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LA GIARA DI GESTURI
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La Giara di Gesturi è un altopiano basaltico, esteso circa 45 kmq, che si eleva fino a 600 metri s.l.m. fra la Marmilla e il Sarcidano, due sub-regioni della Sardegna.
Appare come un bastione, una fortezza inespugnabile, che si erge in un paesaggio di pianure e dolci colline.
La Giara è isolata, è una sorta di isola nell’isola: per questo il suo ambiente naturale è davvero tipico e presenta diversi motivi di interesse.
La morfologia singolare dell’altopiano, il tipo di roccia, i boschi di leccio e di sughere, la macchia mediterranea, una densità molto elevata di specie botaniche in un’area ristretta, gli acquitrini e, soprattutto, i cavallini selvatici della Giara, di antica razza, che vivono, ancora liberi, solo in quest’area. (Foto P.Rinaldi)
Sui bordi dell’altopiano si contano i resti di ben 23 nuraghi edificati dagli antichi (II millennio a.C.) abitanti della Sardegna. 

il nome
col nome giara in sardo si indicano gli altipiani basaltici della Marmilla e del Sarcidano dalla caratteristica forma tabulare.
Come molti termini geomorfi del sardo, quelle parole cioè che si riferiscono a elementi del territorio, la parola giara potrebbe appartenere a quello spesso strato linguistico precedente la conquista romana dell’Isola.
Secondo un’altra ipotesi l’origine della parola giara potrebbe essere nella voce latina glarea, che significa ghiaia, e potrebbe indicare il pietrisco misto a ciottoli che naturalmente si trova nell’altopiano (Zedda Macciò, 1984).

la storia
Nel Pliocene (5,2-1,8 milioni di anni) fuoriuscirono dalla crosta terrestre, in corrispondenza della zona dell’odierna Marmilla, lave basaltiche molto fluide.
Queste lave si espansero su un terreno formato da rocce marnose del Miocene (26-5,2 milioni di anni).
Le colate basaltiche, raffreddandosi, si trasformarono in una spessa coltre di dura roccia che ricoprì le tenere marne.
Nel corso dei millenni l’acqua e il vento hanno eroso e asportato le marne intorno alla zona protetta dallo scudo basaltico: così si è formata la Giara, un altopiano di rocce marnose ricoperto, alla sommità, da uno strato di duro basalto.

La Giara di Gesturi fu abitata fin dalla preistoria, per la sua posizione sopraelevata rispetto alle valli circostanti: sono visibili i resti di ben 23 nuraghi, disposti sull’orlo del tavolato, come ideali luoghi d’osservazione.

>marna<: è un tipo di roccia formato dai detriti erosi, trasportati e deposti da fiumi, ghiacciai, vento ecc
>basalto<: roccia vulcanica effusiva, generata in altre parole dal raffreddamento “all’aria” della lava, di colore nerastro

il territorio
L’altopiano, esteso 45 kmq, ha forma simile ad un rettangolo: è lungo circa 14 km e largo dai 3 ai 6 km.
L’asse maggiore è in direzione nord ovest-sud est ed i 4/5 del suo territorio appartengono ai comuni di Gesturi (CA), settore sud est, e Genoni (NU), settore centro nord ovest.
Una porzione più piccola di territorio appartiene a Tuili (CA) e a Setzu (CA) e, tutti i comuni circostanti si dividono diversi tratti delle pendici.
Il suolo della Giara è generato dallo sgretolamento della roccia lavica: è notevolmente fertile e capace di generare ottimi pascoli ma, per lo spessore esiguo, non è comunque adatto alla coltivazione.

is zepparas (i monti)
Gli unici rilievi della Giara sono due crateri vulcanici, tuttora facilmente individuabili:
sa Zepparedda, alto 609 metri, che lascia intravedere ancora una bocca di cratere; sa Zeppara Manna, alto 580 metri, a forma di cono vulcanico, dal quale è possibile scorgere il Gennargentu di Aritzo, a nord-est, la piana del Campidano di Oristano, a sud-ovest, il Monte Arci, verso Oristano e, nei dintorni, il dispiegarsi delle colline della Marmilla, del Sarcidano e della Trexenta fino a Laconi.

is scalas (sentieri ripidi)
I fianchi dell’altopiano, non protetti dalla dura coltre basaltica che ricopre la sommità, sono soggetti, da sempre, a fenomeni di erosione e di frana: così, nei secoli, si sono formati i ripidi sentieri, detti in sardo is scalas, che, anticamente, erano le uniche vie d’accesso alla Giara. 

sa roja e is paulis (gli acquitrini)
Al centro dell’altopiano, disposta in senso trasversale rispetto ai due rilievi, si trova la zona depressa de sa Roja: in origine era, probabilmente, una fenditura, che poi fu ricoperta dalle colate basaltiche.(Foto M. Vacca)
Is paùlis sono depressioni più o meno estese e più o meno profonde, nelle quali ristagna sia l’acqua piovana sia l’acqua che sgorga da alcune sorgenti.
Si trovano un po’ dovunque nell’altopiano e segnano nettamente il paesaggio: con l’arrivo della stagione calda is paulis si ricoprono di ranuncoli d’acqua che, a volte fino al mese di luglio, occupano l’intera superficie del Pauli Majori e del Pauli Murdegu, le più vaste distese d’acqua della zona.
In tarda estate i colori tendono sempre più al giallo, la piana diventa più asciutta e polverosa e le mandrie di cavalli e di bovini si concentrano, per l’abbeverata e per il pascolo, intorno a is paulis non ancora prosciugati.
Ma anche quando l’estate è più rovente molte sorgenti, is mitzas, non cessano di dispensare la loro acqua fresca.

la flora
Qualche numero, per conoscere e poter apprezzare meglio le caratteristiche della vegetazione della Giara:

  • sulla Giara c’è una densità di 9 specie vegetali per kmq rispetto alle 0,9 della media in Sardegna
  • la flora è composta da circa 350 entità, ripartite in 203 generi e 67 famiglie
  • le specie mediterranee, in percentuale più del 50%, si affiancano ad una buona percentuale di elementi eurasiatici
  • le specie endemiche sono il 3,28%.

i boschi
La zona dei boschi si estende per quasi la metà della superficie della Giara.
Un bosco di sughere (Quercus suber), ricopre gran parte dell’altopiano: lo spessore minimo della terra e l’azione del vento di maestrale, non permette agli alberi di raggiungere grandi dimensioni costringendo i tronchi e i rami a svilupparsi piegati e contorti.
Il bosco di leccio (Quercus ilex) ricopre aree meno estese, nei versanti dell’altopiano che danno sul territorio di Sini (OR), di Assolo (OR), ed in prossimità della chiesetta di Santa Luisa a Tuili (CA).
La roverella (Quercus pubescens) si trova nelle aree più fresche, ossia lungo i canaloni nel versante di Tuili (CA), Setzu (CA) e Genoni (NU).

la macchia mediterranea
Si intende per macchia la formazione vegetale, sempreverde, tipica della flora mediterranea.
Varia in relazione alle condizioni ambientali locali, ma si sviluppa comunque nelle zone caldo aride con inverni miti ed estati siccitose.
Anche nella Giara di Gesturi troviamo i due tipi principali di macchia mediterranea

la macchia alta, dai 2 ai 4 metri, che vegeta nelle aree fresche composta da esemplari di ilatro comune (Phyllirea latifolia), biancospino e corbezzolo.
E’ utilizzata per il pascolo delle capre e come riserva di legname.
Nelle aree più aride le piante che formano la macchia sono il lentisco e l’olivastro, mentre il lentisco ed il mirto segnano le aree più prossime a is paulis, assumendo le qualità e l’aspetto, specifiche della gariga.
La gariga è una formazione vegetale più bassa e degradata della macchia anche se più ricca di specie.
La comparsa della gariga segnala che l’habitat non è più ottimale per la macchia.

la macchia bassa, alta massimo 2 metri, è caratterizzata dalle varietà del cisto e delle ipocisti, più raramente dal cisto femmina e dalla lavanda selvatica.
Queste piante colonizzano i terreni percorsi dal fuoco e nella Giara si trovano vicino alle strade d’accesso e alle aree agricole.

prati e praterie
La prateria di terra più evidente è quella di asfodelo che si alterna a quella d’acqua formata dal ranuncolo: entrambe regalano una fioritura primaverile che si presenta come una soffice coltre bianca.(Foto P.Rinaldi)
I prati sono invece le piccole estensioni erbose, individuabili nelle radure della macchia, formate da pratolina annuale e trifoglio.
Nell’estate, intorno a is paulis più esposti alla calura e quindi all’evaporazione dell’acqua, sul terreno argilloso ormai crepato dal sole, si formano prati di brignolo, una formazione vegetale che, in Sardegna è presente solo nella Giara.
L’origine dei prati è comunque da far risalire all’uomo: ad eccezione delle aree de is paulis, è l’uomo che, con il fuoco ed il pascolamento intenso, ha creato e mantiene in vita i prati.

la fauna
La grande quantità di reperti fossili risalenti a 2000-3000 anni fa testimonia la presenza di grandi mammiferi quali cervi e daini ormai assenti.
Oggi il mammifero più tipico della Giara di Gesturi è senz’altro il cavallo.

-is Acchettus: i cavallini della Giara- 

la storia
I cavallini vivono liberi nell’altopiano da tempo immemorabile.
Sono gli ultimi superstiti di una razza che popolava l’intera isola e hanno trovato nella Giara di Gesturi, grazie all’isolamento naturale, le condizioni ideali per conservare la loro particolare tipologia.
Sono piccoli, alti circa 120 centimetri al garrese, e di colore bruno scuro, molto resistenti alla fatica, sono snelli e dalla lunga criniera e hanno occhi un po’ a mandorla.
Con tutta probabilità il loro arrivo in Sardegna è da ricondurre all’epoca preromana: forse furono importati dalla Numidia ad opera dei Cartaginesi.(Foto M.Vacca)
A partire dal medioevo i cavallini iniziarono ad essere impiegati nella trebbiatura: le femmine, catturate all’inizio dell’estate, lavoravano, per tutta la stagione, nei terreni del Campidano e venivano poi nuovamente liberate sulla Giara. E’ da allora che i cavallini, pur vivendo liberi per quasi tutto l’anno, hanno un padrone.
Con la meccanizzazione agricola, avvenuta nella seconda metà del 1900 gli uomini trovarono più redditizio utilizzare i cavallini come carne da macello.
Così il loro numero diminuì rapidamente e, per incrementarne la popolazione e aumentarne la stazza, furono liberati nell’altopiano stalloni di taglia più grande.
Il risultato fu il progressivo imbastardimento dei caratteri, comparvero criniere bionde e macchie bianche sul manto, ma contemporaneamente iniziarono anche le battaglie di studiosi e appassionati per la difesa del cavallino della Giara di Gesturi.
Negli anni ’70 iniziò una campagna per la tutela della razza: furono isolati gli esemplari più puri nel tentativo, riuscito, di rafforzare le caratteristiche tipiche del cavallino della Giara.

i cavallini oggi
Ogni estate, come in passato, si organizzano battute, che durano giorni, nelle quali is cuaddeddus sono spinti verso is scalas, ossia fuori dall’altopiano: qui i cavalli si sentono smarriti e si fanno condurre facilmente dentro recinti di pietra.
Oggi però i cavallini sono “catturati” nel loro interesse: a fine agosto sulla Giara il cibo scarseggia e i cavallini nuovi nati devono essere marchiati con la G che ne attesta la purezza e con i marchi dei proprietari e dei comuni ai quali appartengono.
Dal 1996 la XXV Comunità Montana acquista i cavallini dalle famiglie private dei centri vicini che per anni ne hanno avuto la proprietà e oggi ne possiede 200 su un totale di 500 circa.
Il rito millenario della marchiatura inizia con la gara de is insocadores, espertissimi cavallerizzi, che prendono al laccio i giovani puledri.
Di seguito una commissione di esperti valuta la purezza della razza e gli esemplari ritenuti non idonei, marchiati con la R, sono allontanati dalla Giara.
A settembre i cavallini possono finalmente tornare bradi nella loro Giara, e chiunque può trovarli in branco generalmente vicino a is paulis

gli altri animali
Vivono sulla giara anche cinghiali, martore, volpi e gatti selvatici.
Numerose specie di uccelli, sia stanziali sia migratori, vivono nell’altopiano: la poiana, il gheppio, la civetta, il picchio rosso maggiore, il gruccione e la ghiandaia, abitano i boschi, i costoni e gli spazi aperti; la gallinella d’acqua, il tuffetto, il germano reale, l’airone e talvolta i fenicotteri prediligono le zone umide de is paulis.

Due specie endemiche interessanti sono:

  •  il Lepidurus, un crostaceo arcaico che vive in is paulis cibandosi di piante acquatiche ed è immutato da circa 200 milioni di anni
  • il geotritone sardo un anfibio presente solo in Sardegna