DI CALA IN CALA di Oskar Brambilla
uno dei trekking più belli di tutta la Sardegna.
Le rocce calcaree del Supramonte la natura aspra e dolce, le gole, le grotte, le alte falesie a picco sul mare, i ginepri secolari i cuiles (gli ovili), il mare verde-azzurro del golfo di Orosei, le Cale fuori dal tempo fra cielo rocce e mare.
- dove: Supramonte, lungo il Golfo di Orosei. Attraverso il territorio di Baunei e Dorgali
- partenza: Cala Gonone
- arrivo: Punta Goloritzè
- durata: 3 giorni
- tappe: Gonone, Fuili, Ilune, Sisine, Ispuligidenìe, Goloritzè
Tappa 1: da Cala Gonone a Cala Fuili [3 km circa]
da Cala Gonone lo sguardo spazia sul golfo abbracciando la costa che si allontana verso sud. Seguendo sino alla fine la strada asfaltata che costeggia il mare per circa 3 km, si arriva a Cala Fuili.
Cala Fuili è una piccola spiaggetta, qui sono tanti gli angolini per un bivacco.
All’interno sale la Codula Fuili.
Tappa 2: da Cala Fuili a Cala Luna [2 h circa]
un buon sentiero sale sul fianco della Codula omonima in direzione sud e poi, tenendosi all’interno con qualche piccola veduta verso il mare, lo costeggia sino ad incontrare la Codula di Luna.
Scesi sul fondo, in breve si raggiunge Cala Luna, la bellissima spiaggia con le sue grandi grotte spalancate sul mare. Trascorrere la notte qui, all’imbocco di una delle grandi grotte, è un’emozione stupenda.
Tappa 3: da Cala Luna a Cala Sisine [4 h circa]
si prosegue verso sud, lungo una buona pista che con qualche tornante si porta al di sopra della Codula e prosegue costantemente in salita verso l’interno, lungo una sorta di vallone chiamato Badde de Lupiru.
Incontrata S’Arcada S’Architieddu Lupiru, una bella arcata rocciosa, si prosegue sino a dove la pista diviene finalmente piana: ora lo sguardo può spaziare sul Golfo.
Più avanti, dopo una breve salita e un paio di tornanti, si abbandona la pista per seguire un sentierino che si snoda lungamente scendendo nella fitta macchia in direzione del mare. Si arriva a Cala Sisine.
Il bivacco è sulla grande spiaggia al cospetto di Plummare, la più alta parete a picco sul Mediterraneo. Là ancora nessuno è mai stato.
Tappa 4: da Cala Sisine alla spiaggia di Ispuligidenìe [6h circa]
si cammina per la Codula Sisine, lunga ma molto bella, contornata da pareti rocciose e a tratti immersa nell’ombra di maestosi lecci.
!! nota: dopo 3h, si torva un abbeveratoio
Il percorso segue una comoda pista che sale sino al grande altipiano del Golgo.
Si passa oltre la zona di Ololbizzi attraverso il vasto bellissimo altipiano si raggiunge un’altra pista che si dirama sulla sinistra. Seguendola, poco dopo il bivio, si incontra una vasca di pietra, un abbeveratoio, dove ci si può rifornire
d’acqua. Sin qui circa 3 ore.
Proseguendo, la pista punta ora verso nord, invertendo la direzione di marcia seguita sin’ora. Lasciato sulla destra il cuile (ovile) di Antonio Cabras si continua sino a dove la pista piega a est e ci si imbatte in una nuova biforcazione.
A sinistra si scende nel Bacu Mudaloro a destra si prosegue verso la Serra ‘e Lattone.
Il cammino è ancora lungo e iniziano le difficoltà.
Il sentiero pian piano scompare confondendosi in una sorta di avvallamento sassoso. Poco prima della fine della salita, al termine della quale, dalla sella si apre la vista sulla valle di Goloritzé, una traccia piega decisamente a sinistra lungo il crinale della Serra ‘e Lattone.
Facendo attenzione a non perdere la traccia si giunge ad alcuni cuili abbandonati.
Da qui, si prosegue in salita sino alla vasta sommità della Serra.
Ora è fondamentale non smarrire la traccia più marcata che si snoda in direzione nord tra sassi aguzzi ed arbusti per poi pian piano abbassarsi verso est e il mare, sino ad incontrare un bellissimo foro in una lama di roccia. Il mare appare laggiù.
Il passaggio è a sinistra dell’arcata e poi ci imbattiamo in una ripida discesa che s’immerge nel grande bosco di Ispuligidenìe.
Si raggiunge il bordo della balza che precipita sulla sottostante spiaggia.
Il sentierino rasenta il salto sino a portarsi sulla rocciosa Punta Ispuligi. Si scende sulla sinistra un saltino di rocce verticali e, con quattro balzi sui massi della scogliera, si tocca finalmente la fantastica spiaggia di Ispuligidenìe (Cala mariolu).
Si trascorre qui una notte indimenticabile.
Tappa 5: da Ispuligidenìe (Cala Mariolu) a Cala Goloritzè [5 h circa]
L’ultima tappa si lascia alle spalle Ispuligidenìe (Cala Mariolu) percorrendo a ritroso la via del giorno precedente sino alla vasca nella rossa piana del Golgo. Circa 2 ore e mezzo o 3 ore.
Da qui ci riallacciamo alla grande pista seguita nella tappa precedente da Cala Sisine, continuando verso sud. Si passa l’antica chiesetta bianca di San Pietro e si giunge al punto dove a sinistra si dirama la pista verso Goloritzé, mentre a destra si fa rotta per il Ristorante e i cuili del Golgo. Dalla vasca circa 1 ora.
Eventualmente si può cenare qui e far così conoscenza con Antonello, Silvano e compagnia. Poi si può scegliere di dormire sul posto e proseguire l’indomani oppure finire il cammino la sera e la notte stesse.
Andando a Goloritzé s’incontrano le pozze di As Piscinas e la grande voragine di Su Sterru; poi la pista diviene un ottimo sentiero che dopo una breve salita si lascia alle spalle la piana del Golgo per buttarsi in discesa lungo il Bacu Goloritzé, fra lecci e pareti verticali sino all’apparizione dell’Aguglia. Il pinnacolo roccioso si lancia nel cielo proprio sopra Cala Goloritzé.
Arriviamo alla cala scendendo alla fine una breve ripida balza.
Il trekking termina qui. Circa un ora dal Golgo, circa 2 ore dalla vasca, in totale circa 4 ore e mezza/5 ore da Ispuligidenìe
Sorgenti sottomarine di acqua dolce raffreddano l’acqua marina e un sottile rivolo scivola sui bianchissimi lastroni di Piera che affiorano sulla spiaggia.
Un angolo, una spiaggia, un mare da favola, un arco di pietra, la vista sull’intero Golfo di Orosei, laggiù Cala Gonone da dove siamo partiti.
E l’Aguglia e le sue figlie. E lassù la grande Punta Salinas.
Il ritorno con un gommone
Saltellando sulle onde, rivisitando le spiagge conosciute lungo il cammino, scoprendone altre nascoste qua e là.
E mille insenature e grotte e sculture di Pietra e trasparenti fondali: è una bellissima conclusione mozza fiato.
Consigli
- OCCHIO: è sconsigliato a tutti d’intraprendere questo cammino senza aver un minimo curiosato in questi luoghi.
- OCCHIO: desistere e perdersi è più facile di quanto si possa immaginare
- OCCHIO: anche le carte e la bussola non sono di grande aiuto.
Basti considerare che anche le belle tavole dell’IGM, riguardo quest’area, sono imprecise e sbagliate e ce ne siamo subito accorti Alessandro Gogna ed io nel maggio ’97 quando ci siamo spinti nella zona di Orronnoro per poi avventurarci sulla sua grande parete.
Inoltre i quadranti dell’IGM del Golfo di Orosei sono da qualche anno esauriti e non disponibili. - OCCHIO: meglio allora rivolgersi agli esperti del luogo per lanciarsi senza alcun problema in questa indimenticabile avventura.
- dovete saper camminare con lo zaino sulle spalle
- l’ambiente è selvaggio
- occhio alle tracce dei percorsi e ai punti di passaggio
- acqua: è bene farne scorta ad ogni occasione
- cibo: portatevelo da casa
- dormire: portatevi il sacco a pelo. Si può fare tranquillamente a meno della tenda poiché un po’ ovunque si trova un riparo in cui dormire
foto:
il Golfo di Orosei da P.ta Caroddi /Goloritzè; scattata verso cala Gonone (M. Vacca)