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Sinfonia in Re maggiore Hob.I 101 “L’Orologio” 

 

La Sinfonia in Re maggiore Hob.I 101  è il frutto di  un Haydn ormai molto british, che le bianche scogliere di Dover le ha riviste varie volte e a Londra èormai di casa. La Sinfonia venne eseguita per la prima volta il 3 marzo 1794, nel quarto concerto della stagione, poco prima di ricevere la lettera del nuovo prin­cipe Esterhàzy, Nikolaus II, che intendeva riassumerlo come Kapellmeister per la ricomposizione dell’orchestra. Invito che avrebbe accettato dopo qualche riflessione.

L’Orologio che batte nella partitura è il basso ostinato dei fagotti e il piz­zicato degli archi in crome del secondo movimento, che fanno da sottolineatura alle variazioni in sol minore delle voci superiori.

Ma insolito per ogni schema “ufficiale” della Sinfonia classica è anche il cupo Adagio introduttivo, che appena fa trasparire le fioriture del Presto in 6/8 in cui sfocia, già effetto sorpresa di parentela teatrale.

Al gioco delle dinamiche, dei diversi piani sonori e dei chiaroscuri tonali non sfugge nemmeno il Minuetto, dove violini e timpani vengono legati fra loro in un pianissimo denso di attesa.

Mentre il Finale, Sonata rondo che sventaglia dalla doppia fuga all’inciso in re minore da interludio beethoveniano, è uno dei più estesi, brillanti e vertigi­nosi movimenti conclusivi scritti da Haydn.

Londra l’internazionale aveva chiamato l’artigiano Haydn, e ne ricevette una Sinfonia ultimo modello, modernissima, personalizzata e con guida a destra.