ORTO DEI CAPPUCCINI
- cosa: antiche cave di blocchi
- età: II sec. d.C.
- motivi per una visita: le cisterne scavate nella roccia, il cunicolo sotterraneo percorribile , il graffito paleocristiano
- dove: Via Sant’Ignazio
- a chi rivolgersi:
Liceo Artistico Statale
Gruppo Speleologico Centro Studi Ipogei “Specus”
Descrizione:
Nel 1595 in prossimità dell’Anfiteatro romano i frati Cappuccini fondarono il loro primo convento sardo, dotato di una grande estensione di terreno adibita ad orto.
Fin dal secolo scorso, l’orto attirò l’attenzione degli studiosi per la presenza di alcune monumentali cisterne scavate nella roccia calcarea attribuite al periodo punico.
Più precisamente…
Si trattava invece di antiche latomie, ovvero cave per l’estrazione di blocchi utilizzati per la costruzione del vicino Anfiteatro romano. Solo in un periodo successivo furono adibite a cisterne e rese impermeabili con il cocciopesto, un intonaco di calce mista a cocci triturati. La più ampia, nota come Cisternone Vittorio Emanuele II, poteva contenere fino ad un milione di litri d’acqua piovana proveniente dall’anfiteatro attraverso un cunicolo sotterraneo tuttora percorribile.
In seguito…
La cavità subì un ulteriore riadattamento a carcere, come testimoniano le numerose anelle osservabili lungo le pareti, destinate al fissaggio delle catene.
Un particolare:
É stato scoperto in corrispondenza delle anelle un graffito paleocristiano, risalente agli inizi del IV secolo d.C.
Si tratta di un’immagine simbolica della Navicula Petri, la nave della Chiesa, con l’albero della vela costituito da una croce monogrammatica e sul ponte i dodici apostoli “pescatori di uomini” schematicamente rappresentati nel salpare la rete. L’autore probabilmente era uno sconosciuto martire cristiano, detenuto prima di essere ucciso nei giochi dell’anfiteatro.