TRE LUOGHI DEL MODERNO
- cosa: il Palazzo Ebau, il Palazzo Zedda-Zedda, le alte pareti “littorie” nel Parco della Rimembranza.
- motivi per una visita:.
- dove: Via Macomer, Via Paoli, Via Sonnino
- a chi rivolgersi:
Premettendo che…
“Il razionalismo è quel criterio ordinatore, figlio dell’Ottocento positivista, che si vestirà, nel ventesimo secolo, di vetro e di cemento armato e brandirà – rivoluzionario – l’angolo retto e i piani essenziali del cubismo come spade purificatrici nel nome assoluto della geometria.”
Citazione da “Spirito nuovo” di Le Corbusier, Gropius e Melnikov che troverà alla fine, nell’Italia di Bardi, Terragni e Pagano, affinità ideale – e ideologica – con un regime che invoca uguali rigori, uguale urgenza dell’ordine.
Il razionalismo a Cagliari, dal 1933 al’35, è legato a due nomi: Ubaldo Badas e Salvatore Rattu.
Spavaldo e perfetto di coraggioso rigore innovativo il primo, più moderato l’altro, ma ibridato a volte di arditi entusiasmi futuristi.
Gli edifici
É il 1933, quando Rattu incastra nella curva di via Macomer verso piazza Garibaldi, il palazzo Zedda: un blocco fluido di fasce orizzontali sovrapposte, cromaticamente alternate, modellato ad accompagnare il moto curvilineo della strada nel morbido angolo stondato.
Colpisce, ancora oggi, il contrasto con il gusto neo-medievale delle vicine scuole elementari, peraltro coeve.
Come non passa inosservata la prepotenza verticale e dinamica dell’angolo acuto, ugualmente smussato, di Palazzo Ebau, che si affaccia sul rettilineo della via Paoli in conflitto con le inflessioni barocchette dei vicini edifici, affacciati su via Paoli e la piazza S.Benedetto.
Nel Parco della Rimembranza, finito nel 1934, Badas si rivolge con piglio moderno e innovatore alle forme di un glorioso passato “nazionale”.
Riduce al minimo razionale una tipologia corrente nel romanico locale: innalza due alte pareti “littorie” che chiudono la soglia calcarea di una navata unica – spazio sacro alla memoria degli eroi – che si allunga, aperta sotto la volta del cielo, si solleva nel presbiterio in trachite, per concludersi nell’esedra-abside finale, dominata dalla Croce.
Il monumento, uno dei più riusciti del genere, nel contesto del razionalismo italiano, è animato dal ricercato cromatismo dei materiali lapidei: sapientemente abbinati e alternati a evocare antiche tarsie “pisane” ma anche, i rossi e i bianchi stilizzati delle mostrine della Brigata Sassari.
Il modernissimo monumento di Badas, è voluto dal Podestà Enrico Endrich per affiancarsi, in schietta contrapposizione, all’eclettismo vistoso della caserma della Legione dei Carabinieri, primacostruzione cagliaritana in cemento armato.
Esempio didascalico del versante conservatore del gusto architettonico di regime, il possente edificio era stato inaugurato nell’aprile del 1933, a firma di Angelo Binaghi, anche se è al socio Flavio Scano che si deve sicuramente il gigantismo delle membrature esterne.