Sardegna Concerti
Molo Ichnusa, mercoledì 23 – ore 21,30
Kool and the Gang
Canzoni come “Celebration”, “Get down on it”, “Joanna” e “Cherish” si ascoltano quotidianamente alla radio, si ballano in discoteca, entrano a far parte della vita di chiunque ascolti un po’ di musica.
E’ una delle band più campionate di tutta la storia dell’hip hop come innumerevoli sono le versioni di alcune loro canzoni proposte da artisti R&B,.
Ma, come per tutte le formazioni storiche della soul music, parlare di Kool and the Gang, non è affatto semplice. Per vederli suonare in concerto invece basta andare al Molo Ichnusa, mercoledì 23 alle ore 21,30, per un nuovo appuntamento con la stagione estiva di Sardegna Concerti.
E, se è vero che la maggior parte degli ascoltatori di black music riconosce al gruppo una carriera che parte dal ’79 in poi, è altrettanto certo che la storia del gruppo risale ai primi anni ’60. Kool and the Gang nascono, infatti, nel lontano 1964 dallo sfrenato desiderio di creatività che muove i primi passi del bassista Robert Bell nello show business.
Inizialmente si chiamavano Jazziacs ed erano quattro: il trombettista Robert Mickens, i sassofonisti Ronald Bell, Dennis Thomas ed il sopracitato Robert al basso. Il jazz era alla base della ricerca sonora. Ma nell’arco di tempo che va dal ’64 al ’69 il sound del gruppo (che, intanto, aveva mutato il vecchio nome in quello di Soul Town Band) si spostò sempre più verso la contaminazione stilistica.
Nasceva così una delle prime incarnazioni del felicissimo incontro tra la morbidezza del soul e la dinamica incontrollabile del funk. Di lì a poco, molti avrebbero definito questa nuova corrente con il famigerato nome di Disco Revolution.
Siamo nel 1969, anno in cui i quattro reclutano altri due elementi, il chitarrista Charles Smith e il batterista George Brown: Kool and the Gang sono definitivamente nati!
L’anno dopo esce il primo dei loro album storici, l’omonimo “Kool and the Gang”, che trasuda una miscela esplosiva di jazz, funk e soul.
La band ha capito tutto e, partendo dalle radici (mantenendo, quindi, il background più puramente jazzistico) coinvolge così il ritmo della nuova musica di strada che si fa largo fra le vie dei grossi agglomerati urbani d’America.
Vedono la luce “Live at the Sex Machine” e “Music is the message” del ’71, seguiti da altri due dischi da collezione, “Good times” e “Live at the P.J.’s”, entrambi del ’72.
Contemporaneamente alla grande svolta, Kool and the Gang trovano il tempo di mettere su la loro etichetta personale, la De-Lite. Di conseguenza, totale libertà artistica per il gruppo che sfornerà hit a ripetizione.
Sono di questo periodo brani come “Funky stuff”, la bellissima “Hollywood swinging” e quella “Summer madness” che abbiamo avuto modo di riascoltare dalla splendida voce di Mary J. Blige (oltre che nei vari dischi dei gruppi hip hop che l’hanno campionata e ripresa fino alla nausea!).
Nel ’73 esce “Wild and peaceful”, seguito da “Light of worlds” e “Spirit of the boogie”, rispettivamente del ’74 e ’75. “Love and understanding” e il ben noto “Open Sesame” vengono pubblicati nel ’76. In seguito escono “The force” del ’77 e “Everybody’s dancin” del ’78. Queste ultime produzioni segnano la fine della parte più “impegnata” della carriera di Kool and the Gang. Con “Ladies night” del ’79, per il collettivo si apre una nuova era. Esplode l’ondata della disco music che vede coinvolti, fra gli altri, entertainers del calibro di Barry White, Gloria Gaynor, Tavares, Donna Summer (tornata di recente alla ribalta), Anita Ward e Sylvester. Già da quest’album, si inseriscono nella formazione il vocalist James JT Taylor (notevoli, inoltre, i suoi lavori da solista), Amir Bayan alle tastiere, il trombonista Clifford Adams ed il trombettista Michael Ray.
Questi sono gli anni in cui Kool and the Gang, sotto l’esperta direzione artistica di Eumir Deodato, ottengono i migliori risultati e i piazzamenti più alti in classifica. Complici il nuovo suono (più delicato, ripulito, smussato e analogo alla pop music di maniera) ma, soprattutto, la timbrica profondamente emozionale, espressiva, e il falsetto d’oro di Taylor.
La band risulta una sorpresa sotto ogni profilo: on stage sprizza scintille, allestendo coreografie spettacolari che costituiscono un insieme perfetto con la musica. Assistere ad un concerto di Kool and the Gang rappresenta un evento speciale, un puro coinvolgimento emotivo che racchiude piaceri sia per la vista che per l’udito.
Gli anni della disco sono anche gli anni d’oro della band che pubblica con successo lavori quali “Celebrate!” (1980), “Something special” (1981), “As one” (1982), “In the heart” (1983), “Emergency” (1984), “Victory” (1986), “Forever” (1986) e “Sweat” (1989). Tutti dischi, questi, che incontrano la disponibilità e l’entusiasmo del pubblico.