
La pendenza è molto leggera e il fondo buono: in poco tempo arriverete al bivio Genn’ e Funtana-Monte Serpeddi.

Raccomandazione: da queste parti la nebbia è un evento tutt’altro che raro; non dimenticate quindi la bussola, la carta I.G.M. e un telefono cellulare, che vi daranno la necessaria tranquillità.
A proposito di telefonini. nella vallata di Tuviois la ricezione non è delle migliori, mentre è buona in tutta la seconda parte dell’ itinerario.

In discesa verso Burcei
Tornando al percorso, continuate in direzione Serpeddì; dopo 3 km inizierà una veloce discesa di circa 8 km che vi riporterà velocemente a Burcei.

***

Arrivare a Burcei
Burcei è raggiungibile da Cagliari seguendo la statale 125 (Orientale Sarda), che abbandonerete all’altezza di S’Arch’e Tidu.
Lasciate l’auto all’entrata del paese, presso il rifornitore di carburante e cercate le indicazioni per monte Serpeddì.

A chi rivolgersi
Se siete intenzionati a conoscere questi luoghi, ma non vi sentite sicuri e non volete rischiare delle disavventure, l’ideale è rivolgersi al Team Monolite, il quale metterà a disposizione per l’escursione uno dei suoi scout.
I bikers della Monolite sono le guide più esperte e, probabilmente, le uniche che conoscano il territorio.
Chiama Vittorio Serra: tel 03396765970; fax 070767350; mail: vittorioserra@tiscalinet.it