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Il tipico coltello sardo è a serramanico, in acciaio rifinito, col manico in corno di muflone o di montone, talvolta con applicazioni in argento. (Foto: manico in corno di Muflone, collezione Sardinia Point)
S’arresoja è di varie fogge ma sempre elegante, pratica e funzionale, e nella società agro-pastorale era considerata simbolo dell’uomo valente.

Le botteghe che eseguono questo caratteristico coltello si trovano in molti centri dell’isola, ma gli artigiani di Santulussurgiu (OR), Guspini (CA), Dorgali (NU), Arbus (CA) e Pattada (SS) sono i più abili e raffinati. (Foto: Pattadese, collezione Sardinia Point).

L’autentico coltello di Pattada (foto), cui oggi si associa la firma di qualche artigiano di nome, è un autentico gioiello della produzione di lame di qualità. Senza molla ne fermo, sa pattadesa, ha una caratteristica lama a forma di foglia allungata cui viene data tempera e filo con procedimenti tenuti gelosamente segreti e tramandati da una generazione di artigiani all’altra. La lama nacque per la lavorazione di carni e pelli; il manico di corno, di muflone e, più spesso, montone, è sempre scelto per la compattezza e per la bellezza del colore e delle venature. (Foto: coltello da collezione, lavorazione lama tipo Damasco, manico in corno con inserti in madreperla, realizzato da Piero Fogarizzu, Pattada 1999, collezione Sardinia Point).
Il coltello di Pattada, oltre che oggetto d’uso, è anche esempio di un’antica arte e perciò costituisce un ambito pezzo da collezione.

Tipica della zona di Guspini è sa guspinesa, nella versione classica e in quella con la punta mozzata; ad Arbus, invece, viene prodotta s’arburesa, detta anche foggia antica, un coltello da scuoio dalla caratteristica lama panciuta.

Speciale “Il Coltello Sardo” e la mostra “Arresojas”