Home E Sarroch, 30 agosto 2002DANIELE SILVESTRI

Sarroch, 30 agosto 2002
DANIELE SILVESTRI

Diciamocela tutta: molti (io per primo) erano convinti di trovarsi di fronte un Silvestri imborghesito dal clamoroso successo del brano sanremese “Salirò” (per un mese in testa alla classifica italiana dei singoli) e dell’ultimo album “Unò Duè”, uscito subito dopo.

E invece no. Il concerto al Comunale di Sarroch di venerdì notte ci ha regalato, alla presenza di 2000 fans entusiasti, un Silvestri in gran forma, felice di suonare e in perfetta sintonia con la sua band, rodatissima dopo un centinaio di concerti tenuti in tutta Italia.

E  la risposta del pubblico è stata entusiasta. Chi si aspettava orde di giovanissimi agitarsi e scatenarsi solo al ritmo di “Salirò” è rimasto deluso. Anzi. Sono stati proprio i brani storici a farla da padrone, e Silvestri è stato bravissimo a portare il pubblico tutto dalla sua parte coivolgendolo in prima persona in molti pezzi.

La band è composta da Josè Ramon Caravallo, percussionista cubano, Emanuele Brignoli al basso e cori, Gianluca Misiti ai synth, Maurizio Filardo alle chitarre e cori, Piero Monterisi alla batteria e Silvestri alla chitarra e piano elettrico.

Parte una base e si inizia proprio con “Salirò” (per togliersi subito il dente che duole?), in versione remix, quasi da discoteca. I primi brani sono tutti tratti dall’ultimo disco: “Manifesto”, “Autostrada” (splendidi i suoni e l’arrangiamento, più riuscito rispetto al disco) e “Il mio nemico” (-il mio nemico non ha divisa/ ama le armi ma non le usa/ nella fondina tiene le carte visa- forse dedicata all’attuale Presidente del Consiglio).

Si prosegue con “Il dado”, tratta dall’omonimo album del ’96, con le chitarre in grande evidenza, e”Voglia di gridare”, uno dei brani più belli del primo disco di Daniele, semisconosciuto ai più, <>.

Dopo il ritmo dance di “Amore mio” (nel cui video promozionale compare Simona Cavallari, la compagna che in questi giorni gli ha regalato un figlio) è il turno di “Strade di Francia”, “Samantha”, “Sempre di domenica” e “Datemi un benzinaio” (altro brano del ’94).

Nella parte finale viene proposto un medley acustico, con continue variazioni di ritmo e Silvestri che gioca con gli spettatori, contenente “Banalità” (personale omaggio di Silvestri a Paolo Conte), “Y10 bordeaux” e “1000 euro al mese”.

C’è ancora spazio per “Domani mi sposo”, eseguita dal cantautore al piano elettrico senza l’accompagnamento della band ma la partecipazione del pubblico,  e “La classifica”, con cui termina la prima parte. Nel bis subito una sorpresa: una cover di “Every little thing she does is magic” dei Police, dedicata alla compagna, e poi la splendida “Flamenco della doccia” (dal testo esilarante) con tanto di chitarre e ritmi spagnoleggianti in primo piano.

“Aria” e la richiestissima “Cohiba”, cavallo di battaglia di tutti i concerti, il secondo bis. Spuntano d’incanto bandiere del Che ed è un tripudio sul palco e nel parterre.

Ma non è finita: Silvestri e la band si cimentano in una lunga jam session di sole percussioni, e salutano i fans ballando “Salirò” in versione playback, imitando (non proprio alla perfezione, se vogliamo essere sinceri!) il ballerino Fabio Ferri, diventato famoso dopo la comparsata a Sanremo.
Due ore di musica per un grande concerto. Con “Le cose in comune”, “Hold me” e “Me fece male a chepa” sarebbe stato perfetto.

Mauro Caproni
mausynth@libero.it