SUBSONICA > “Controllo del livello di rombo” TOUR
Cagliari, parco Monteclaro, venerdì 13 giugno 2003
I Subsonica a Cagliari sono di casa. Complice il calore, l’entusiasmo e la partecipazione dei fans la data nel capoluogo è ormai inserita automaticamente in ogni tour, e con quello di venerdì al parco di Monteclaro sono ben 5 i concerti che la band torinese ha tenuto in città, a partire dall’esordio di Sa Illetta del 1998.
E gli oltre 5.000 presenti sono stati ripagati abbondantemente del sudore versato a litri, complice una calura a tratti insopportabile, con uno show che può dirsi senza ombra di dubbio il migliore di quelli tenuti in Sardegna da Samuel e soci.
Le avvisaglie che sarebbe stata una grande notte di musica si sono avute già col breve ma intenso set di Cristina Donà, che in compagnia del suo chitarrista Lorenzo Corti ha deliziato i presenti con le canzoni tratte dal suo ultimo album “Dove sei tu”, edito dalla Mescal e prodotto dal cantante dei Custeau Davey Ray Moore.
La chansonnier milanese esordisce con il nuovo singolo “Nel mio giardino”, tira fuori dal cilindro un suo vecchio cavallo di battaglia, “Goccia”, passando per “Triathlon” (cantata a due voci con Samuel, che fa così capolino on stage prima del concerto) e conclude con “Ho sempre”.
Mezzora di musica raffinata ed eterea, con gli arpeggi di Cristina alla chitarra che fanno breccia anche tra i più giovani che sotto il palco attendono impazienti di dar via alle danze.
Unica nota stonata, la presentazione della cantante da parte del chitarrista dei Subs C-Max, quasi a voler legittimare la sua presenza. La classe, la riservatezza e la sostanza musicale dell’artista dicono chiaramente che non ce ne sarebbe stato bisogno.
Alle 22 in punto, sulle note di “Livido amniotico” (inedito presente nel doppio live “Controllo del livello di rombo”) i Subsonica entrano in scena.
Ai più esperti, che hanno avuto la fortuna di assistere alle loro precedenti esibizioni, bastano poche canzoni per rendersi conto che il gruppo è notevolmente maturato rispetto al recente passato. Gli oltre 500 concerti tenuti dalla nascita della formazione si sentono eccome, e la band, perfettamente a suo agio sul palco, sa perfettamente come distribuire emozioni venendo incontro alle aspettative del pubblico senza mai trascurare la componente artistica della sua musica.
C’è molta più sostanza, gli arrangiamenti sono più curati, e suoni elettronici più ricercati emergono chiaramente dall’impasto sonoro della ritmica e del basso martellante.
Il risultato è un set molto più equilibrato, rispetto per esempio al concerto della scorsa primavera al Palazzetto, tra episodi classicamente dance (o “tunzettari”) e brani down-tempo, con bpm sorprendentemente bassi, in cui emerge la vena melodica, intimista, dei Subsonica. Che non esitano così a pescare a piene mani dal loro primo disco, tirando fuori piccoli gioielli quasi dimenticati come “Giungla nord”, “Preso blu” e “Onde quadre”.
Nelle due ore di concerto comunque si spazia in tutto il repertorio, tenendo ben presente l’equilibrio di cui sopra. E infatti “Nuvole rapide” si alterna con “Il Cielo su Torino”, “Albascura” con “Dentro i miei vuoti”, “Colpo di pistola” con “Amore sogno”, “Come se” con “Disco labirinto”.
Anche la scenografia è più ricca. Per la prima volta compaiono ai lati del palco due schermi che proiettano dipinti di un artista torinese, immagini girate dalla videocamera di Samuel in furgone durante gli spostamenti (che accompagnano Strade) e uno spezzone del film di Elio Petri, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, proprio mentre il gruppo si cimenta in una cover di Ennio Morricone, a cui presta la voce il monologo sulla repressione di Gian Maria Volontè, protagonista del film. Il finale con “Giungla nord”, “Come se” e “Gente tranquilla” è emozionante e coivolgente, ma l’apice è raggiunto nel bis con “Liberi tutti” e la sanremese “Tutti i mei sbagli”, che vedono ragazzi e ragazze abbandonarsi nel prato alle danze più sfrenate.
Chiude una splendida versione di “Sole silenzioso”, con un finale da brivido che prosegue per qualche minuto dopo l’uscita del quintetto.
Nessun dubbio, il live dei Subsonica in questo momento è ciò che di meglio può proporre l’interessante panorama della nuova musica italiana.
Mauro Caproni