Home E TEATRO VERDI DI SASSARI   57 Stagione lirica 25 ottobre – 7 Dicembre 2000

TEATRO VERDI DI SASSARI 
57 Stagione lirica
25 ottobre – 7 Dicembre 2000

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“C’era una volta” …
Potrebbe essere questo il sottotitolo che lega le opere della Stagione 2000 dell’Ente Concerti. In questo inizio millennio sfileranno davanti ai nostri occhi personaggi antichi: principi testardi e principi crudeli intenti a un pericoloso gioco di seduzioni, imperatori custodi di antiche regole, maschere della commedia dell’arte che se la ridono dei potenti; intrecceranno indovinelli e proporranno prove di resistenza, morale e fisica. Attraverso la metafora della fiaba si metterà in scena il grande gioco della vita, che appartiene ad ogni epoca, attuale ieri come oggi.
Vedremo così due Turandot, una famosa e osannata, quella di Puccini, che torna a Sassari dopo mezzo secolo; l’altra nota in Italia, quella di Busoni. Come nel “remake” di un film famoso, una stessa storia ci sarà raccontata da un diverso punto di vista, con musiche diverse e personaggi che nell’apparenza della loro identità vivono passioni contrastanti. Una bizzarria solo apparente se si pensa che proprio Puccini amò raccontare storie già vissute da altri (la Boheme di Leoncavallo, la Manon di Massenet …) e che a Rossini a Verdi questa fu prassi abituale nel mondo dell’opera. Un confronto dunque, mi auguro stimolante, tra due autori tanto vicini eppure distanti per destino e formazione. Toscani, l’uno di Lucca, l’atro di Empoli, e coetanei; Puccini, passionale e malinconico, radicato in Italia ma desideroso di fama internazionale; Busoni, razionale e visionario, vissuto nella Germania tra le due guerre, ma nostalgico dell’Italia e della sua cultura. Entrambi impegnati a vivere il loro secolo. Non si conobbero mai, ma si stimarono a distanza. E, nell’era dell’automobile del piroscafo, scesero una fiaba per raccontarsi. Puccini ne umanizzò i protagonisti, li rese vulnerabili, pianse con loro ma non riuscì a finire la sua ultima opera. Busoni li trasformò in burattini e vi rise sopra guardando  Mozart e all’occhio tenero e disincantato che questi pose sopra i suoi eroi del Flauto Magico, Tamino e Pamina: un altro Principe, un’altra principessa.

Marco Spada