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IL PERIPLO DELLA SARDEGNA A PIEDI
Zigheddu e Giovanni Serrau lungo le coste dell’isola
Sono partiti martedì 2 aprile dalla Basilica di Bonaria a Cagliari.
Zigheddu e Giovanni Serrau faranno il periplo della Sardegna.
Percorreranno più di 1000 chilometri in 20 giorni circa, alla media di 5/6 km all’ora.
Niente male per due giovanotti over 60.
Su Sardinia Point, ogni giorno, il resoconto della loro impresa
- 2 aprile > Cagliari – Villasimius
partiti dalla scalinata di Bonaria alle 07.30, puntiamo verso la costa orientale. In serata siamo a Villasimius, dove trascorriamo la notte. - 3 aprile > Villasimius – Muravera
pioggia. Copiosa. Una manna per l’isola assetata. Era ora ! Ed è bello camminare sotto l’acqua e vedere la campagna ricevere un po’ di sollievo dalla lunga siccità.
Si dorme a Muravera il paese delle arance. - 4 aprile > Muravera – Jerzu
verso l’Ogliastra, la terra del cannonau, dei prosciutti e dei culurgiones.
La pioggia del giorno prima ha liberato nell’aria i profumi della terra bagnata e della macchia mediterranea. La campagna è bellissima. Fanno pausa a Tertenia e poi a Jerzu per la notte. - 5 aprile > Jerzu – Baunei
saliamo verso il supramonte di Baunei, una delle zone più selvagge dell’isola.
La pioggia ha ridato vita alla campagna: i colori sono più brillanti e anche qui l’aria è piena di profumi. - 6 aprile > Baunei – Dorgali
circa 60 km in mezzo ai calcari spettacolari del Supramonte. Paesaggi lunari e foreste, i fiori della macchia mediterranea e il verde dei prati.
Deviamo dalla strada per un trekking fuori pista: codula di Luna e Fuili, ruscelli, bosco, strette gole ed ecco la spiaggia. Tocchiamo il mare del Golfo di Orosei.
Arriviamo a Cala Gonone e, dopo la galleria, a Dorgali per una bella cena e una dormita ristoratrice. - 7 aprile > Dorgali – Siniscola
saliamo verso nord, lungo la Costa degli Oleandri, attraverso le Dolci Baronie.
Le Baronie: terra di colline di paesi bellissimi, di tradizioni antiche, di cibi deliziosi come sa pompia, un’agrume cotto nel miele: una vera leccornia.
Alla nostra destra le dune costiere di Capo Comino e la bellissima spiaggia di Berchida. Arriviamo a Siniscola e dormiamo alla Caletta. - 8 aprile > Siniscola – Porto San Paolo
c’è il sole e un leggero venticello fresco che però è piacevole.
Camminiamo verso S. Teodoro l’ultimo paese della provincia di Nuoro, al confine tra Baronie e Gallura. - 9 aprile > Porto San Paolo – Cannigione
siamo in piena Costa Smeralda, la zona più conosciuta della Sardegna.
Non c’è bisogno del nostra camminata per far conoscere questo tratto di costa.
Le persono ci accolgono con simpatia ed entusiasmo e a noi,
ovviamente fa molto piacere.
Per cena 1/2 chilo di spaghetti: la riserva energetica per il percorso di domani.
E poi a nanna, domani si scollina. A Santa Teresa. - 10 aprile > Cannigione – Santa Teresa
pioggia: bella, intensa, benedetta per la terra assetata della Sardegna. Può sembrare strano, ma siamo contenti di camminare sotto l’acqua.
Costeggiamo il mare della Costa Smeralda: è bellissimo e le ginestre in fiore.
In giro ci sono già i turisti, comitive di tedeschi per lo più.
Domani puntiamo verso Castelsardo, ma non crediamo di raggiungerlo in giornata. Sono 70 km e ci fermeremo prima per la notte. - 11 aprile > Santa Teresa – Badesi
verso sud-ovest, per la prima volta. Lasciata Santa Teresa la costa cambia: le ville e i turisti della Costa Smeralda sembrano lontani anni luce. Lungo la costa ci accompagna il silenzio e il rumore del vento e possiamo goderci il paesaggio primaverile e il tramonto sul mare. Siamo a Badesi per la notte - 12 aprile > Badesi – Sassari
proseguiamo lungo la costa, nella pace e nella quiete superiamo Castelsardo l’antica e belissima cittadina medioevale arroccata sul mare.
Arriviamo a Platamona, la spiaggia dei Sassaresi. Passiamo la notte a Sassari. - 13 aprile > Sassari – Alghero
pioggia. Anche oggi. Iniziamo a pensare che la nostra lunga marcia abbia avuto un effetto propiziatorio. Siamo bagnati ma contenti. Da Sassari torniamo a Platamona in auto e da lì riprendiamo il cammino. Lasciamo la costa, per una ventina di chilometri e puntiamo verso Alghero.
Sono le 19.00 e siamo già in città pronti per la consueta abbondante spaghettata serale. Domani ci aspetta uno dei tratti di costa più belli dell’isola, l’Alghero – Bosa, La Costa dei Grifoni … - 14 aprile > Alghero – Bosa “La Costa dei Grifoni”
aquile e avvoltoi, mare e scogliere. La Alghero Bosa è un sogno: capre selvatiche, salite, la macchia sui costoni, grandi panorami. La giornata è bella: c’è il sole e tira un venicello leggero. Fresco. Ci fanno compagnia, lungo la strada, due ciclisti inglesi: facciamo amicizia e ceniamo nello stesso albergo a Bosa.
Domani, verso Oristano. - 15 aprile > Bosa – Riola Sardo
anche oggi è una bella giornata: ci voleva dopo la pioggia della settimana scorsa. Siamo nel Montiferru, una delle zone più belle dell’isola, la terra de su casizzolu, del bue rosso, delle olive e dei cavalieri di Santu Lussurgiu. Entriamo a Cuglieri famoso per l’eccellente olio d’oliva. Da Cuglieri, verso Santa Caterina di Pittinuri: sul mare S’Archittu il grande arco naturale di roccia; sulla terra i resti dell’antica città romana di Cornus. E’ buio ci fermiamo a Riola. Vengono a prenderci in auto e dormiamo a Oristano. - 16 aprile > Riola Sardo – San Nicolò Arcidano
ci svegliamo e ci facciamo riportare a Riola: il periplo va fatto a piedi per intero ! Pioggia: ci mancava, da due giorni. Costeggiamo il Golfo di Oristano: Arborea, la città più giovane dell’isola e poi Terralba dove ci accolgono con entusiasmo.
Lungo la strada arrivano i giornalisti e la TV: dopo Sardinia Point anche qualcun altro parla di noi. Non è troppo contento Giovanni, più schivo di me, che tenta di non vuole farsi riprendere. Domani si punta verso la Costa Verde, la costa delle miniere, delle dune e del mare selvaggio. - 17 aprile > San Nicolò Arcidano – Buggerru
lungo la Costa Verde, la costa selvaggia delle scolgiere, delle miniere abbandonate, del vento forte di maestrale, dei deserti costieri, dei cervi che arrivano al mare dalle grandi foreste dell’Iglesiente. Dormiamo a Buggerru antico centro minerario. - 18 aprile > Buggerru – Teulada
nel Sulcis. La terra dei fenici, gli antichi mercanti venuti dall’Oriente.
La primavera è splendida la macchia esplode i suoi profumi nell’aria: profumi indescrivibili. Raggiungiamo Teulada, domani doppiamo il Capo Malfatano e dopo tanti giorni inizieremo a risalire verso nord-est puntando Cagliari, la nostra meta. - 19 aprile > Teulada – Pula
all’improvviso una cala: Tuerredda. Se non la conosci ti perdi una delle più belle cale della Sardegna: una spiaggia bianchissima a forma di cuore, l’isola raggiungibile a nuoto abitata da gabbiani gelosi del loro territorio. Il mare ha colori che mettono i brividi. E poi Chia, le dune, le grandi spiagge e gli stagni con i fenicotteri: che bellezza! Le pinete litoranee di Santa Margherita e infine Pula. Qui ci sono i resti della città fenicia più antica della Sardegna: Nora (1000 a.C.). A Nora è stata ritrovata la stele di Nora, il documento più antico dove compare la parola Sardegna (SHRDN in fenicio). - 20 aprile > Pula – Cagliari
verso la città di pietra, la Gerusalemme di Sardegna, come la definì Vittorini.
Sopsesa sui colli, adagiata sulle lagune di Santa Gilla e Molentargius, tocca il mare con una delle spiagge cittadine più belle del mondo, la spiaggia del Poetto (11 km).Dopo 18 giorni di camminata, una media di 50 km al giorno, circa 1000 km percorsi, più di 2.000.000 di passi, entriamo a Cagliari sotto la pioggia scrosciante.
Ecco la scalinata della Basilica di Bonaria:
da qui siamo partiti e qui arriviamo dopo un’avventura emozionante ed entusiasmante.Sotto una bellissima pioggia:
ci piace credere che il nostro giro abbia portato un po’ di fortuna…
Zigheddu
Cagliari, 20 aprile 2002