Stagione di Prosa 2000/2001 CAGLIARI – TEATRO ALFIERI  20/21/22/23/24 febbraio Teatro Stabile d’Abruzzo LA CERTOSA DI PARMA di Stendhal con Mascia Musy, Massimo De Rossi e la partecipazione straordinaria di Ugo Gregoretti regia di Luca De Fusco   Ancora le parole di Stendhal per questa produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo che già ha allestito nella trascorsa stagione le “Cronache italiane” dell’autore che scrive come dipingendo quadri “alla Correggio”; dove, cioè, tutti i personaggi, anche quelli in lontananza sono figure di primo piano. Il romanzo passa in rassegna i principali eventi che costituiscono la storia dell’epoca, l’entrata delle truppe francesi a Milano, la battaglia di Waterloo, lo scoppio della rivoluzione a Parma, ma solo vive nell’amore di Fabrizio per Clelia, un amore che crea se stesso, una passione che ha il potere di trasformare gli esseri in quello che vedono. L’adattamento teatrale si basa su una riduzione dello scrittore francese Robert Pouderou che mette al centro della narrazione Gina, contessa di Pietranera, successivamente duchessa Sanseverina, un personaggio che “non concepisce idee, ma solo passioni” dove un eccesso di profondità potrebbe rompere la fragilità di quell’incanto in cui i contrari  – il vicino ed il lontano, la realtà e l’immaginazione – riescono a tenersi. Componendo “La Certosa”, Stendhal, sapeva soltanto che il romanzo doveva cominciare con una battaglia e terminare con la morte di un bambino, Waterloo e Sandrino sono lo zenit ed il nadir entro i quali si muove l’orologio della Certosa, oroscopo di Fabrizio dove la lotta tra l’assolutismo e la rivoluzione si dissolve sotto uno sguardo che il desiderio prima acceca, poi riapre a nuova vita.   

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Stagione di Prosa 2000/2001
CAGLIARI – TEATRO ALFIERI

20/21/22/23/24 febbraio
Teatro Stabile d’Abruzzo
LA CERTOSA DI PARMA
di Stendhal
con Mascia Musy, Massimo De Rossi
e la partecipazione straordinaria di Ugo Gregoretti
regia di Luca De Fusco

Ancora le parole di Stendhal per questa produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo che già ha allestito nella trascorsa stagione le “Cronache italiane” dell’autore che scrive come dipingendo quadri “alla Correggio”; dove, cioè, tutti i personaggi, anche quelli in lontananza sono figure di primo piano. Il romanzo passa in rassegna i principali eventi che costituiscono la storia dell’epoca, l’entrata delle truppe francesi a Milano, la battaglia di Waterloo, lo scoppio della rivoluzione a Parma, ma solo vive nell’amore di Fabrizio per Clelia, un amore che crea se stesso, una passione che ha il potere di trasformare gli esseri in quello che vedono. L’adattamento teatrale si basa su una riduzione dello scrittore francese Robert Pouderou che mette al centro della narrazione Gina, contessa di Pietranera, successivamente duchessa Sanseverina, un personaggio che “non concepisce idee, ma solo passioni” dove un eccesso di profondità potrebbe rompere la fragilità di quell’incanto in cui i contrari
– il vicino ed il lontano, la realtà e l’immaginazione – riescono a tenersi. Componendo “La Certosa”, Stendhal, sapeva soltanto che il romanzo doveva cominciare con una battaglia e terminare con la morte di un bambino, Waterloo e Sandrino sono lo zenit ed il nadir entro i quali si muove l’orologio della Certosa, oroscopo di Fabrizio dove la lotta tra l’assolutismo e la rivoluzione si dissolve sotto uno sguardo che il desiderio prima acceca, poi riapre a nuova vita.

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