Home E Un’Isola un Continente E Architettura del Medioevo 

 

Le chiese paleocristiane
Con la caduta dell’impero romano, l’attività edificatoria finisce per essere limitata all’architettura domestica ed ecclesiastica: al V secolo appartengono due chiese paleocristiane, San Saturno di Cagliari e San Giovanni di Sinis.

Le chiese bizantine
Tardo bizantine sono la minuscola chiesa di Sant’Elia di Nuxis, il San Giovanni nel centro di Assemini, San Salvatore alla periferia di Iglesias e Santa Maria a Cossoine, nel Logudoro.

Il periodo giudicale
Dall’XI secolo, l’isola beneficiò di una certa tranquillità: molte città e paesi abbandonati o distrutti per le invasioni barbaresche risorsero.
Per mancanza di studi e di scavi, non sappiamo ancora con esattezza quale fosse la struttura dei centri giudicali. In questo periodo, i giudici favorirono l’erezione di chiese e di monasteri, grazie all’immigrazione di maestranze di provenienza diversa (toscane, lombarde, francesi, arabe).

Le chiese romaniche
Le cattedrali romaniche, soprattutto quelle del Logudoro, sono perla maggior parte isolate nella campagna e fanno parte integrante del paesaggio, come i nuraghi.
I materiali utilizzati sono sempre locali: trachitici, calcarei, granitici, basaltici, talvolta accoppiati (bianco e nero, violaceo o rossiccio e nero).
Le prime manifestazioni dello stile romanico in Sardegna risalgono al secolo XI: santa Sabina presso Silanus (NU), San Pietro di Bosa (NU) e San Michele di Plaiano, presso Sorso (SS).
I benedettini di San Vittore di Marsiglia introducono modelli stilistici provenzali: Sant’Efisio di Nora e Santa Maria di Sibiola, presso Serdiana (CA).
Un’altra corrente stilistica è di derivazione toscana: un esempio è la bella chiesa di San Gavino a Porto Torres (SS).
La Cattedrale di Nostra Signora del Regno, ad Ardara (SS) risente di influssi lombardi.
Nella chiesa di San Michele di Salvenor e in quella notissima della SS. Trinità di Saccargia, nell’Anglona e nel Logudoro, si fondono le correnti toscana e lombarda.
Ad una sottofamiglia di questa corrente si possono ascrivere altre chiese, ad esempio San Nicolò di Ottana (NU) e la cattedrale di Tratalias (CA).
La chiesa di San Pietro, presso Sindia (NU) e quella di Santa Maria di Paulis furono edificate dai monaci Cistercensi secondo moduli stilistici francesi.
Alcuni resti della Cattedrale di Cagliari e quella di Oristano denunciano tarde forme romaniche (seconda metà del XIII secolo); con queste, la Cattedrale di San Pantaleo a Dolianova ed il San Pietro di Villamar si distinguono per influenze di maestranze arabe e la decorazione di superficie è una fusione di elementi romanici, arabi e gotici.

Mura e torri medioevali
Genova e Pisa diedero un notevole contributo all’urbanistica e all’architettura delle città sarde, cingendole di mura , torri e bastioni. Attorno ai castelli cominciarono a delinearsi le borgate (Castelsardo (SS), Iglesias (CA), Bosa (NU) ).
Ad Oristano resta una delle torri innalzate dal giudice Mariano, quella di San Cristoforo (1294). Le due torri cagliaritane di San Pancrazio (1305) e dell’Elefante (1307), costruite utilizzando bianchi conci calcarei ad opera dell’architetto Giovanni Capula, sono fra le più belle del Medioevo italiano.
Il gotico, più che in strutture compiute, si manifestò in elementi di decorazione di superficie e in ampliamenti di edifici romanici: furono i Cistercensi ad introdurre l”arco ogivale.