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I FRUTTI DEL BOSCO

FUNGHI

  • Porcini
    Si nascondono abbondanti nei boschi, sotto alberi e arbusti, si riconoscono con facilità dal cappello tondeggiante colorato di marrone.
    Nella parte sottostante il cappello, il porcino è costituito da una massa spugnosa contenente le spore.
    Il gambo si presenta bianco o beige.
    La variante commestibile può essere confusa con il famigerato parente tossico Boletus Satana.
    Il profumatissimo porcino in Sardegna tradizionalmente non veniva cercato e utilizzato; solo da qualche decennio la raccolta di questo fungo è praticata anche dai sardi.
  • Prataioli, Gallinacci, Cardoncelli
    Le radure ai margini del bosco e i prati sono punteggiati dai candidi Prataioli, dai Gallinacci e dai Cardoncelli che spuntano fra i cardi o fra gli steli di ferula e in Sardegna son chiamati a seconda delle zone Antunna, Oricredda o Cardulinu ‘e petza. Queste varietà sono maggiormente diffuse anche nella gastronomia sarda.
    La raccolta di questi funghi “di prato” era, probabilmente, più agevole per i pastori nelle radure adibite a pascolo.
    Questo fungo non ha “parenti cattivi” simili nell’aspetto e forse per questo, assieme ai prataioli, ha un posto di riguardo sulla tavola dei diffidenti raccoglitori sardi.
  • Ovoli
    Per i cercatori più esperti non mancano altri prelibati funghi.
    I più noti sono gli Ovoli (Amanita caesarea) inizialmente avvolti da una membrana bianca che li fa assomigliare a un uovo, quando si schiudono lasciano intravedere un capello arancione. Da non confondere con gli ovoli velenosi (Amanita muscaria) dal capello spruzzato di bianco. 
    Non mancano inoltre i Pinaroli, i Chiodini, le Finferle, le Mazze di tamburo, le Trombette ecc..

LE CASTAGNE
Il castagno è diffuso in Sardegna, sopratutto
sui monti della Barbagia.
Sui costoni verdeggianti di Aritzo, Seulo, Seui, Desulo e Belvì il castagno regna sovrano, ma anche a Gavoi, Sorgono, Ollolai e Fonni il generoso albero regala i suoi frutti.

Le castagne in Sardegna hanno da sempre ricoperto un ruolo importante nella gastronomia e spesso hanno sostituito gli alimenti che scarseggiavano a causa di guerre e carestie.

In ogni casa della Barbagia c’è unu testu, la padella bucata che serve per arrostire le castagne al fuoco.
La raccolta di questo frutto era anticamente compito delle donne che si occupavano anche della conservazione in luoghi freschi che garantissero la durata del frutto per tutto l’inverno.

NOCI E NOCCIOLE
Le noci e le nocciole selvatiche, ottime da sgranocchiare anche fresche, hanno un ruolo insostituibile nella produzione dolciaria isolana.
I noccioli si trovano maggiormente in zone ricche d’acqua e lasciano cadere i loro frutti fra l’erba quando questi sono maturi. Il noce è invece diffuso nei boschi anche se in genere si tiene in disparte dall’intrico dei rami e si sviluppa alto e robusto.
In occasione della festa di Tutti i Santi, ancora oggi, i bambini, in visita presso le case dei paesani ricevono in dono i frutti del bosco, castagne, noci e nocciole.

I CORBEZZOLI
Le bacche del corbezzolo (Mela ‘e Lidone, Lioni), oltre ad essere bellissime e coloratissime hanno anche un gusto che ammalia il palato, dolcissime quando sono rosse e mature. Sfortunatamente i corbezzoli in grosse quantità procurano il mal di pancia!