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SIGNIFICATO

Il culto del phallus, diversamente da come si potrebbe intendere oggi, non voleva solo celebrare l’atto dell’accoppiamento, ma era caricato di forti valenze magiche: era un mezzo per porsi in rapporto con la natura ed imitarne così la potenza creatrice.

Pertanto, l’atto sessuale e persino le orge,
estreme espressioni del principio di fertilità,
oltre ad avere una forte componente d’istinto, possedevano anche un carattere rituale, addirittura sacro.
Non a caso, infatti, nel mondo nuragico i simboli fallici
erano diffusissimi in ambiti religiosi, come i pozzi sacri
o le tombe dei giganti.

Questo particolare significato ha acquisito col tempo un valore più ampio, così che il phallus è divenuto il simbolo di scongiuro più efficace contro la sterilità, la miseria, la sfortuna: ha cioè acquisito quella funzione che in antropologia viene chiamata apotropaica (che serve ad allontanare i malefici) e profilattica (dal significato greco di “custodire, fare la guardia”).

Il phallus è identificato con la buona sorte chiaramente in rapporto al suo potere fecondante: questo fenomeno non riguarda naturalmente solo la Sardegna, ma si ritrova in moltissime popolazioni primitive.
In Sardegna è comunque ampiamente attestato: ad esempio, nelle stazioni prenuragiche di Bau ‘e Porcus (Oristano) e di Santa Vittoria (presso Nuraxinieddu, Oristano), sono stati ritrovati due amuleti in trachite proprio a forma di fallo.